OGNI GIORNO LA NONVIOLENZA. DANIELA MUSUMECI: IL CONFLITTO COME RISORSA *
Da anni trovo un forte sostegno, per il mio lavoro di insegnante di filosofia e storia nei licei classici di Palermo, nell’amicizia e nella guida preziosa di Amico e Chiara Dolci. Grazie ai corsi di aggiornamento svolti con loro e ai laboratori esperienziali in classe, sono piu’ volte riuscita ad affrontare e risolvere situazioni dolorose di scarsa comunicazione proponendo la maieutica reciproca suggerita e praticata da Danilo Dolci, le cui poesie hanno accompagnato tanta parte del mio cammino spirituale e politico.
La struttura maieutica di Danilo Dolci puo’ essere fertilissima per la soluzione nonviolenta di un conflitto. La nonviolenza infatti e’ l’arte di pensare e condurre un buon conflitto per la trasformazione di se stessi e della societa’. E la maieutica - socraticamente, l’arte di aiutare ciascuna e ciascuno a partorire se stessa e se stesso - secondo Dolci e’ sempre reciproca.
Certo non esistono regole assolute, ma consigli utili per l’assunzione di un atteggiamento aperto, critico e creativo, si’. Queste sono le suggestioni che sono nate dalle nostre esperienze; potrebbero sembrare ovvie, invece richiedono un profondo lavoro su se stessi, tanto che alla fine ci si trova cambiati. E la relazione che si scopre nel piccolo cerchio diventa estendibile ad ambiti sempre piu’ larghi di conflittualita’ e creativita’...
Sedere in circolo;
Dare tempo e darsi tempo;
Mettersi d’accordo sull’uso delle parole per evitare equivoci e malintesi;
Nominare senza reticenze la questione in ballo, il nodo del contendere;
Stabilire il fine - nonviolento - che il gruppo intende raggiungere con l’incontro e i mezzi di cui vuole dotarsi, coerenti con quel fine e dunque altrettanto nonviolenti;
Prestare attenzione a (e correggere) tutte le espressioni di violenza, anche non verbale, che tendono a sfuggirci;
Interrogarsi sull’origine dell’aggressivita’ in noi che ci porta alla violenza e che spesso nasce da una frustrazione;
Prestare attenzione alle barriere immaginarie, ossia ai pregiudizi, alle difficolta’ fittizie che inventiamo come alibi per rinunciare alla soluzione del conflitto;
Mettersi in gioco in prima persona, disponibili al mutamento;
Ascoltarsi reciprocamente con rispetto;
Riconoscere che ragione e torto non stanno mai da una parte sola e che c’e’ reciproca responsabilita’ nel conflitto cosi’ come nel perdono;
Cercare innanzi tutto il proprio errore;
Cercare di capire le ragioni dell’altra e dell’altro;
Fare ciascuna e ciascuno un passo indietro per trovare una mediazione;
Cercare una terza soluzione, oltre le due confliggenti, creativa e diversa da quelle gia’ note, ma che tenga conto di tutte le esigenze affiorate;
Per trovarla, partire da quello che funziona bene anziche’ da quello che non funziona;
Con-vertire l’a-vversario (ossia volgersi insieme dalla stessa parte, verso il futuro, anziche’ guardarsi con ostilita’), ben sapendo che la conversione come la maieutica e’ sempre reciproca.
* [Ringraziamo Daniela Musumeci (per contatti: danielamusumeci@alice.it) per questo intervento]
* Fonte:
NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
Supplemento settimanale del giovedi’ de "La nonviolenza e’ in cammino"
Numero 211 del 2 ottobre 2008