Mondo

L’aumento di impiccagioni in Iran è segno evidente di un regime in declino - di Mohsen Hamzehian

sabato 2 agosto 2008.
 

Premessa

Storicamente il comportamento dello stato iraniano (anche durante la dinastia Pahlavi) risulta essere un elemento fondamentale negli equilibri del medio e vicino Oriente. Oggi agisce attraverso il sostegno ai miliziani di Hezbollah in Libano, al movimento Hamas in Palestina/Israele, sostiene il governo ereditario di Bashir Assad della Siria, il movimento sciita di Moghtadar al Sadr contemporaneamente al governo Al Maliki dell’Iraq. Per ultimo, ma non meno importante, non si dimentichi la sua presenza massiccia in Afghanistan.

A queste alleanze politiche si deve aggiungere una sorta di ricatto energetico di cui l’Iran dispone. L’Iran risulta essere una cassaforte di fonti energetiche attuali e future dello scenario mondiale, a cominciare dal petrolio: il suo export è di circa 8 milioni di barili al giorno. Ma se pensiamo che possiede il 17% del gas naturale complessivo, comprendiamo perché il suo peso non sia indifferente.

Il potere di ricatto è così forte da imporre una passività politica anche alla Comunità Europea che a volte sembra dimenticare i gravi problemi dei 70 milioni iraniani, che oltre ad essere privati di diritti di ogni genere, sono anche depauperati della ricchezza economica di cui gode lo stato teocratico iraniano.

Fatti

Dietro allo sceneggiato del nucleare iraniano, c’è la realtà di 29 persone giustiziate in un solo giorno nel carcere di Evin.

Illegalità, anarchia del potere centrale, abusi di potere, umiliazioni, offese personali e sociali, sono le caratteristiche specifiche di un regime malato. I suoi responsabili, per poter sopravvivere, saccheggiano la ricchezza del paese ed affliggono la popolazione. Pertanto, uno degli strumenti di controllo è uccidere in massa le persone per dare un messaggio intimidatorio all’intera nazione. Inoltre il governo giureconsulto della Repubblica Islamica dell’Iran, essendosi auto-proclamato rappresentante della divinità, non deve rispondere a nessuno di ciò che commette contro l’umanità.

Nel 2007, per l’ennesimo anno, l’Iran ha ottenendo la medaglia d’argento per quanto riguarda il ricorso alla pena capitale, dopo la Cina, con136 persone uccise in più rispetto al 2006. Senza dimenticare che attualmente tra le migliaia di persone in attesa di esecuzione capitale ci sono anche 114 minorenni condannati a morte (vedi il sito per elenco dei minorenni - http://www.iranhumanrights.com)

Nel gruppo dei giustiziati di questi giorni, oltre ad alcuni spacciatori di droga, figuravano anche gli organizzatori del movimento spontaneo contro la razionalizzazione della benzina (il 2° produttore di Gas e 3° di Petrolio oggi si trova a razionalizzare la benzina, poiché i soldi dei petrodollari vanno nelle tasche dei mafiosi al potere oppure per l’acquisto degli armamenti! ).

La presenza del Presidente Mahmud Ahmadinejad, fedele servo del Passdaran, a Roma nel mese di Giugno 2008, oltre alla sceneggiata ridicola delle sue dichiarazioni demenziali, ha rappresentato un momento negativo per la comunità democratica iraniana in Italia: alla conferenza stampa il Presidente ha negato la partecipazione ad un giornalista regolarmente iscritta all’albo professionale da molti anni e impegnato per la rivendicazione dei diritti umani in Iran, dando la precedenza ai parlamentari di estrema destra al potere e ad alcuni iraniani invitati alla sera. Il tutto all’hotel Hilton di Roma.

Il regime della R.I.I. appare come un animale selvaggio mortalmente ferito, capace di manifestare la massima brutalità.

Tre motivi gli impongono di essere sempre più feroce:

1. l’accerchiamento internazionale, le sanzioni politiche ed economiche della comunità internazionale

2. lo sviluppo del movimento contro il caro vita (alcuni titolari di web blog sono stati uccisi oppure sono in attesa del giudizio)

3. la lacerazione sempre più evidente tra varie fazioni al potere (vedi l’ennesimo rimpasto dei ministri: gli ultimi riguardano i Ministri dell’ Economia e della viabilità) e tra la maggioranza e la minoranza nel Parlamento.

Nella terza decade del mese di Luglio 2008, mentre l’Iran si tra preparando a commemorare l’anniversario del massacro di oltre 5000 prigionieri ordinato dall’ayatollah Khomeini (si rimanda qui al manoscritto del capo spirituale della religione islamica sciita dell’Iran), ci sono state decine e decine di violazioni dei diritti umani, tra queste si possono elencare le più significative:

-  divieto di commemorazione della morte del poeta Ahamd Shamlu (candidato premio Nobel per la letteratura)

-  oltre 30 impiccati negli ambienti pubblici

-  censura totale e chiusura di almeno due periodici studenteschi

-  rapimento di persone nella città di Tabriz e sigillo delle dimore delle stesse

-  rapimento e tortura nei confronti di minorenni

-  espulsioni di giornalisti stranieri

-  pensionamento forzato e in anticipo di 9 docenti delle università iraniane

-  arresto di due scrittori membri dell’associazione degli scrittori dell’Iran

A questo si dovrebbero aggiungere gli scioperi dei lavoratori, i suicidi, i licenziamenti e tutto in soli tre giorni.

