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Cosa è la pace? Cosa è la democrazia "reale"?

IL DIALOGO, UNA MAIEUTICA RECIPROCA. LA LEZIONE DEL "GANDHI ITALIANO", DANILO DOLCI.

mercoledì 12 luglio 2006 di Federico La Sala
LA MAIEUTICA RECIPROCA. L’ATTUALITA’ DEGLI INSEGNAMENTI DI DANILO DOLCI
di ALBERTO L’ABATE*
Come e’ noto il primo pensatore a parlare di maieutica e’ stato Socrate che aveva dato questo nome al suo metodo di insegnamento. Egli infatti paragonava il ruolo dell’insegnante a quello della levatrice. Questa non ha alcun ruolo nel concepimento del nascituro, ed aiuta solo la puerpera nel metterlo alla luce. Cosi’ l’insegnante deve cercare di aiutare gli allievi a far emergere le qualita’ e (...)

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> IL DIALOGO, UNA MAIEUTICA RECIPROCA. LA LEZIONE DEL "GANDHI ITALIANO", DANILO DOLCI. --- DANIELA MUSUMECI: IL CONFLITTO COME RISORSA.

giovedì 2 ottobre 2008

OGNI GIORNO LA NONVIOLENZA. DANIELA MUSUMECI: IL CONFLITTO COME RISORSA *

Da anni trovo un forte sostegno, per il mio lavoro di insegnante di filosofia e storia nei licei classici di Palermo, nell’amicizia e nella guida preziosa di Amico e Chiara Dolci. Grazie ai corsi di aggiornamento svolti con loro e ai laboratori esperienziali in classe, sono piu’ volte riuscita ad affrontare e risolvere situazioni dolorose di scarsa comunicazione proponendo la maieutica reciproca suggerita e praticata da Danilo Dolci, le cui poesie hanno accompagnato tanta parte del mio cammino spirituale e politico.

La struttura maieutica di Danilo Dolci puo’ essere fertilissima per la soluzione nonviolenta di un conflitto. La nonviolenza infatti e’ l’arte di pensare e condurre un buon conflitto per la trasformazione di se stessi e della societa’. E la maieutica - socraticamente, l’arte di aiutare ciascuna e ciascuno a partorire se stessa e se stesso - secondo Dolci e’ sempre reciproca.

Certo non esistono regole assolute, ma consigli utili per l’assunzione di un atteggiamento aperto, critico e creativo, si’. Queste sono le suggestioni che sono nate dalle nostre esperienze; potrebbero sembrare ovvie, invece richiedono un profondo lavoro su se stessi, tanto che alla fine ci si trova cambiati. E la relazione che si scopre nel piccolo cerchio diventa estendibile ad ambiti sempre piu’ larghi di conflittualita’ e creativita’...

-  Sedere in circolo;
-  Dare tempo e darsi tempo;
-  Mettersi d’accordo sull’uso delle parole per evitare equivoci e malintesi;
-  Nominare senza reticenze la questione in ballo, il nodo del contendere;
-  Stabilire il fine - nonviolento - che il gruppo intende raggiungere con l’incontro e i mezzi di cui vuole dotarsi, coerenti con quel fine e dunque altrettanto nonviolenti;
-  Prestare attenzione a (e correggere) tutte le espressioni di violenza, anche non verbale, che tendono a sfuggirci;
-  Interrogarsi sull’origine dell’aggressivita’ in noi che ci porta alla violenza e che spesso nasce da una frustrazione;
-  Prestare attenzione alle barriere immaginarie, ossia ai pregiudizi, alle difficolta’ fittizie che inventiamo come alibi per rinunciare alla soluzione del conflitto;
-  Mettersi in gioco in prima persona, disponibili al mutamento;
-  Ascoltarsi reciprocamente con rispetto;
-  Riconoscere che ragione e torto non stanno mai da una parte sola e che c’e’ reciproca responsabilita’ nel conflitto cosi’ come nel perdono;
-  Cercare innanzi tutto il proprio errore;
-  Cercare di capire le ragioni dell’altra e dell’altro;
-  Fare ciascuna e ciascuno un passo indietro per trovare una mediazione;
-  Cercare una terza soluzione, oltre le due confliggenti, creativa e diversa da quelle gia’ note, ma che tenga conto di tutte le esigenze affiorate;
-  Per trovarla, partire da quello che funziona bene anziche’ da quello che non funziona;
-  Con-vertire l’a-vversario (ossia volgersi insieme dalla stessa parte, verso il futuro, anziche’ guardarsi con ostilita’), ben sapendo che la conversione come la maieutica e’ sempre reciproca.

* [Ringraziamo Daniela Musumeci (per contatti: danielamusumeci@alice.it) per questo intervento]

* Fonte:
-  NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
-  Supplemento settimanale del giovedi’ de "La nonviolenza e’ in cammino"
-  Numero 211 del 2 ottobre 2008


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