Appello per la Sesta giornata ecumenica del dialogo cristiano - islamico
«costruire speranza e convivialità»
5 ottobre 2007 ultimo venerdì di Ramadan
Care Amiche, Cari Amici,
In vista della sesta giornata ecumenica del dialogo cristiano islamico che quest’anno cade il 5 ottobre prossimo, è opportuno cominciare a riflettere su che cosa è possibile realizzare per fare in modo che quella giornata possa aiutarci a "costruire speranza e convivialità" in un mondo senza più guerre e dove tutti, maschi e femmine, credenti e non credenti, popoli di tutte le etnie e continenti, prendano coscienza del fatto di appartenere alla stessa umanità.
Sentiamo molto pressante la necessità di rilanciare in Italia i temi del dialogo interreligioso, in particolare quello con l’Islam, che vediamo sempre più minacciato e ricacciato indietro, come dimostrano, fra l’altro, anche le vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti studiosi e amici del dialogo come i prof. Stefano Allievi, Renzo Guolo e Paolo Branca.
In questi anni si sono moltiplicate le giornate istituzionali di "dialogo": in realtà i mezzi di comunicazione di massa non cessano di suonare la marcia funebre della guerra e dell’odio fra le nazioni, i popoli, le religioni, le culture diffondendo razzismo e violenza.
La differenza, come sempre, la può fare l’iniziativa dal basso, quella che rompe gli schemi delle persone intruppate nelle rispettive appartenenze, quella che mette a contatto donne e uomini delle varie religioni o senza religione che si incontrano per dire che non ne possono più di odio e di religioni al servizio dei potenti di turno, che spingono i propri aderenti a combattere contro altre donne e uomini di fede diversa.
Invitiamo perciò tutte le comunità cristiane e quelle islamiche, a voler rimettere insieme dal basso tutte quelle forze che negli scorsi anni si sono date da fare per realizzare la giornata del dialogo cristiano islamico.
Vi invitiamo a formulare appelli locali costruiti insieme fra cristiani e musulmani, per sollecitare quanti si sono sbandati sotto i colpi dei nemici della pace e stanno pian piano perdendo la speranza.
Occorre muoversi prima che sia troppo tardi perché, come tutte le piante, anche quella del dialogo ha bisogno di cure, di concime, di dissodamento del terreno, di potatura dei rami secchi per ridare nuova vita a tutto il tronco. C’è bisogno anche di validi contadini che sappiano fare tutto questo se si vuole raccogliere frutti buoni.
Abbiamo bisogno gli uni degli altri per poter lasciare il mondo migliore di come ognuno di noi lo ha trovato.
Sollecitiamo le organizzazioni cristiane e musulmane che in questi anni si sono mobilitate per il dialogo a tenere incontri congiunti, magari utilizzando il periodo estivo durante il quale ogni organizzazione da vita a momenti di riposo e riflessione. Che ognuno si sforzi di pensare a cosa poter fare e su quali temi, partendo dalla propria realtà locale, per rimettere in moto il popolo del dialogo.
Ci auguriamo che nella prossima Terza Assemblea Ecumenica di Sibiu del 4-9 settembre possa essere avanzata l’idea di una giornata ecumenica di dialogo cristiano islamico a livello europeo.
Ci auguriamo che anche quest’anno si possa fare tutt’insieme uno sforzo sulla via del dialogo e della pace.
Con un sincero augurio di
Shalom, salaam, pace
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Per l’elenco completo dei firmatari dell’Appello, per tutti i materiali ad esso relativi e per le iniziative in corso si può visitare il sito:
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Sul tema, nel sito, si cfr.
FLS
L’Irpinia piange la scomparsa di Giovanni Sarubbi
Il direttore del periodico montefortese "Il Dialogo" si è spento all’età di 69 anni
di Redazione (Avellino-Today, 07 aprile 2021).
L’Irpinia è in lutto per la scomparsa di Giovanni Sarubbi, direttore del periodico "Il Dialogo", deceduto all’età di 69 anni a causa di complicazioni sorte in seguito a un ricovero presso il "Moscati" di Avellino.
