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Religione e Politica di"Mammona", del Dollaro e del "caro-prezzo" ("Deus caritas est")!!!

SULL’INCONTRO DI RATZINGER - BENEDETTO XVI E BUSH. LA CRISI DEL CATTOLICESIMO ROMANO E DELLA DEMOCRAZIA AMERICANA NON SI RISOLVE... RILANCIANDO UNA POLITICA OCCIDENTALE DA SACRO ROMANO IMPERO

domenica 10 giugno 2007 di Emiliano Morrone
di Federico La Sala*
A mio parere, oggi, noi stiamo per cadere definitivamente nella palude più nera, che più nera non si può - a tutti i livelli. A prendere dal lato culturale la ‘cosa’, io direi che anche l’intera classe intellettuale (e non solo politica ed economica) ci è caduta e ci sta cadendo definitivamente (basta ri-vedere e ri-considerare l’atteggiamento nei confronti del “berlusconismo” - al di là di poche luminose eccezioni, e della grande determinazione di (...)

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> UNA POLITICA OCCIDENTALE DA SACRO ROMANO IMPERO ---- AMERICANIZZAZIONE DELLA CURIA ROMANA. La conversione del cardinale Dolan, aspirante papa (di Massimo Faggioli)

giovedì 30 agosto 2012


La conversione del cardinale Dolan, aspirante papa

di Massimo Faggioli (Europa, 30 agosto 2012)

Sorprendendo molti osservatori del cattolicesimo americano, anche il Partito democratico ha invitato il cardinale di New York, Timothy Dolan, a recitare una preghiera di benedizione alla convention democratica della settimana prossima. Il presidente dei vescovi americani non sarà il solo a rappresentare i cattolici nell’evento che lancia Barack Obama negli ultimi due mesi della campagna elettorale per le presidenziali. Ci sarà anche Simone Campbell, la suora a capo di un gruppo di religiose cattoliche “liberal” chiamato “Network”, che negli ultimi mesi ha condotto un “bus tour” in nove stati americani finalizzato a richiamare l’attenzione dei politici (e dei vescovi) sull’emergenza povertà in un’America che nell’ideologia dei repubblicani è sempre più preda del “Vangelo della prosperità”.

La notizia della presenza del cardinale Dolan a Charlotte è una brutta sorpresa per i cattolici repubblicani, che contavano sulla presenza di Dolan a Tampa come il segnale inequivoco dell’investitura delle gerarchie americane sul ticket Romney-Ryan, ovvero come una benedizione cattolica del primo candidato mormone alla presidenza, Romney, e come una benedizione delle politiche sociali radicali proposte dall’ideologo del partito Paul Ryan.

Non è ancora risolta la questione teologica sullo sfondo dell’identità culturale del GOP di oggi, con un candidato mormone conscio dell’aura di sospetto che il mormonismo ancora suscita in molti americani. In molti speravano che la benedizione di Dolan potesse risolvere la questione per un partito dalle anime sempre più radicali dal punto di vista morale e religioso (il Tea Party e i libertari, gli evangelicals, i neo-cons, e la specie ormai estinta dei repubblicani liberal).

Non sono in dubbio le simpatie di Dolan e di gran parte dei vescovi per il ticket repubblicano e specialmente per il candidato vicepresidente, Paul Ryan; ma dopo l’invito dei democratici accettato dal cardinale Dolan sarà più difficile accusare i democratici e il presidente Obama di laicismo o, peggio, di anticattolicesimo. Tra 2010 e 2012 la conferenza episcopale americana aveva mosso guerra alla presidenza Obama in nome della lotta contro alcune misure della legge di riforma sanitaria, ma il partito democratico raccoglie ancora molti dei voti dei cattolici americani, e in misura crescente i voti dei cattolici non bianchi e di recente immigrazione, per non parlare dei cattolici afro-americani.

Altra questione, assai più complicata tanto per i democratici americani quanto per i partiti politici moderni, è come dare rappresentanza (vale a dire, con quale personale politico) ad un cattolicesimo sempre meno “sociale” e sempre più concentrato, almeno a livello dottrinale, su una serie precisa di “valori non negoziabili”. Su questi ultimi valori, la retorica moralistica dei repubblicani ha trovato negli ultimi trent’anni un accordo facile, anche se superficiale, con le richieste dei vescovi e del magistero ufficiale della chiesa.

Non è ignoto ai cattolici americani che il Partito repubblicano è sempre più un partito di bianchi: il sentimento anti-Obama non è estraneo al risentimento della ex maggioranza bianca d’America per il fatto di essere guidata e rappresentata da un afro-americano nato alle Hawaii, cresciuto in Indonesia, ed educato alla Columbia ed ad Harvard. In questo senso il confronto Obama-Dolan è un confronto ideologico e valoriale, ma che impersona anche il confronto tra due elite diverse alla guida dell’America di oggi.

I cattolici americani vedono in Dolan un cardinale attivo e attivista, molto differente dai suoi immediati predecessori. Ma vedono anche una chiesa cattolica ancora dominata da una elite di vescovi bianchi: ci sono già vescovi cattolici latinos e afroamericani, ma per loro, ancora percepiti come rappresentanti di una minoranza all’interno della chiesa americana, è assai più difficile farsi portatori di un messaggio politico che deve essere allo stesso tempo culturale e contro-culturale.

Il presenzialismo del presidente dei vescovi americani, il cardinale Dolan, sul palco di tutte e due le convention elettorali ha ulteriormente animato il dibattito all’interno di un cattolicesimo che non solo è ideologicamente polarizzato, ma anche diviso in tendenze culturali complesse, non immediatamente riducibili al binomio conservatore vs. liberal, e portatore di molteplici discendenze etnico-linguistiche. Il cattolicesimo di cui Dolan si fa portatore è quello di matrice irlandese, quello che diede all’inizio del secolo americano alcuni dei suoi preti, politici e poliziotti più famosi. Ma il cattolicesimo di inizio secolo XXI è ormai molto più plurale, ancor prima che pluralista.

Il cattolicesimo degli afro-americani, dei latinos e degli asian-american non si trova sempre a proprio agio con questo presenzialismo, finalizzato ad imporre sulla scena politica nazionale il potere della maggiore chiesa nazionale americana: ma sicuramente anche ad imporre sulla scena della chiesa mondiale la presenza del cardinale Dolan. Da una parte, i segnali di americanizzazione della Curia romana fanno parte di questo scenario del cattolicesimo e della sua cultura politica nei decenni a venire; dall’altra parte, ci voleva una Curia romana politicamente inetta come quella attuale per consentire ad un cardinale americano come Dolan di accreditarsi come un candidato alle elezioni prossime venture nella chiesa mondiale.


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