[...] Berlusconi paga sull’unghia. Uno strapuntino nel governo ai responsabili-pronti-a-tutto. Una legge sul biotestamento, che espropria il paziente di qualsiasi decisione, per tacitare la Chiesa e garantirsi il suo appoggio [...]
Una paga per il Vaticano
di Marco Politi (il Fatto Quotidiano, 28 aprile 2011)
Berlusconi paga sull’unghia. Uno strapuntino nel governo ai responsabili-pronti-a-tutto. Una legge sul biotestamento, che espropria il paziente di qualsiasi decisione, per tacitare la Chiesa e garantirsi il suo appoggio.
Le gerarchie ecclesiastiche si adombrano, quando si accenna al do ut des. Ma è sotto gli occhi di tutti. In cambio delle concessioni sui principi “non negoziabili”, la Chiesa italiana chiude gli occhi sullo sfascio inflitto dal premier al Paese.
Il testamento biologico non spacca gli italiani, non divide credenti e sinistre - come continua caparbiamente a sostenere la stampa ecclesiastica - non separa cattolici da laici. Il diritto del paziente di non essere sottoposto a trattamenti medici contro la propria volontà, sancito dalla Costituzione, è un concetto radicato nella stragrande maggioranza degli italiani.
Se i media ecclesiastici vogliono conoscere la voce del Paese, possono facilmente rintracciare i sondaggi che da anni confermano la stessa tendenza. Dai due terzi ai quattro quinti degli italiani vogliono decidere personalmente se rimanere attaccati a un tubo o dipendere a oltranza da trattamenti artificiali. Non c’entra l’eutanasia, non c’entra la voglia di darsi la morte. È in gioco - lo ribadiscono da sempre coscienze cattoliche come il filosofo Giovanni Reale - la scelta se lasciare che la morte arrivi naturalmente o accanirsi a rimandarla tecnologicamente.
L’ultimo sondaggio all’interno del collegio dei chirurgi italiani certifica che il 73 per cento di loro considera “trattamento medico” la nutrizione e l’alimentazione artificiale e quindi un argomento su cui il paziente ha diritto di decidere. Anche all’interno del Pdl già nel 2009 il 70 per cento era per il biotestamento (dati Crespi). I cattolici quotidiani hanno già scelto.
La cinica manovra di Berlusconi nasce dalla paura che il Terzo polo lo possa scavalcare nei rapporti con la Chiesa e dal desiderio di demonizzare le sinistre come partito anti-vita. Al di là di queste miserie, resta che la legge anti-paziente, che il premier e la gerarchia vogliono varare, è imposta contro la volontà degli italiani: credenti e diversamente credenti.
Un biotestamento al giorno e tolgo i morti (per bombe) di torno
di don Paolo Farinella *
Temendo di non avere i voti necessari, nonostante gli Scilipoti di turno, Berlusconi ha tirato fuori dal cilindro il coniglio clericale: il biotestamento che vuole fare approvare in tutta fretta per comprare i voti dei cosiddetti «cattolici» di supporto. Così pensa di comprare certi vescovi, i quali incassano e tacciono e i cattolici delle salmerie che portano nutrizione e idratazione assistete al governo, sono indotti a votare in favore della guerra in Libia e di tutte le altre porcate.
E’ evidente che a Berlusconi e al suo governo nulla importa del testamento biologico, nulla importa della scelta dei malati, delle famiglie e dei medici; a lui importa di venire fuori dai casini che lui stesso ha creato con la sua pazzia e la sua demenza scellerata.
Se i Vescovi accettano questo baratto e se i cattolici gli vanno dietro barattando bombardamenti e fine vita, sono complici e responsabili delle morti dei libici come di quelle degli italiani negli ospedali e nelle case. A questo punto, avremmo la prova provata che Dio non esiste, che è solo un corollario di potere, una frustra per imporre visioni e morali per esercitare il governo con oscenità, senza etica e senza decenza.
