L’ipocrisia di alcuni detentori del potere mediatico televisivo non conosce limiti. Tutti sanno che, per ottenere favori e lasciapassare, nell’ambiente dorato dello spettacolo,devi spesso scendere a compromessi, oppure ne stai fuori. Dipende fin dove sei disposto ad arrivare. Poco importa se i giovani aspiranti artisti, presentatori, ballerini o cantanti, dopo anni di studio e di grandi sacrifici tentino di farsi strada con il talento. Poche sono le eccezioni dove è possibile sostenere provini reali come quelli di Gianna Tani, responsabile casting di Mediaset, che, a sua insaputa, ho visto all’opera per poter poi parlare di lei con cognizione di causa.
Ci sono molti cantanti (anche maschietti) che sono scesi a compromessi ‘particolari’ con personaggi influenti . Penso in particolare ad un cantante italiano, sogno delle teen ager, abbandonato dalla bellissima moglie, che, vistasi attaccata da lui per via di discussioni inerenti alla prole, lo ha pubblicamente minacciato di rivelare un fatto privato. Un segreto di pulcinella perché nell’ambiente lo sapevano tutti. Ora mi spiego il perché quando si decide di lasciare questa giostra di fumo non si sente nostalgia. Compromessi scelti ed accettati dalle supposte vittime e allora, scusate, dove sta il reato?
Si è fatto un gran parlare della Gregoraci e simili, di cene orgiastiche per accaparrarsi un posto in tv, ma nessuno ancora si è messo a spulciare per bene sull’organizzazione sanremese. Chissà quanti, leggendo questo, sanno che non accadrà mai. Lo so anch’io, ma posso almeno parlarne tra amici.
Il festival della canzone italiana, infatti, è una specie di fortezza, un’organizzazione blindata dove per entrare devi superare test di ogni tipo. Hanno voglia i patron della kermesse di far credere al pubblico che si arriva al palco tramite selezioni, anche a quelle non si arriva. I compromessi sono infiniti. Dove non arriva il talento, arriva il potere. Chi non ricorda il mini scandalo fatto da Claudio Villa negli anni ottanta, aveva scoperto qualcosa ma subito fu messo a tacere.
L’abuso di potere e il ricatto fanno parte della nuova etica professionale di molti talent scout. A Roma ce ne sono tantissimi che ho avuto modo di conoscere e sono anche parenti parassiti di personaggi celebri.
Vi siete domandati come mai le vallette si rinnovano come le cellule? Ogni anno ne nascono almeno venti nuove e tutte sono belle e fresche come mozzarelle, provenienti da tutti i paesi del mondo, in Italia c’è un ricambio continuo perché, si sa, la stessa minestra dopo un po’ stufa. Per i maschietti la strada è ancora più tortuosa, se non sei un adone ed entri nelle simpatie di qualche personaggio ‘forte’ dai gusti diversi, devi almeno essere un super raccomandato politico, da organizzazioni, molto, ma molto vicine al festival. Questo succedeva alcuni anni fa e, sinceramente, non credo che le cose siano cambiate molto.
Ricordo i miei vent’anni e l’entusiasmo che avevo nel promuovere i miei dischi per poi rimanere sempre a bocca asciutta perché, regolarmente venivi insabbiato da chi aveva soldi, potere e conoscenze. Quando sei agli inizi è normale non avere un nome famoso, se non sei appoggiato in qualche maniera finisci come sabbia tra le dita. Nel 1987 ricordo che anch’io ero finalmente riuscito, dopo avere avuto esperienze negative con alcune etichette di Milano e con agenti furbacchioni, ad arrivare alla tanto amata raccomandazione. Erano due i miei obiettivi in quegli anni: la raccomandazione politica e la tesi universitaria.