Fermo sostenitore del pacifismo e dell’interculturalismo religioso, Sarubbi risiedeva a Monteforte Irpino, sede della testata online. A ricordarlo, in una nota, la Cgil di Avellino : "Abbiamo appena saputo che ci ha improvvisamente lasciati il Compagno Giovanni Sarubbi Compagno storico e leale, dal profondo senso etico che quotidianamente ha esercitato. La sua storia politico sindacale viene dalle battaglie metalmeccaniche a Pomigliano ex Alenia e presso la struttura Cgil Camera del Lavoro di Pomigliano. Studioso, attento e sensibile, lettore della società e fervente pacifista comunista nell’accezione totalizzante del combattere le disuguaglianze e le ingiustizie sociali ed economiche. È andato via prematuramente, all’improvviso, lasciandoci attoniti, lasciando la famiglia, e come in tanti altri casi, troppi, in questi lunghi mesi di pandemia non potremo stare vicini ed onorare adeguatamente il defunto, Compagno Giovanni. Tutta la Cgil si stringe alla famiglia, la moglie Lucia, le figlie Sara e Amanda, il genero e le nipoti, che la terra gli sia lieve. RIP Le esequie di Giovanni Sarrubi domani 8 aprile alle ore 10:00 presso Chiesa dell’Annunziata a Mercogliano (Av) le esequie sono con presenze ridotte per via del COVID".
Queste le parole del sindaco di Monteforte Irpino, Costantino Giordano: "La struggente notizia della scomparsa di Giovanni Sarubbi lascia un vuoto, un grande senso di sconforto in tutti noi. Perdiamo un concittadino onesto, preparato, leale, sincero. Perdiamo un giornalista attento, un uomo da sempre impegnato nelle lotte di carattere politico e sociale. Ma soprattutto perdiamo un amico. Un uomo che la nostra comunità ha conosciuto nel corso degli anni e che si è fatto voler bene da tutti per ciò che realmente era: una persona perbene. L’Amministrazione Comunale di Monteforte Irpino esprime il proprio cordoglio e porge le più sentite condoglianze alla famiglia. Che la terra ti sia lieve, Giovanni".
A due giorni dalla celebrazione della VI Giornata ecumenica del dialogo cristiano islamico sono oltre un centinaio le iniziative che si svolgeranno in tutta Italia in occasione dell’ultimo venerdi’ di Ramadan del 5 ottobre. Molte e significative sono anche le adesioni sia di singoli che di organizzazioni cristiane e islamiche.
Importanti iniziative sono segnalate a Genova-Cornigliano, Torino, Acqui Terme, Chieri, Bologna - Sasso Marconi, Napoli, Avellino,Salerno, Roma, Pescara, Desio,Sassuolo Fiorano, Cagliari, Vicenza,S. Zeno di Colognola ai Colli (VR), Cento-Pievese, Acquedolci - Messina, Palermo, Trentino Alto Adige, Massa Carrara, Reggio Calabria, Caserta. In molte città, come già accaduto negli scorsi anni, le iniziative proseguiranno anche oltre il 5 ottobre.
All’iniziativa di Roma, che si svolgerà nella Grande Moschea, è annunciato un messaggio di saluto del presidente della Camera dei Deputati On.le Fausto Bertinotti.
Segnaliamo inoltre l’operazione Moschea aperta, avviata da alcuni giovani musulmani, che ha coinvolto oltre venti luoghi di culto islamici disponibili ad aprire le porte a quanti vorranno, in segno di accoglienza e trasparenza.
Per l’elenco completo delle adesioni, degli appuntamenti e per articoli e materiali di approfondimento vai alla pagina:
http://www.ildialogo.org/islam/cristianoislamico.htm
Segnaliamo infine come l’esperienza del dialogo fra cristiani e musulmani sta cominciando a diventare una realtà anche internazionale.
All’indirizzo:
http://www.ildialogo.org/islam/dialogo2007/UFC13092007.htm E’ possibile leggere un’esperienza di dialogo interreligioso nel cuore del Sahel in Burkina Faso fra cristiani e musulmani che abbiamo ricevuto da Joachim Ouédraogo (vescovo di Dori, Burkina Faso).
Sono tutti importanti segnali che consentiranno di «costruire speranza e convivialità».
