Crescono in città le adesioni al Movimento politico di Mussi e Berlinguer “SINISTRA DEMOCRATICA”: una sinistra nuova, laica, del lavoro, della cultura e dell’ambiente.
Il nuovo Movimento si propone di dimezzare ministri e parlamentari, moralizzare la politica e rinnovare la classe dirigente che si è trasformata in una casta.
L’ambizione è far “tornare in campo” il popolo disperso e sommerso della Sinistra e i cittadini sfiduciati e disincantati per il cattivo esempio fornito dai mestieranti della politica.
E’ diffusa, infatti, nella società civile l’indignazione, suscitata anche dal giornalista Riccardo Icona che ha scoperchiato la pentola del malcostume calabrese con la sua inchiesta “W l’Italia. Pane e politica”.
Sostenere politiche per il lavoro, eliminare la precarietà che sta segnando la vita di una intera generazione, contrastare la povertà nella regione più diseguale d’Europa dove pochissimi sono ricchi e tanti vivono in una situazione di indigenza.
Il costituendo Partito Democratico sta sorgendo sotto il segno della confusione politica e culturale su bioetica e diritti civili, libertà della ricerca scientifica e laicità dello Stato, pace e guerra, welfare e imprese.
Diventa necessaria, quindi, un’ampia riaggregazione delle forze riformiste indispensabili per il progresso del nostro paese.
"Sinistra Democratica" nasce per diventare il motore di una forte e unitaria "casa comune della sinistra italiana" e non per essere una ulteriore sigla di una sinistra frammentata, un ennesimo partitino da aggiungere a quelli già esistenti.
La straordinaria manifestazione nazionale di Roma del 5 maggio ha rappresentato la testimonianza e la volontà che è possibile continuare “a fare qualcosa di sinistra” in un contesto storico dove questione sociale, questione morale e questione democratica sono fortemente intrecciate.
Riccardo Succurro
A un certo punto, Internet esaurisce la sua forza. In questa diatriba, come nelle divergenze teologiche tra Allevato e La Sala, per esempio, io non intendo intervenire. Riguardo al forum debbo essere, per il ruolo che ho nella testata, arbitro imparziale a garanzia della correttezza del dibattito. Per trasparenza universale, il lettore sappia che i messaggi firmati con nomi di fantasia appartengono a persone che hanno scelto di non esporre pubblicamente la propria identità. La Voce di Fiore si impegna, naturalmente, a mantenere tutti i doveri imposti, a riguardo, dalla deontologia professionale. Solo una precisazione, in ordine alla dialettica fra Riccardo Succurro e "Gioacchino". Personalmente, penso che le battaglie, dopo i primi colpi di scherma, debbano condursi su un terreno squisitamente politico. Nel quale il duello può essere più affascinante e più utile alla collettività, perché si capisca e ci si orienti. Sia Riccardo Succurro che "Gioacchino" sanno quanto, alle ultime comunali, giusto per esempio, l’elettorato di sinistra abbia manifestato disapprovazione verso l’Unione locale, che non è riuscita a vincere al primo turno. Può darsi - mi rivolgo soprattutto a Succurro, che ha più esperienza politica del sottoscritto - che se Alleanza nazionale non avesse fatto l’"innocente" bravata che cagionò la ricusazione della sua lista, il risultato politico sarebbe stato altro. A dire il vero, non occorre andare così dentro - e sopra - l’ipotesi, per concludere che la destra ha avuto una sorprendente affermazione, per quanto dipendente dalla leadership di Antonio Barile, piacciano o meno i suoi metodi. Cari "Gioacchino" e Riccardo Succurro, voi sapete che la proposta del movimento di Gianni Vattimo è stata chiara, articolata e inequivocabile. I famosi 100 punti del programma sono sempre attuali, tanto più oggi. Chi amministra dimostra di non ammettere la dimensione pubblica della politica. Alludo, ma solo per esempio, alla vicenda del liceo scientifico e della casa di riposo. Ma potrei dire anche, giusto simbolicamente, d’un bando comunale da 109 mila euro per un audiovisivo sul museo della biodiversità, scritto appositamente per aiutare qualcuno. Il movimento di Vattimo si è schierato da principio per la moralità, denunciando anomalie di vario ordine e grado e alcune situazioni all’interno del palazzo assolutamente strane, assurde. Che cosa dire, ad esempio, del fatto che il capo dell’Ufficio tecnico, Pasquale Tiano, non ha mai risposto ai rilievi mossi da un comitato civico, a proposito dell’ampliamento del panificio dei fratelli Mancina? Che cosa dire delle gravissime irregolarità del suo stesso reparto municipale - omissione d’atti d’ufficio e altro ancora -, a proposito dell’istanza circa un pericolo pubblico in Via Piacenza, su cui, pare, ci sono indagini dei Carabinieri? San Giovanni in Fiore è tutta immorale. E, per ricostruirla, serve l’impegno e la conversione di ognuno. Io mi auguro davvero che ci si convinca delle tesi più volte esposte da Vattimo e da alcuni suoi collaboratori. E spero che non ci siano pregiudizi, nell’impostare un’azione politica collettiva che ci serva a imporre il senso autentico della responsabilità pubblica. Il progetto è audace e comporta, come avvenne nel caso di Vattimo, rinunce e coerenza. Invito i lettori a pronunciarsi.
Cordialmente.
Emiliano Morrone
Gentile Sign. Succurro,
non crede che a giudicare debbano essere i cittadini? Abbiamo fatto questo, abbiamo fatto quest’altro, abbiamo fatto quest’altro ancora....sicchè per un attimo, sinceramente, l’ho confusa con un politico dal calibro di Pericle. Piuttosto, scriva anche le cose che non avete fatto, a cominciare dal cambiamento di provincia (i cui vantaggi erano evidenti anche ai peggior corrotti del malaffare), dalle opere pubbliche incompiute, dalle politiche sociali (Pierluigi Talarico docet), dalle politiche ambientali (d’altro canto i Suoi alleati Verdi in realtà, come tutti sappiamo, tali non sono), ecc ecc. Cosa significa questa bella clausola di stile "questione morale"? E "questione sociale"? Sarebbe molto vantaggioso, in termini di ricerca della verità, chiederlo a un lupo, che per sua natura è animale antisociale.
Cordiali saluti
Vincenzo Tiano