Dovrei vergognarmi di dire che anch’io ho cercato la raccomandazione quando ero in erba? Un politico valsusino mi aveva messo in contatto con un ‘boccia’ appartenente ad un’associazione che,in fatto di festivals, dettava legge, ci ero quasi riuscito! Ma c’era un neo: oltre alla buona parola politica erano necessari anche molti soldi che purtroppo non disponevo e mio padre poteva aiutarmi fino ad un certo punto. Arrivavano copiose le telefonate al mio discografico milanese da parte di un informatore che aveva il potere di sapere: ero dentro finalmente, tra i giovani. Due giorni prima della mia partenza per Sanremo, però, mi comunicarono che ero stato sostituito dal figlio di un notissimo cantante italiano. Che delusione! Dopo quell’esperienza non volli mai più presentare la domanda di ammissione al Festival anche quando altri discografici mi proposero di farlo. Sinceramente senza rimpianti.
Ho ascoltato decine e decine di testimonianze, per quello non capisco Claudio Lippi il quale solo ora si rende conto che ‘Buona Domenica’ irradia, a suo dire, spazzatura. Claudio è stato per anni un “cocco” di Maurizio Costanzo e poi, il contenitore domenicale di Canale 5 non ha mai preteso essere un programma culturale, nemmeno all’epoca di Gerry Scotti e Gabriella Carlucci, figuriamoci oggi nell’era dei realities. Dov’è allora lo scandalo? Lo sporco e il marcio alberga in Tv da sempre, a farne le spese sono i giovani sconosciuti.
In passato ho avuto modo di partecipare a ‘Domenica in’; ‘Discoring’,’Tandem’; ‘Che fai mangi’; ‘Premio regia televisiva’ e molte altre trasmissioni. In alcune, che non cito per ovvi motivi, ci sono entrato previa ‘bastonata’ e come me, altri. Chissà come mai fino a qualche tempo fa, a Roma come a Milano, esistevano degli strani personaggi che si facevano chiamare “managers”, i quali gravitavano intorno ad altrettanti strani lavoratori della tv con cui si dividevano i bottini, delle volte per strada come spacciatori. Anche alcuni presentatori-autori, personaggi molto amati, si sono prestati.
Alla luce di tanta schifezza, allora, il donarsi fisicamente da parte di qualche bella figliola desiderosa di entrare in tv diventa l’azione più semplice e naturale, la meno sporca. Non pensate anche voi?
Un’agenzia di casting ha fatto un elenco dei figli o dei nipoti d’arte, sono quasi il 68% dei cantanti e attori di adesso. Allora, se ho capito bene, ci sono due possibilità: o sei figlio d’arte, o scendi a compromessi e abbiamo scoperto l’acqua calda!
Diamoci sotto con gli scandali: calciopoli, moggiopoli, vallettopoli, e mettiamoci pure “sanremopoli”. non per Pippo, che più di una volta ho seguito fino a Catania nella sua ex tv privata e la bella Michelle, che presenteranno la prossima edizione, ma solo per un fatto di giustizia.
Per quanti si chiederanno come mai non ci siano denunce a carico di chi è in mala fede, posso rispondere che ce ne sono, ma finiscono nel dimenticatoio legale perché, come accade alla donne violentate che vengono inconsciamente ritenute un po’ complici, allo stesso modo si pensa che i giovani speranzosi se lo siano cercato. A tutti i poveri diavoli non rimane che consolarsi dicendo “fesso chi guarda la tv”.
Oggi ci partecipo poco alle trasmissioni televisive, ho un dialogo diretto con chi mi segue, mi lascio quindi attrarre solo dai pochi programmi ‘puliti’ con contatto diretto con le produzioni, ma non posso non pensare alle migliaia di giovani promesse che saranno ancora vittime di imbrogli. A loro dico: attenti, non fidatevi troppo di pseudo agenzie che intendono lanciare personaggi in cambio di quote associative e book fotografici a pagamento promettendo passaggi televisivi e partecipazioni importanti. Pippo Baudo sicuramente l’avrà dimenticato, ma un giorno disse ad alc uni di noi: “ non fidatevi di coloro che chiedono soldi, sono imbroglioni senza nessun potere”. Oggi mi chiedo: ma chi ce l’aveva, quindi, sto potere televisivo?