Con un sincero augurio di
Shalom, salaam, pace
Il Comitato Organizzatore
Roma, li 3-10-2007
il dialogo - Periodico di Monteforte Irpino
Via Nazionale, 51 - 83024 Monteforte Irpino (AV) - Tel: 333-7043384 / 339-4325220
Email redazione: redazione@ildialogo.org
Email direttore: direttore@ildialogo.org
Sito: http://www.ildialogo.org
Un appello ai delegati del terzo incontro ecumenico di Sibiu: istituire una giornata di dialogo cristiano islamico a livello europeo *
Si apre domani a Sibiu in Romania il terzo incontro ecumenico europeo che avrà per tema “La luce di Cristo illumina tutti. Speranza di rinnovamento ed unità in Europa”. Nel salutare ed augurare buon lavoro a tutte le delegazioni che fino al 9 settembre cercheranno di rilanciare l’ecumenismo in Europa, superando le gravi difficoltà che sta vivendo il processo ecumenico, vogliamo sottoporre loro l’esigenza di mettere al centro di tale incontro anche il dialogo con le altre religioni. Siamo convinti che l’ecumenismo cristiano può essere rafforzato se è capace di aprirsi al dialogo con le altre religioni. Particolarmente urgente, vista la congiuntura internazionale che stiamo vivendo, è il dialogo con l’islam che è fondamentale per fermare la guerra e costruire un mondo di pace.
Per tale motivo ed in vista della “Sesta giornata ecumenica del dialogo cristiano islamico” che si celebrerà in Italia il prossimo 5 ottobre 2007, facciamo appello alle delegazioni riunite a Sibiu affinché analoga giornata di dialogo con l’islam venga istituita a livello europeo.
Con un sincero augurio di
Shalom, salaam, pace
Il Comitato Organizzatore della sesta giornata ecumenica del dialogo cristiano islamico
Roma, li 3 settembre 2007
Segnaliamo che alla seguente pagina web :
http://www.ildialogo.org/islam/dialogo2007/metriali12072007.htm
è possibile scaricare il testo dell’appello e la locandina (che è stata aggiornata) per la sesta giornata ecumenica del dialogo cristiano islamico.
Un appello contro le liste di proscrizione di Magdi Allam
Appello publicato dalla rivista Reset
Senza entrare nel merito delle accuse specifiche rivolte nell’ultimo libro di Magdi Allam a singoli colleghi noti a chiunque si interessi di questioni relative al Medio Oriente e all’islam non solo come ricercatori seri e qualificati, ma persino come persone coinvolte in svariate forme di impegno civile, intendiamo pro testare fermamente davanti alla sfrontatezza di chi afferma che le università italiane «pullulano» di docenti «collusi con un’ideologia di morte profondamente ostile ai valori e ai principi della civiltà occidentale e all’essenza stessa della nostra umanità».
Ci pare davvero eccessivo che quanti, in sede di dibattito scientifico e civico, esprimono posizioni differenti da una pretesa unica «verità interpretativa» divengano automaticamente estranei a universali valori di civiltà o, addirittura, alieni dalla comune umanità. Una tale impostazione non solo è lontanissima dallo spirito e dai valori di una democrazia costituzionale - e molto più in linea con ideologie totalitarie - ma si pone anche a siderale distanza dal senso critico che sta alla base della ricerca storica e scientifica e dalla stessa, difficile ma essenziale, missione dell’informazione giornalistica in una società plurale. Tutto ciò rischia di contribuire, purtroppo, al preoccupante imbarbarimento dell’informazione in un paese come il nostro che già si trova a pagare un prezzo troppo alto alle varie forme di partigianeria che lo travagliano. Già abbiamo visto sentenze discutibili coinvolgere colleghi noti per la loro serietà ed equilibrio nell’affrontare il tema dell’islam, con addirittura condanne penali che prevedono la pena detentiva.
Il giornalismo rischia di cadere in una logica da tifo calcistico piuttosto che analitica e razionale, soprattutto quando si toccano temi delicati e sensibili come quelli religiosi e, in particolare, relativi all’islam ed alle questioni legate all’ area medio-orientale. La libertà di ricerca ne paga il prezzo, schiacciata tra opposti estremismi interpretativi, e non solo. Ci auguriamo che tali tendenze trovino presto voci più equilibrate e meno partigiane a contrastarle, e che queste trovino a loro volta ascolto nel mondo dell’informazione, in quello politico, in quello culturale e in quello religioso.
