Quale stella seguire?

VALENCIA 2006: quale modello di famiglia? Quello di ’Maria’ - e ’Gesù’, ... o quello di Maria, Giuseppe e Gesù?! L’URLO di una mamma dell’AGEDO di Palermo

Una conversione reciproca tra genitori, figli, e figlie.
giovedì 6 luglio 2006.
 

UNA MAMMA AGEDO: "E’ ARRIVATO IL MOMENTO STORICO DELLA DIGNITA’, DELLA VISIBILITA’, DEI DIRITTI"

di Francesca - AGEDO Palermo (Gaynews, 06.07.2006)

Secondo molti, sarebbe meglio se non ci fossero.

In effetti, qualcuno ha progettato e attuato soluzioni definitive al problema (dai roghi, ai lager, alle condanne a morte).

Se queste non hanno sortito i risultati sperati è solo perchè le persone omosessuali nascono subdolamente in seno a tradizionalissime famiglie eterosessuali.

Più efficace della morte fisica si è rivelata, invero, la morte sociale : portare le persone omosessuali all’esclusione o ai margini della società attraverso "campagne pubblicitarie" (antiche e moderne che veicolano stereotipi negativi falsità e pregiudizi) le persone omosessuali possono essere condotte così a vergognarsi di se stesse al punto da non vivere o vivere nascostamente la propria dimenzione affettivo-relazionale.

I genitori, a cui la sorte dava un figlio omosessuale dovevano vergognarsi per avere generato un peccatore pervertito che andava allontanato per non gettare discredito sulla famiglia; oppure dovevano pensare di avere generato un malato da commiserare e di cui cercare la guarigione con cure mediche e psichiatriche, internamenti, richieste di miracoli, il tutto accompagnato da grandi sensi di colpa.

Attualmente il peccato, la perversione e la malattia vanno meno di moda e il political correct impone che si convincano i genitori che i figli omosessuali vanno rispettati e amati.

Ma tutto lo sforzo viene lasciato sulle spalle dei genitori, mentre non si adottano politiche anti-discriminatorie, non si attua formazione, non si fanno campagne di informazione e esplicitamente si afferma che le persone omosessuali non hanno bisogno di tutele specifiche in relazione alla propria identità.

D’altra parte la giostra dei locali notturni, del turismo, del sesso è a disposizione, perchè chiedere altro?

Forse perchè le giostre dei divertimenti sono belle quando sono tali, ma diventano ghettizzanti quando sono l’unico luogo dove poter esprimere la propria identità.

Forse semplicemente perchè è arrivato il momento storico della dignità, della visibilità, dei diritti.

Prima ancora del matrimonio, pacs o unioni civili, i nostri figli vogliono comunicarci e comunicare la gioia di essere se stessi.

Essi chiedono che la loro esistenza in quanto persone con un’affettività amorosa omorelazionale sia prevista e accolta con serenità da genitori, scuola, consesso civile.

Pretendono che l’omosessualità non sia più un fattore discriminante e determinante per la qualità della vita. Tutto il resto verrà di conseguenza.

Il riconoscimento e il rispetto sociale sono importanti tanto quanto il riconoscimento dei diritti legislativi individuali e di coppia e le due cose devono procedere insieme.

E noi genitori?

Le "campagne pubblicitarie" da qualunque parte arrivino, non ci annebbiano più la mente.

Il re è nudo!!!

L’orientamento sessuale non è più nella lista delle cose che prendiamo in considerazione per sentirci soddisfatti o meno della relazione che ci lega ai nostri figli. Saremo felici di aiutarli "a tirar su casa" quando troveranno l’amore e faremo festa, a prescindere dal loro orientamento.

Non ci convincerete più a discriminare i nostri figli.


Scheda 1

AGEDO - PRESENTAZIONE (www.agedo.org):

L’Organizzazione mondiale della sanità, la maggior parte degli psicologi, psichiatri e medici sono concordi nel sostenere che essere omosessuali non è né una scelta né una malattia, ma una condizione che può e deve essere serenamente vissuta poiché gli omosessuali hanno diritto di vivere una vita dignitosa.

È un’organizzazione di volontariato composta da genitori che hanno figlie e figli omosessuali. Vogliamo essere d’aiuto e sostegno a quei genitori che hanno saputo dell’omosessualità della propria figlia o figlio e ne soffrono perché per loro è difficile comprendere o accettare. Pensiamo di poter condividere il loro disagio offrendoci come interlocutori per un dialogo su una situazione che noi abbiamo vissuto e superato.

Sappiamo che è molto più facile essere capiti da chi già ha vissuto le stesse situazioni. Da soli i problemi sembrano irrecuperabili. A volte basta parlarne e tutto diventa più semplice. Siamo disponibili ad aiutare chi non riesce a reagire da solo.

Vogliamo far sapere che i genitori di omosessuali sono un grande numero (due per ognuno dei tre milioni di gay e lesbiche stimati in Italia): sono sempre di più i genitori che chiedono a testa alta che i loro figli vengano accettati e rispettati. Vogliamo far si che i genitori di eterosessuali ci aiutino a creare una nuova mentalità capace di accettare tutte le diversità.

Vogliamo, con la nostra forza, fare da argine alle discriminazioni, alle ingiustizie, alle intolleranze cui sono soggetti i gay e le lesbiche affinché acquisiscano pari diritti, libertà e rispetto come tutte le altre persone.

