GENOVA PRIDE, 27 GIUGNO 2009. LETTERA DI DON ANDREA GALLO AL CARDINAL BAGNASCO.

giovedì 12 marzo 2009.

CARO BAGNASCO IL GAY PRIDE è UN’OCCASIONE PER DIALOGARE di DON ANDREA GALLO *

NON è mio compito sviluppare qui un discorso sia teologico, sia soprattutto pastorale. La nostra Comunità da quarant’anni è sempre aperta a donne e uomini omosessuali, di diverso ceto sociale e formazione culturale.

Di conseguenza abbiamo ascoltato testimonianze sofferte, meditate, oneste, complesse, assolutamente non polemiche in costante ricerca di dialogo per uscire da una pesante emarginazione e con le ferite gravi del disprezzo. Qualche volta però stupite, se non deluse e pieni di desiderio di trovare amore evangelico nella Chiesa.

La Comunità di San Benedetto ha cercato di non sostituire il cliché diffuso che presenta l’omosessuale tutto in negativo, con quello che lo presenta tutto in positivo, e meno ancora si vorrebbe lasciare pensare che esista un tipo Unico e riconoscibile di omosessuale e di omosessualità.

Non si è mai voluto fare l’apologia della omosessualità. Ma si affermava che esistono diritti inalienabili dove il "positivo" è palese, per metterlo in giusto risalto, come necessario ed urgente, trattandosi di una scelta che ha ancora bisogno di essere riscattata da uno stigma vergognosamente negativo.

Il "Genova Pride" sta decollando e si svolgerà il 27 Giugno. La scelta della data ha significati simbolici, ma ne ha uno politico e si rivolge anche alla Chiesa Cattolica. Il "Corpus Domini" è rispettato. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) afferma: "un numero non trascurabile di uomini e donne presenta tendenze omosessuali innate. Costoro non scelgono la loro condizione omosessuale. (n.2358).

Sgomberato il campo da tanti pregiudizi, desidero rivolgere un appello al Vescovo, alla Chiesa che è in Genova, sintetizzato su tre obiettivi: accoglienza, riflessione, dialogo per gay, trans, lesbiche. Non credo di dover spendere molte parole per dire che se non è giustificato l’atteggiamento di pseudo-comprensione, lo è ancor meno quello che fa coincidere l’omosessuale con il tipo eccentrico a tutti i costi, narcisista insopportabile, esibizionista, pericoloso. Dove trovare spazi di visibilità?

Mi pare poter dire a tutti, in particolare modo a chi si definisce cristiano, che proprio l’ascolto simpatico delle persone permette di scoprire oltre le differenze pure notevoli, una grossa base comune. E’ auspicabile che questo "Pride" sia un Evento, un Segno, che non solo serva a lenire dolorosi sensi di colpa, ma possa aprire, all’interno della amata Chiesa, una discussione e una chiarificazione necessaria, Padre McNeil (S.J.) autore di studi profondi dimostra, Sodoma e Gomorra furono arse non per i loro costumi sessuali, ma per aver mancato gravemente ai doveri di ospitalità. Il Vaticano II dichiara: l’Uomo può volgersi al Bene soltanto nella Libertà. (Gaudium et Spes).

* la Repubblica - Genova, mercoledì 11 marzo 2009


Sul tema, nel sito, si cfr.:

ONESTA’ E COERENZA UMANA ED EVANGELICA. 39 SACERDOTI CATTOLICI OMOSESSUALI HANNO DA TEMPO INDICATO LA DIRITTA VIA, MA TUTTA LA GERARCHIA PREFERISCE CONTINUARE A COPRIRE LE PROPRIE VERGOGNE ("crimini abnormi") E A DARE FALSA TESTIMONIANZA DELLA PAROLA E DELLA VERITA’.

LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM". Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!


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