Le adesioni
Paolo Branca
David Bidussa
Giancarlo Bosetti
Enzo Bianchi
Gadi Luzzatto Voghera
Angelo d’Orsi
Paolo De Benedetti
Nasr Hamid Abu Zayd
Nina zu Fürstenberg
Giovanni Miccoli
Marco Varvello
Alberto Melloni
Agostino Giovagnoli
Ombretta Fumagalli Carulli
Patrizia Valduga
Michelguglielmo Torri
Pippo Ranci Ortigosa
Anna Bozzo
Dario Miccoli
Isabella Camera D’Aff l i t t o
Francesca Corrao
Ugo Fabietti
Brunello Mantelli
Sumaya Abdel Qader
Diego Abenante
Giorgio Acquaviva
Roberta Adesso
Claudia Alberico
Marco Allegra
Massimo Alone
Daniela Amaldi
Maurizio Ambrosini
Sara Amighetti
Lubna Ammoune
Michael Andenna
Giancarlo Andenna
Carlo Annoni
Caterina Arcidiacono
Barbara Armani
Monica Bacis
Pier Luigi Baldi
Anna Baldinetti
Giorgio Banti
Gianpaolo Barbetta
Roberto Baroni
Elena Lea Bartolini
Annalisa Belloni
Giovanni Bensi
Michele Bernardini
Giovanni Bernardini
Francesca Biancani
Giovanna Biffino Galimbert i
Valentino Bobbio
Giuliana Borello
Franco Brambilla
Daniela Bredi
Alberto Burgio
Paola Busnelli
Maria Agostina Cabiddu
Fabio Caiani
Alfredo Canavero
Paolo Cantù
Fanny Cappello
Franco Cardini
Paola Caridi
Lorenzo Casini
Fabrizio Cassinelli
Paolo Ceriani
Maria Vittoria Cerutti
Francesco Cesarini
Michelangelo Chasseur
Antonio Chizzoniti
Franca Ciccolo
Cornelia Cogrossi
Chiara Colombo
Annamaria Colombo
Silvia Maria Colombo
Alessandra Consolaro
Giancarlo Costadoni
Antonio Cuciniello
Giovanni Curatola
Irene Cusmà
Cinzia Dal Maso
Monia D’Amico
Laura Davì
Francesco D’Ayala
Fulvia De Feo
Fulvio De Giorgi
Paolo di Giannatonio
Miriam Di Paola
Rosita Di Peri
Maria Donzelli
Camille Eid
Fabrizio Eva
Guido Federzoni
Alessandro Ferrari
Valeria Ferraro
Nicola Fiorita
Francesca Flores d’Arcais
Filippo Focardi
Daniele Foraboschi
Guido Formigoni
Ersilia Francesca
Annalisa Frisina
Carlo Galimberti
Enrico Galoppini
Laura Galuppo
Antonella Ghersetti
Mauro Giani
Aldo Giannuli
Manuela Giolfo
Fabio Giomi
Emanuele Giordana
Demetrio Giordani
Gianfranco Girando
Elisa Giunghi
Carlo Giunipero
Anna Granata
Francesco Grande
Fabio Grassi
Maria Grazia Grillo
Laura Guazzone
Rachida Hamdi
Abdelkarim Hannachi
Ali Hassoun
Alexander Hobel
Giuseppina Igonetti
Virgilio Ilari
Massimo Jevolella
Massimo Khairallah
Chiara Lainati
Giuliano Lancioni
Filippo Landi
Angela Lano
Clemente Lanzetti
Paolo La Spisa
Raffaele Liucci
Claudio Lojacono
Silvia Lusuardi Siena
Monica Macchi
Paolo Maria Maggiolini
Paolo Magnone
Roberto Maiocchi
Diego Maiorano
Gabriele Mandel Khan
Patrizia Manduchi
Ermete Mariani
Annamaria Martelli
Paola Martino
Elisabetta Matelli
Vincenzo Matera
Gabriella Mazzola Nangeroni
Carlo Maria Mazzucchi
Alessandro Mengozzi
Alvise Merini
Saber Mhadhbi
Ferruccio Milanesi
Stefano Minetti
Marco Mozzati
Vincenzo Mungo
Beniamino Natale
Enrica Neri
Sergio Paiardi
Francesco Pallante
Monica Palmeri
Simona Palmeri
Maria Elena Paniconi
Irene Panozzo
Michele Papasso
Daniela Fernanda Parisi
Antonio Pe
Fausto Pellegrini
Claudia Perassi
Alessio Persic
Marta Petricioli
Martino Pillitteri
Daniela Pioppi
Paola Pizzo
Alessandro Politi
Paola Pontani
Antonietta Porro
Gianluca Potestà
Rossella Prandi
Elena Raponi
Savina Raynaud
Riccardo Redaelli
Giuseppe Restifo
Michele Riccardi
Franco Riva
Marco Rizzi
Maria Adele Roggero