Tutto è lecito, tranne l’indecenza del baratto che usa tragedie individuali e di famiglie intere pur di racimolare un consenso parlamentare da postribolo. Guai ai vescovi che si lasciano illudere da un giocoliere senza scrupoli che li deruba anche della loro dignità, comprandoli a così poco prezzo! Se cadono nel tranello, hanno rinnegato Cristo e perduto ogni loro onestà, se mai ne hanno avuta una! Berlusconi usa anche i moribondi pur di stare a galla. Vescovi, se siete ciechi, aprite almeno le vostre mitrie e spalancate i vostri cappelli per rendervi conto che continua a comprarvi, come se foste uova di Pasqua. A guardarvi conciati come siete, sembrate proprio uova pasquali infiocchettati. Come ai vostri colleghi del sinedrio, Gesù dice: Avete ricevuto la vostra ricompensa.
* DOMANI.ARCOIRIS, 28-04-2011: http://domani.arcoiris.tv/un-biotestamento-al-giorno-e-tolgo-i-morti-per-bombe-di-torno/
Da Mina Welby a La Malfa, i mille volti del fronte del «no»
E Monicelli è il simbolo della protesta
di Alessandra Arachi (Corriere della Sera, 28.04.2011)
ROMA- Maria Antonietta Coscioni parte dal principio: «La chiamano legge sul testamento biologico. Peccato che in questa legge il biotestamento non abbia più alcun valore. La volontà della persona perde senso» . Radicale, la Coscioni è stata eletta alla Camera nel Pd proprio in virtù della battaglia vissuta sulla sua pelle con la morte del marito Luca. Il suo no al testo in esame a Montecitorio risuona forte e chiaro, proprio come quello di Mina, la moglie di Piergiorgio Welby.
Sopra di tutti quello di Beppino Englaro, il papà di Eluana, la donna chiamata a simbolo di questa legge. Dice: «Questa legge nasce da un evento che ha traumatizzato l’opinione pubblica, la morte di mia figlia Eluana. Ma per il motivo contrario a quello che dice Berlusconi. La gente è rimasta traumatizzata dalle sue parole. Soprattutto quando il premier ha detto che Eluana avrebbe potuto generare un figlio».
Ma la verità è che contro la legge in discussione alla Camera, sono parecchi i no che si levano decisi. Turbati. Sdegnati. Dal fronte politico, come dalla società civile. E se le anime cattoliche del Pd frenano, i laicismi di senatori come Ignazio Marino o Vincenza Vita trascinano. «Al Senato contro questo testo abbiamo fatto una battaglia che deve diventare un simbolo» , incita Vita. E spiega: «Non dobbiamo mai dimenticarci le parole del cardinal Villot, il segretario di Stato di Paolo VI: fu lui, in punto di morte, a dire che proprio sulla morte non c’è nessuno che possa dare lezioni. Anche Papa Wojtyla chiese di poter tornare a casa dall’ospedale, per morire» .
Walter Veltroni e Rosy Bindi, presidente del Pd, puntano il dito contro l’uso strumentale della legge che a loro dire sta facendo il Pdl. L’ecodem Ermete Realacci, invece, entra nel merito: «È sbagliato proprio fare una legge su un tema così delicato. Anche noi abbiamo sbagliato quando abbiamo cercato di farla» .
In Transatlantico il repubblicano Giorgio La Malfa passeggia nervoso: «È assurdo» , sbotta. Poi dice: «È un argomento terribile. Questo testo sancisce il dovere di continuare a soffrire» . E così dicendo interpreta gli umori che navigano anche fuori dalle mura dei palazzi. Meglio: i malumori. Come quello di Oliviero Toscani. «Ma come si permettono là dentro di decidere sulla mia morte?» . Il pubblicitario sembra non vederci dalla rabbia: «Saranno responsabili di tanti suicidi. Perché se non sarò consapevole chiederò a mio figlio di ammazzarmi, altrimenti farò come Mario Monicelli e mi butterò dalla finestra» .
Con Mario Monicelli l’attore Alessandro Haber (che a teatro sta portando Craxi sulle scene) ha girato sei film. E anche lui non esita a tirare in ballo il gesto estremo fatto dal regista della commedia all’italiana: «È stato un gesto di grande coraggio e forza. E chi sta cercando di impedirci di decidere come gestire la fine della nostra vita dovrebbe tenerne conto» .
Anche il regista Mimmo Calopresti alza le spalle e gli occhi al cielo: «Adesso non è più possibile neanche morire in pace? Se una persona lascia scritto un testamento, la sua scelta, che diritto hanno i signori che ci governano di non volerla rispettare?» .