A chi mi intima di non dire certe cose rispondo che ,fino ad oggi, mi sembra che si possa ancora essere liberi di manifestare un pensiero soprattutto se riguarda il proprio vissuto. La conclusione è che mi diverto di più a fare l’attore, almeno so di far parte di una ‘fiction’ e non devo cercare la “verità” ad ogni costo, anche perché trovarla è solo una chimera. Ce lo insegna Gianfranco Funari, una delle poche “bocche della verità italiana”.
Cosmo de La Fuente
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Soldi in cambio di foto compromettenti. Il manager delle star stupito: "Non sapevo nulla". L’inchiesta nata da una costola del processo che ha portato all’arresto di Emanuele di Savoia
Vallettopoli, Lele Mora si difende "Mi è passato sopra un caterpillar" *
ROMA - "Ho appreso la notizia dai giornali. Non ne sapevo nulla. Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia. E’ come se mi stesse passando sopra un caterpillar. Ora parlerò con i miei avvocati e vedremo". Lele Mora tiene sulla scrivania del suo ufficio i quotidiani del mattino. In prima pagina c’è il suo nome. "Ricatti nello Star System". "Woodcock indaga sull’agente per le foto rubate ai vip". "Vallettopoli, nuova inchiesta".
Per un attimo il manager delle star perde la pazienza; non sopporta quei sospetti e men che meno si sente capace di reggere il peso del coinvolgimento in un’associazione a delinquere "finalizzata all’estorsione". Vorrebbe urlare che lui è innocente, che non è vero che ha intascato migliaia di euro per non pubblicare foto compromettenti.
Poi però riacquista la calma e, sconsolato, si trincera dietro una dichiarazione di circostanza: "Parlerò con i miei avvocati. Non ne sapevo nulla, anche se sono a disposizione dellamagistratura se mi vorrà interrogare". Con un neologismo forse un po’ criticabile, lo scandalo è stato già battezzato "vallettopoli" dal ruolo che ricoprono le clienti di Lele Mora. I bene informati dicono che la nuova indagine sul guru dell’immagine sia nata da una costola della clamorosa inchiesta su Vittorio Emanuele. Tant’è vero che in calce al fascicolo della procura c’è la firma dello stesso pm che mise le manette all’erede Savoia: John Woodcock, giudice requirente presso il Tribunale di Potenza.
L’inchiesta è alle fasi finali. Dopo aver ascoltato come testimoni i volti famosi della tv e del giornalismo (Simona Ventura, Michelle Hunziker e Aida Yespica), il pm ha tirato le somme e nel registro degli indagati, anche se la magistratura non conferma, sembra siano stati già iscritti Lele Mora, l’agente delle star, e il fotografo Fabrizio Corona, 32 anni, marito della modella Nina Moric, "paparazzo" d’eccezione e amico di Mora.
Esisterebbero intercettazioni in cui, fotografo e impresario, parlerebbero con troppa disinvoltura di un giro di ricatti contro personaggi famosi. C’è chi avrebbe pagato addirittura tra i 50 e i 60mila euro pur di evitare che le foto compromettenti finissero sulla scrivania di qualche periodico scandalistico. Venerdì scorso, il giudice Woodcock era nella questura di Milano ad interrogare quindici testimoni. E’ stata convocata Simona Ventura, "divorziata" dal manager Mora nel gennaio scorso per motivi mai chiariti; Michelle Hunziker per una serie di istantanee scattate quando era agli inizi della carriera. E poi Aida Yespica; Manuela Arcuri; le starlette Francesca Lodo e Ana Laura Ribas.
Ma lui, il pm John Woodcock, si trincera dietro un "no comment". Lele Mora dice di aver appreso dell’intera vicenda dai giornali. Lei cosa ne pensa? "Non so di cosa parla l’agente - risponde il magistrato - Del resto, siamo in un Paese meraviglioso e democratico, dove ognuno può dire quello che crede".