Maria Pia Rossignani
Ornella Rota
Monica Ruocco
Rassmeya Salah
Ruba Salih
Brunetto Salvarani
Giovanni Sambo
Marco Sannazaro
Paolo Santachiara
Milena Santerini
Maria Elena Santomauro
Cinzia Santomauro
Giovanni Sarubbi
Federico Ali Schuetz
Giovanni Scirocco
Deborah Scolart
Lucia Sgueglia
Ritvan Shehi
Rita Sidoli
Stefano Simonetta
Piergiorgio Simonetta
Lucia Sorbera
Carlo Spagnolo
Salvatore Speziale
Stefania Stafutti
Oriella Stamerra
Giovanna Stasolla
Piero Stefani
Alessandra Tarabochia
Dario Tarantini
Maurizio Tarocchi
Andrea Teti
Massimiliano Trentin
Emanuela Trevisan Semi
Lorenzo Trombetta
Michele Vallaro
Marisa Verna
Marco Francesco Veronesi
Fabrizio Vielmini
Edoardo Villata
Franco Zallio
Patrizia Zanelli
Francesco Zappa
Luciano Zappella
Boghhos Levon Zekiyan
Ida Zilio Grandi
Raffaello Zini
Il giorno del processo di Hina
Il 28 giugno a Brescia davanti al tribunale le donne dell’Acmid (Associazione Donne Marocchine) si riuniscono per chiedere la costituzione di parte civile al processo contro gli assassinio della ventenne pakistana Hina Salem,uccisa un anno fa perchè non voleva vivere secondo la legge religiosa e patriarcale della sua famiglia. La rivista di donne MAREA ha girato questa testimonianza.
Visita il sito: www.mareaonline.it
Arcoiris TV - Per vedere il filmato clicca qui!
comunicato di solidarietà a Dounia Ettaib
L’ Associazione Italiana Giuristi Democratici :
esprime il proprio sconcerto per gli episodi misogini che hanno seguito la manifestazione pacifica contro il femminicidio svoltasi in occasione dell’udienza del relativo processo, davanti al Tribunale di Brescia;
esprime la propria sentita solidarietà a Dounia Ettaib, vice presidente lombarda dell’Associazione donne marocchine in Italia, per l’aggressione e le minacce rivolte nei suoi confronti, perché questo atto di violenza patriarcale non affievolisca il Suo impegno per l’autodeterminazione delle donne marocchine;
auspica che venga fatta luce su tali episodi di negazione violenta della dignità e del diritto all’autodeterminazione delle donne;
si auspica che le Istituzioni si impegnino per garantire il diritto delle donne a manifestare pubblicamente per il riconoscimento dei propri diritti, e sostengano iniziative di carattere sociale e culturale volte a promuovere ogni forma di manifestazione di libertà di espressione, di pensiero, di azione da parte delle donne migranti.
Respinge ogni tentativo di strumentalizzazione dell’episodio da parte di forze politiche razziste per le loro campagne antiislamiche e antiarabe.
Roma, 2 luglio 2007
Processo per la morte di Hina, manifestazione in tribunale
Il presidio è stato orrganizzato dall’Associazione delle donne marocchine. Adesioni trasversali. La presidente dell’Acmid Souad Sbai: «Nessuna strumentalizzazione politica»
di Cinzia Gubbini (il manifesto, 28.06.2007)
Si apre stamattina a Brescia l’udienza preliminare per l’omicidio di Hina Saleem, la ventiduenne pachistana uccisa e sepolta nel giardino dell’abitazione dei suoi genitori e per il quale sono imputati suo padre, suo zio e due cognati. Hina, che conviveva da qualche tempo con il suo fidanzato italiano, fu uccisa perché si ribellava al codice comportamentale che la sua famiglia voleva imporle.