Il nostro intento è che nessuno abbia più a soffrire inutilmente per ignoranza di un fenomeno e per colpe inesistenti.


Scheda 2

VALENCIA 2006

Famiglia, l’amore che ogni giorno genera il futuro

Dal «Foro» iberico alle «Coppie per Cristo» nelle Filippine, da Clal «Sodalitium» nato in Perù: i volti di un impegno senza frontiere

Dal Nostro Inviato A Valencia Pier Luigi Fornari (Avvenire, 06.07.2006)

Nell’introdurre e presiedere la prima tavola rotonda sulla famiglia, il cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, ha ricordato i tre principi «non negoziabili» menzionati da Benedetto XVI durante la recente udienza agli esponenti del Partito popolare europeo: la difesa della vita, la libertà educativa, il riconoscimento della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna. Temi che sono capisaldi della azione del Foro Spagnolo della Famiglia, che benché sia in funzione da poco più di cinque anni, ha dovuto rapidamente superare le fasi di rodaggio organizzando il 18 giugno del 2005 una manifestazione per protestare contro la riforma del matrimonio del governo Zapatero che ha inserito nel codice civile una modifica per cui è considerato tale anche quello tra persone dello stesso sesso. E successivamente, il 12 novembre, ha raccolto in piazza due milioni di persone contro la legge sul sistema educativo che viola i diritti costituzionali dei genitori e apre la strada ad un pericoloso interventismo da parte dello Stato. Il Foro è una istituzione civile non confessionale, ha specificato José Gabaldón López, presidente della organizzazione. Le sue origini spirituali risalgono al 23 luglio 1999 a Santiago de Compostela, in una riunione di numerosi rappresentanti di varie organizzazioni. Tra le attività realizzate da menzionare l’iniziativa della Confederazione delle famiglie numerose che ha elaborato e ottenuto una legge di protezione dei nuclei con molti figli. «Il lavoro che stiamo facendo - ha osservato, sempre per il Foro, Benigno Blanco - è estremamente importante, anche se è a volte silenzioso, siamo comunque certi che portandolo sempre più nelle strade, alla conoscenza dei media e degli operatori pubblici, accrescerà notevolmente la nostra influenza». Don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e liberazione, alla luce del magistero di don Gi ussani, ha evidenziato l’aspetto antropologico che sta alla base del matrimonio. «Bisogna aiutare l’uomo e la donna a conoscere il mistero costituito da ogni persona, solo così saranno rispettosi della dignità dell’altro, evitando violenze e delusioni, l’inganno che il tu possa fare felice l’io». Eppure in nessuna condizione, ha aggiunto Carrón, citando Leopardi e Rilke, come nella relazione di coppia la persona è posta di fronte «alla profondità del suo desiderio infinito». La bellezza della donna è una promessa della presenza del divino, ma se non si sa distinguere tra il segnale e la realtà del divino, cioè la bellezza di Cristo, si è destinati alla spirale delle delusioni. «Senza Cristo la relazione a due marcisce, ma quello che è impossibile all’uomo è possibile a Dio». La testimonianza di questa opera di redenzione di Cristo è la migliore proposta educativa per i figli, ha concluso Carrón, sottolineando che in questo contesto si inserisce il ruolo insostituibile della comunità, che accompagna la coppia a fare esperienza di Cristo. Hanno parlato poi Francisco e Geraldine Padilla, per «Le coppie per Cristo», che tra i 123 movimenti ecclesiali e le nuove comunità, ufficialmente riconosciuti dalla Santa Sede, è l’unico che è nato ed ha base in Asia. «Le coppie per Cristo» iniziò nelle Filippine nel giugno del 1981 - hanno spiegato i coniugi Padilla - ed ora contano un milione di membri attivi di diverse nazionalità in 153 Paesi. Nella visione di questo movimento è che siano le famiglie grazie allo Spirito Santo a portare il Vangelo. Il movimento porta la gente ad una rinnovata relazione con Gesù Cristo, accompagnando le persone con una formazione permanente nel luogo dove concretamente vivono. Un’altra risposta promossa dallo Spirito Santo agli influssi negativi della globalizzazione, alla dittatura del relativismo, all’integralismo anticattolico, viene dal Sodalitium Christianae Vitae e dal Movimento di vita cristiana, sorto in Perù. Il programma concreto che da ll’85 ha aiutato migliaia di famiglie di quattro continenti, si articola in cinque punti, ha spiegato il fondatore, don Luis Fernando Figari. Il primo consiste nella ricerca della santità personale, «il matrimonio può essere felice nella misura in cui ciascuno assume responsabilmente l’impegno della sua conversione in ordine ad una vita che non finisce». Il secondo aspetto riguarda il processo in cui si genera l’amore coniugale che si nutre dell’amore di Gesù, «rinunciando a se stessi, per amore all’altro». Il terzo punto consiste nella formazione dei figli alla responsabilità, nel rispetto della loro realtà di persone libere, affidandoli al progetto che Dio ha per loro. Il quarto aspetto comporta che l’impegno professionale, promosso dall’ideologia consumistica, non ostacoli la vita familiare. Da ultimo è importante avere presente che siamo membri di una famiglia più grande che è la Chiesa. La famiglia «Chiesa domestica» deve essere attore di apostolato, al suo interno.


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