* la Repubblica, 5 dicembre 2006
Nell’inchiesta sulle estorsioni alle star spuntano i nomi del capitano della Roma e di Bobo Vieri. Il manager dei vip Lele Mora è sereno: "Sto alla finestra e osservo quello che avviene"
Foto-ricatti, anche Totti nel mirino 30.000 euro per la Hunziker nuda *
POTENZA - Anche Totti vittima dei foto-ricatti ai vip: qualche giorno prima dell’unione con Ilary, il capitano della Roma era stato ripreso mentre baciava Flavia Vento. Quegli scatti avrebbero potuto far saltare il matrimonio. Secondo gli inquirenti ci pensarono gli amici del capitano a risolvere la questione: dal fotografo Fabrizio Corona acquistarono i negativi in cambio di un versamento di migliaia di euro.
Pagò anche Eros Ramazzotti per evitare che sui giornali finissero le foto di sua moglie nuda. Michelle Hunziker, sentita dagli inquirenti, ha raccontato che l’ex marito versò al fotografo "non ricordo se 30 milioni di lire o 30.000 euro" per quelle foto.
Corona cercò di vendere fotografie compromettenti anche a Bobo Vieri, ma le cose andaro diversamente. L’ex attaccante dell’Inter non ha peli sulla lingua: "Gli ho fatto una faccia così e l’ho mandato via". Le foto lo ritraevano con prosperose ragazze: "Io non sono né sposato né fidanzato". Che quelle foto uscissero non me ne fregava niente".
Il tariffario variava da 6.000 a 25.000 euro: dipendeva dal tema della foto e dalla popolarità della persona immortalata. Sembra che il sistema fosse ben strutturato. Ci sono prove sufficienti, secondo gli inquirenti, per dimostrare che alcune delle foto compromettenti sono state costruite con la complicità di alcune starlette. Era Fabrizio Corona che le mandava all’assalto dei vip. Qualche moina, un bacetto e la foto diventava merce di scambio: o mi paghi o la faccio pubblicare sui giornali.
Uno degli aspetti che l’inchiesta dovrà chiarire è proprio il rapporto tra il "paparazzo" e le aspiranti show-girl. Secondo alcuni, la posizione del fotografo rasenta l’accusa di sfruttamento della prostituzione ma finora, resta solo un’ipotesi.
Gli inquirenti non hanno elementi per dire che Flavia Vento fosse connivente con Corona quando ha baciato Totti, ma in molti altri casi, almeno una decina, le prove avrebbero svelato un giro torbido di ricatti ed estorsioni che portano almeno a venti il numero degli indagati. L’inchiesta è nata da una costola del fascicolo giudiziario sul Savoiagate che portò all’arresto di Vittorio Emanuele di Savoia e coinvolge, insieme al paparazzo Fabrizio Corona, anche il manager dello showbiz Lele Mora.
L’impresario delle star dello spettacolo continua a tacere sulle indiscrezioni che lo vogliono già iscritto nel registro degli indagati: "Non ho avuto ancora nessun tipo di contatto con la magistratura", dice dal suo studio a Milano. "Rimango in attesa e aspetto che mi interroghino". Appare sereno ma non vuole commentare le notizie apparse sui quotidiani: "Per ora sto alla finestra e osservo quello che avviene".
Nei giorni scorsi, il pm di Potenza John Woodcock, lo stesso giudice requirente che mise le manette a Vittorio Emanuele, ha ascoltato come "persone informate dei fatti" volti famosi della tv: Simona Ventura, Michelle Hunziker, Aida Yespica. In lista anche il nome dell’immobiliarista romano Stefano Ricucci per alcune foto che riguardano sua moglie Anna Falchi e quelli di altri due calciatori: l’attaccante della Roma Vincenzo Montella e quello dell’Inter Adriano: quest’ultimo per alcune istantanee scattate durante una festa nella sua villa di Como.
* la Repubblica, 6 dicembre 2006