Il caso di Hina è stato il più eclatante tra le molte storie di violenze a carico delle donne straniere che vivono in Italia, e ha infuocato il dibattito politico. Stamattina davanti al tribunale, a mostrare solidarietà e a protestare contro la violenza sulle donne, ci saranno anche molte altre donne, italiane e straniere, che arriveranno da diverse città d’Italia.
Ad organizzare il presidio - l’appuntamento è alle 8,30 in via Moretto 78 - è stata l’Associazione delle donne marocchine, presieduta da Souad Sbai, che ha anche chiesto di potersi costituire parte civile al processo in corso. Stessa cosa ha annunciato il ministero delle Pari opportunità.
Inutile negare che la associazione guidata da Sbai non raccoglie molte simpatie a sinistra: l’associazione svolge un lavoro giudicato meritorio con le donne straniere, ma contemporaneamente si schiera a favore di questioni di tutt’altro tenore, come la Carta dei Valori, o addirittura il recente Family Day. Tra le maggiori «sponsor» dell’Acmid la deputata di Alleanza nazionale Daniela Santanchè, che ha partecipato all’organizzazione del presidio. Proprio per questo è interessante osservare come l’iniziativa dell’Associazione donne marocchine sull’omicidio di Hina Saleem ha raccolto adesioni trasversali. Un esempio, una volta tanto, della politica che si fa sui contenuti, aldilà delle appartenenze. Alla decisione di costituirsi come parte civile sono arrivate le adesioni - tra l’altro - dell’Associazione usciamo dal silenzio, e il sostegno dell’Unione delle donne italiane (Udi).
Stamattina, davanti al tribunale, ci sarà anche una delegazione del centro interculturale Trama di Terre di Imola. Spiega la sua presidente, Tiziana Dal Pra: «Lavorando anche nell’accoglienza abitativa tocchiamo con mano quanto sia serio il problema della violenza sulle donne straniere, ma anche il problema della loro solitudine, della mancanza di punti di riferimento. La questione della violenza riguarda certamente e in larga parte le donne italiane, ma non c’è dubbio che le donne straniere vivono una doppia discriminazione - dice Dal Pra - per questo abbiamo trovato debole la mobilitazione del movimento femminile italiano di fronte all’atroce morte di Hina. E abbiamo deciso di esserci. Inutile dire che una come me non ha nulla a che spartire con Daniela Santanchè o con chi va al Family Day ma questo non ci può impedire di esserci. Io sono stufa di partecipare ai dibattiti. Penso sia arrivato il momento di trovare forme di mobilitazione per un femminismo interculturale. Non saremo strumentalizzate se avremo le idee chiare, e le abbiamo: la violenza sulle donne non ha né colore né religione. Ma ha un sesso: quello maschile».
Sulla stessa linea la direttrice del centro interculturale di Torino Alma Mater, Anna Ciciaco: «Non ci saremo più che altro perché non ne sapevamo nulla. Ma abbiamo parlato molto del caso di Hina, la violenza sulle donne è in aumento in modo preoccupante e tutte le forme di mobilitazione che ci aiutino ad uscire dal silenzio sono importanti e vanno sostenute». Non ha ricevuto comunicazioni sul presidio neanche la deputata del Prc Mercedes Frias, donna di origine straniera e impegnata da anni sul fronte delle questioni femminili: «Tenere l’attenzione alta è fondamentale. Anche se, dalla mia visuale nel "palazzo", non posso non osservare come sul caso di Hina ci sia stata una reazione che purtroppo non spetta ai tanti altri casi di violenza. Trovo mortale la volontà di focalizzare il problema sulla cultura: non ci sono culture che dicono di ammazzare le donne, ma in tutte le culture è presente l’idea del dominio e del controllo sul corpo della donna». Per quanto riguarda il presidio di stamane, spiega Souad Sbai: «La nostra non è una battaglia religiosa. E non vogliamo essere strumentalizzate politicamente, perché tra le nostre fila ci sono donne di tutti gli orientamenti politici».
