[...] Il subcomandante Marcos, pipa in bocca e sagoma massiccia, arriva in sala come uno spettatore qualsiasi. E’ l’ospite d’onore, eppure il "delegato zero" si presenta per primo ed aspetta paziente, seduto al tavolo delle conferenze. [...] Marcos usa, con sapienza antica, l’arma preferita dagli zapatisti: la parola. Scioglie i concetti di "Autonomia, terra e liberta’" in aneddoti, metafore, racconti. Non si puo’ innovare il neoliberismo. Bisogna creare un altro mondo. [...]
Poi, ringrazia (...)
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