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Cittadinanza attiva

PER UN’ECONOMIA GIUSTA. A BARI LA ’CONTRO-CERNOBBIO’, IL FORUM DI "SBILANCIAMOCI"!

martedì 29 agosto 2006 di Federico La Sala
[...] ("Sbilanciamoci!") come ad ogni compleanno, dal 2003 ad oggi, dà appuntamento a studiosi, politici, economisti e cittadini attivi ad una quattro giorni di dibattito e confronto. Dopo Bagnoli, Parma e Roma, quest’anno tocca a Bari. Il capoluogo pugliese ospiterà da giovedì 31 agosto a domenica 4 settembre un’immensa tavola rotonda sulle altre prospettive con cui guardare le politiche pubbliche [...]

A Bari, Sbilanciamoci al tempo del (...)

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sabato 2 settembre 2006

Sbilanciamoci con la Cgil: no ai tagli senza riforme di Paola Zanca*

Grasso: «Colpire le tasche dei mafiosi»

La seconda giornata del forum promosso da Sbilanciamoci! torna a parlare di diritti e solidarietà. E, proprio nelle ore calde della discussione sulla manovra economica che il governo si appresta a varare, non mancano le critiche ad alcune ipotesi ventilate dal ministro Tommaso Padoa-Schioppa.

Le parole più dure arrivano da Paolo Nerozzi, segretario confederale della Cgil, che, seppur sottolineando i toni ancora pacati della polemica, non rinuncia a dire che «di fronte alla scelta tra la governabilità e le persone, il sindacato sceglierà le seconde». Racconta di una «strana commedia» Nerozzi, quella messa in scena dai ministri del centrosinistra che avanzano proposte assolutamente conformi alle richieste del sindacato senza però trovare poi riscontro nei conti del titolare dell’Economia: «Pensiamo che nel programma dell’Unione ci siano ottime proposte - ha ribadito il sindacalista che si occupa delle politiche di coesione economica e sociale della Cgil - ma il nodo sta tutto nel come sostenerle». Appunto, la distanza fra proposte e cifre: «La logica del risparmio può reggere solo se è legata a politiche serie di riforme - prosegue Nerozzi - Ma dov’è l’ipotesi riformatrice? E come si combacia con il lavoro del Ministero del Tesoro? La politica fiscale è importante, non solo per i risultati strutturali, ma anche per l’elemento di equità che porta con sé, per il suo valore pedagogico: pagare le tasse è un dovere, è un elemento di cittadinanza, di senso dello Stato. Ma da sola non basta».

Parole dure, che hanno avuto pure il sostegno dell’unico esponente di governo presente alla mattinata del forum, il sottosegretario al ministero per lo Sviluppo Economico, Alfonso Gianni di Rifondazione: «I casi sono due: o si destinano le risorse al ripianamento del debito, e allora siamo nella linea di Padoa-Schioppa, oppure destiniamo le risorse per rilanciare i consumi popolari e le imprese che fanno produzione anziché speculazione finanziaria. Solo così esiste la possibilità di ripresa sociale ed economica insieme del nostro paese».

Più serena, nel pomeriggio, la discussione su un tema che raccoglie consensi trasversali: la legalità. Ospite d’eccezione, il procuratore generale antimafia Pietro Grasso, chiamato a discutere, insieme a molti altri ospiti, del rapporto tra sviluppo e mafie. Ovvero del perverso intreccio tra imprenditoria, politica e criminalità organizzata, la pietra tombale per l’economia di qualità che vuole promuovere Sbilanciamoci!. Perché è ormai dato per acquisito il fatto che le mafie - al plurale, tengono a precisare tutti i relatori - non sono solo quelle delle stragi, ma sono un vero e proprio sistema che ha agganci politico-istituzionali, che ha diramazioni economico-finanziarie, che ha un vero e proprio ruolo di ammortizzatore sociale. Sì, perché il rapporto tra potenza delle mafie e diritti è inversamente proporzionale: all’aumentare della prima, diminuiscono i secondi.

Ciò che più inquieta, nel racconto dei relatori, sono le nuove forme di rappresentazione diretta di cui le mafie si servono, imponendo fornitori, prezzi, assunzioni. E il clima di impunità che ha caratterizzato gli ultimi anni, spiegano, non ha certo aiutato la lotta alla criminalità: dalla depenalizzazione del falso in bilancio, al rientro dei capitali all’estero, agli innumerevoli condoni. Per questo la «discesa in campo della mafia», come l’ha chiamata l’onorevole Ds Giuseppe Lumia, già presidente della commissione antimafia, non si combatte solo con gli strumenti penali, ma con «punizioni etiche ed economiche». Etica perché è da combattere innanzitutto, spiega don Tonio Dall’Olio di Libera, l’associazione che promuove il riuso sociale dei beni confiscati alla mafia, l’idea che la mafia, malgrado tutto «faccia girare l’economia». Quella più difficile da sconfiggere è proprio la «mafia dalla faccia pulita», prosegue Dall’Olio, quella che sta nei settori della distribuzione, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle risorse idriche, del turismo. Perché è questa mafia che è anche la più potente forza di mantenimento del sottosviluppo del Mezzogiorno, quella che, ha spiegato Pietro Grasso «mortifica le imprese che si muovono sul libero mercato, perché distorce le regole della concorrenza, intimida, minaccia, abusa». «Colpire le tasche dei mafiosi», questo il senso di questo pomeriggio barese, è l’unica via per sconfiggere il vizio che allontana lo sviluppo dall’economia di qualità.

* www.unita.it, Pubblicato il: 02.09.06 Modificato il: 02.09.06 alle ore 10.14


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