Hina: aggredita esponente di Acmid
Dounia Ettaib spinta e minacciata vicino a viale Jenner *
(ANSA) - MILANO, 29 GIU - Dounia Ettaib, vice presidente lombarda dell’Acmid ha denunciato un’aggressione a Milano nei pressi della moschea di viale Jenner. La circostanza e’ in corso di accertamento da parte delle forze dell’ordine. L’associazione delle donne marocchine in Italia, proprio ieri, aveva chiesto senza ottenerlo di costituirsi parte civile nel processo per l’omicidio di Hina Saleem, la ragazza pakistana uccisa dai famigliari. Due connazionali avrebbero spinto la donna minacciandola pesantemente.
* ANSA Notizia del 29 giugno 2007 - 21:15
(ANSA) - MILANO, 1 LUG - Dounia Ettaib, la marocchina aggredita da due connazionali, verra’ scortata. ’Ho paura - dice - ma portero’ avanti il mio impegno’. Tra le donne che avevano partecipato alla manifestazione davanti al palazzo di giustizia di Brescia per la vicenda di Hina, la ragazza pakistana uccisa nel bresciano dal padre e da altri parenti, c’era anche Dounia, vice presidente lombarda dell’Associazione donne marocchine in Italia. Proprio il suo attivismo sarebbe stato all’origine delle minacce.
* ANSA » 2007-07-01 14:00
HINA, PROCESSO RINVIATO AL 24 OTTOBRE *
BRESCIA - Hanno chiesto di essere giudicati tutti e quattro con il rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena, il padre e altri tre parenti di Hina Saleem, la ragazza pachistana uccisa l’11 agosto dell’anno scorso a Sarezzo, in Val Trompia, nel bresciano. Il giudice Silvia Milesi ha pertanto rinviato il processo al 24 ottobre prossimo per la discussione nel merito.
DECINA IN ATTESA DAVANTI AL TRIBUNALE
Decine di persone hanno atteso, davanti al tribunale di Brescia, l’inizio dell’udienza preliminare per l’omicidio di Hina Saleem, la ragazza pachistana di 20 anni, uccisa nell’agosto scorso nel Bresciano e per il cui delitto sono imputati il padre e altri tre suoi familiari. Un gruppo di donne ha esposto uno striscione con la scritta: ’Io sono Hina’ mentre alcuni dei presenti hanno portato bandiere della Lega Nord. Presente anche l’on. Daniela Santanché, presidente dei circoli D-Donna ed esponente di An. Secondo la ricostruzione dell’accusa, il delitto maturò dopo il cosiddetto ’consiglio di famiglia’ durante il quale la ragazza fu condannata per i suoi costumi troppi liberi. Il fidanzato di Hina, un giovane bresciano, ha manifestato l’intenzione di costituirsi parte civile.
PULLMAN DA TUTTA ITALIA
Sono almeno tre i pullman giunti da Milano, Roma e Torino con a bordo donne musulmane dell’ associazione Acmid giunte a Brescia per l’udienza preliminare per l’omicidio di Hina Saleem, la pachistana uccisa nel Bresciano l’11 agosto scorso. In aula è presente il padre della giovane ammazzata a Sarezzo, in Valle Trompia. Le donne musulmane dell’Acmid hanno manifestato l’intenzione di costituirsi parte civile, così come il fidanzato di Hina, Giuseppe Tempini.
IMAM: VITTIMA IGNORANZA DI SUO PADRE
Per Abdellah Mechnoune, imam itinerante residente a Torino, Hina Saleem, la ragazza pachistana uccisa nel Bresciano, è stata "vittima dell’ ignoranza del padre" e non ha contravvenuto ad alcuna regola del Corano. "Sono qui per appoggiare la manifestazione e condannare questo gesto - ha detto l’imam mentre è in corso a Brescia l’udienza preliminare per l’omicidio che vede imputato il padre di Hina, reo confesso, e tre suoi parenti - si tratta di un assassino che ha ucciso sua figlia perché aveva costumi occidentali". "Avere costumi occidentali non viola nessuna norma del Corano - ha spiegato l’imam - ’io vedo cosa avete nel vostro cuore, non cio’ che avete all’esternò, recita il Corano". In mattinata c’era stato qualche momento di tensione tra i musulmani presenti e alcuni esponenti della Lega Nord che avevano esposto uno striscione con la scritta: ’Hina vittima dell’Islam’. Lo striscione è stato poi fatto togliere.