La rete internazionale dei diritti umani, nel suo ultimo bollettino del mese di giugno e luglio

(dal 21.06.08 al 21.07.08), denuncia centinaia di violazioni dei diritti umani, tra queste quelle di oltre cento operai, studenti e attiviste del movimento delle donne, divenuti desaparasidos.

Conclusione:

-  Il governo di giureconsulto non pùo essere il rappresentante della divinità ed essere contemporaneamente il detentore del potere temporale. Il binomio della Repubblica e del giureconsulto non può essere vincente: la presenza dell’uno scredita l’altro, uno dichiara di appartenere all’epoca dei Califfati e l’altro alla modernità. Naturalmente lo Stato iraniano è dipendente dal primo

-  Le sanzioni economiche, determinate dalla crisi del nucleare, rendono la società dipendente più che mai dall’occidente e colpiscono gli strati meno abbienti, con i prezzi di generi alimentari alle stelle, gli affitti insopportabili e la disoccupazione per i lavoratori ed anche per i professionisti

-  Il sistema economico iraniano è un sistema chiuso, cioè oltre l’ 80% di tutte le attività economiche (petrolio, gas, grandi aziende di quasi tutti i comparti produttivi, caviale, pistacchi, tappeti, infrastrutture ecc...), che costituiscono i fondamenti della ricchezza del Paese, sono nelle mani dello Stato islamico. Quindi una piccola parte dell’economia iraniana, che è nelle mani dei privati, per qualsiasi azione di investimento, ha bisogno del nulla osta del regime. I guardiani di Passdaran, a capo del quale c’è il Presidente M. Ahmadinejad, incassano tangenti non indifferenti. Basterebbe chiedere ad una società italiana che lavora in Iran per capire cosa vogliano dire le tangenti in Iran

-  Quasi tutte le aziende italiane in Iran (ad esempio Eni, Mediobanca, Intesa S. Paolo, Monte dei Paschi, Telecom, Snam, Ansaldo, Montedison) continuano a nutrire interessi ed hanno rapporti supermiliardari con il governo degli Ayatollah. La strategia degli industriali italiani nell’ incontro con M. Ahmadinejad a Roma mirava a ricucire le lesioni apportate dalle decisioni della comunità internazionale contro il governo iraniano

La terza sanzione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite n. 1803 contro l’Iran e l’ultima riunione di Ministri degli Esteri della Comunità Europea a Ginevra hanno precisato quanto segue: che la Comunità Europea (proponenti la Francia, l’Inghilterra e la Germania) dovrebbe oltrepassare il contenuto di quello che è previsto nella terza sanzione. Cioè essere più severi nei confronti di Teheran (attenzione, qui di popolo e diritti umani non se ne parla minimamente).

Le sanzioni economiche e commerciali contro l’Iran (che ricordano una dinamiche già vista con l’Iraq) mirano ad impoverire la popolazione e a schiacciare il potere d’acquisto di oltre il 98% della popolazione iraniana (le forbici di guadagno in Iran ogni giorno si allargano). Di fatto il paravento del nucleare iraniano è motivo di saccheggio della ricchezza dell’Iran sfruttando i momenti di interdizioni del commercio (conosciamo bene le triangolazioni di acquisto in particolare degli armamenti: di fatto gli USA non hanno mai smesso di curare i loro interessi da dopo l’occupazione della loro ambasciata a Tehran, ad esempio qualche giorno fa, mentre disponevano delle sanzioni gli USA si accordavano per aprire il loro consolato in Iran dopo circa 30 anni). Io penso che l’occidente deve bloccare i conti dei mafiosi al potere in Iran, chiedere il rispetto dei diritti umani in Iran, agire perché cessino immediatamente le esecuzioni capitali. Sono argomenti che metterebbero in imbarazzo il regime, facendolo sentire disarmato e senza alcuna argomentazione. Sorridono i governanti dell’Iran quando l’Occidente rivendica un nucleare pulito mentre vende in giro per il mondo i pezzi di ricambio oppure firma tramite i suoi consiglieri il nucleare iraniano. Di fatto le sanzioni economiche stanno trasformando l’ Iran in un Paese con un’alta tecnologia militare, chi li fornisce?

Da canto suo il regime della Repubblica dell’Iran, che vuole un “nucleare pacifico”, innanzitutto deve pacificarsi con il suo popolo, con le donne, con gli operai, con gli scrittori, con i poeti, con gli studenti, deve smettere di lapidare le persone, di uccidere gli inermi. Sappiamo che senza tutto ciò la Repubblica Islamica avrà una vita molto più breve dei precedenti governanti. Tutti sono andati e anche questo barbaro regime se ne andrà.

E noi iraniani dell’Iran e in tutto il mondo, aspettiamo quel giorno con l’ansia e gioia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!, anche se non fossimo più qui per festeggiare.

Italia 31.07.2008

Mohsen Hamzehian

(www.updi.org)


Rispondere all'articolo

Forum