PM: SI’ A PARTE CIVILE FIDANZATO E ACMID
Il pm di Brescia Paolo Guidi si è detto favorevole alla costituzione di parte civile di Giuseppe Tempini, fidanzato di Hina Saleem, la ragazza pachistana uccisa nel bresciano l’anno scorso, e della Acmir, l’associazione donne musulmane oggi presente all’udienza preliminare, davanti al Gip Silvia Milesi, che vede imputati il padre della giovane uccisa e tre suoi familiari. Lo ha spiegato, fuori dall’aula, l’avvocato dell’Acmir Sandro Meregalli il quale ha parlato di "atmosfera pacata" nel corso dell’udienza che si svolge a porte chiuse e che vede la presenza del padre di Hina e di un suo zio, mentre gli altri due imputati hanno rinunciato a presenziare. "Quello che può apparire inquietante - ha commentato il legale - è l’indifferenza dei due, mentre la madre è entrata piangendo".
NO A COSTITUZIONE PARTE CIVILE ACMID
Il gup Silvia Milesi non ha ammesso la costituzione di parte civile dell’associazione di donne marocchine Acmid nel procedimento per l’omicidio di Hina Saleem, la ragazza pachistana uccisa dal padre, reo confesso, l’11 agosto dell’anno scorso.
SANTANCHE’: DA PADRE ATTEGGIAMENTO MINACCIOSO
L’onorevole Daniela Santanché, presente oggi all’udienza preliminare per l’omicidio di Hina Saleem, ha riferito che il padre della ragazza pachistana uccisa, in aula ha avuto un atteggiamento minaccioso. La parlamentare ha riferito che quando lei e Anselma Dall’Olio, moglie di Giuliano Ferrara, sono entrate in aula l’imputato ha cominciato a gesticolare per spiegare che non le voleva presenti. Ha avuto toni molto critici l’onorevole Daniela Santanché (An) nel commentare la decisione del giudice Silvia Milesi di non accogliere la richiesta di costituzione di parte civile dell’associazione di donne marocchine Acmid nel processo per l’omicidio per la ragazza pakistana Hina Saleem. "E’ una pagina orrenda della giustizia - ha detto la parlamentare -. Un pessimo esempio per le future generazioni. Qui non ha vinto Hina, ma chi l’ha sgozzata e, in aula, ha mostrato un atteggiamento di orgogliosa rivendicazione di quel terribile gesto". A chi le faceva notare che la decisione era stata presa da un giudice donna, Santanché ha commentato: "Le donne non hanno ancora capito che si vince in squadra, che se non si è unite si perde". Alcune delle donne presenti davanti al tribunale di Brescia hanno gridato "vergogna" non appena appreso della decisione.
* ANSA » 2007-06-28 13:58
MONICA LANFRANCO: UNA LETTERA DI SOLIDARIETA’ ALLE DONNE MAROCCHINE DOPO L’AGGRESSIONE AD UNA DI LORO
[Riceviamo e diffondiamo. Dounia Ettaib e’ la presidente della sezione lombarda (e vicepresidente nazionale) dell’Associazione delle donne marocchine Acmid-donna; ha subito un’aggressione e gravissime minacce all’indomani della manifestazione contro la violenza sulle donne in occasione dell’apertura del processo per l’uccisione di Hina Saleem; attualmente e’ costretta a vivere sotto scorta] *
Care tutte, care Souad,
vorrei esprimere tutta la mia solidarieta’, e quella della redazione di "Marea" per l’aggressione contro Dounia Ettaib, vostra attivista appassionata e coraggiosa per i diritti delle donne. Vorrei dire che il vostro impegno e’ il nostro, da sempre e per il futuro; finche’ non si afferma, forte e chiaro, che va spezzata la connesione tra patriarcato, sessismo e fondamentalismo religioso tutte le donne, e anche gli uomini che le sostengono, saranno in pericolo dovunque. Cosi’ come in pericolo saranno la liberta’ e l’autodeterminazione di tutte, che possono prosperare solo con l’aiuto di una societa’ laica e condivisa.
Grazie per il vostro lavoro, pur nella paura e nello sgomento per la doppia violenza subita (la non ammissione di parte civile al processo contro gli assassini di Hina e l’intimidazione a Dounia) vi prego: non smettete di alzare la voce.
* NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 140 del 4 luglio 2007
Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it