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MILANO: UNA SCUOLA ARABA, NON CORANICA !!! Una nota di CHIARA SARACENO

lunedì 4 settembre 2006 di Federico La Sala
[...] Si tratta di una scelta insieme saggia e rischiosa, a seconda della vicenda migratoria. Se i genitori poi non tornano al Paese d’origine i ragazzi si trovano disadattati, spesso anche sul piano linguistico. E frequentare una scuola diversa da quella frequentata dalla maggioranza rischia comunque di creare dei ghetti, più o meno privilegiati. Ma se lo abbiamo accettato per altri, perché non dovremmo consentirlo ai ragazzini di lingua e cultura arabe? [...] (...)

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domenica 15 ottobre 2006

Scuola araba di Milano, ricorso al Tar contro la chiusura *

I dirigenti della scuola italo-araba intitolata allo scrittore egiziano Nagib Mahfuz ricorrono al Tar contro l’ordinanza del Prefetto di Milano che ha disposto la chiusura dei locali dell’istituto perché privo della autorizzazione dell’Ufficio Scolastico della Lombardia e del nulla osta del Comune per la sicurezza. «L’associazione Insieme - si legge in un nota firmata dal direttore dell’istituto Mahmoud Othman - dopo aver consultato i propri legali, ha assunto la decisione di ricorrere al Tar avverso l’ordinanza del Prefetto di Milano che blocca l’attività didattica della scuola Nagib Mahfuz, chiedendone l’immediato ripristino». Il Comune di Milano ha effettuato ben nove ispezioni per verificare che in via Ventura bagni, uscite di sicurezza, maniglioni antipanico, altezza delle finestre siano a norma. E tutto è risultato in regola, ma il Comune ha evitato accuratamente di trasmettere le carte e il suo ok alla direzione scolastica regionale.

I dirigenti dell’istituto sono ora fiduciosi che la decisioni arrivi in tempi brevi per poter, così, riprendere le lezioni. «I nostri legali - ha sottolineato Lidia Acerboni, preside della scuola - ci hanno assicurato che entro 15 giorni avremo la sentenza». In effetti la scuola, la cui apertura ha scatenato la protesta dei leghisti - guidati dall’eurodeputato Matteo Salvini e dall’assessore regionale all’ Urbanistica e Territorio Davide Boni della giunta Moratti -che la accusano preventivamente di essere una "madrassa", ha fatto, anche se con qualche ritardo, tutte le domande per una regolare autorizzazione, e come dice la preside se tutti gli istituti italiani dovessero essere pienamente a norma con le misure di sicurezza Ue, per la maggior parte al momento non sarebbero agibili.

Inoltre anche soltanto l’intitolazione della scuola allo scrittore Mahfuz, premio Nobel per la Letteratura recentemente scomparso, dà garanzia di non fondamentalismo della scuola: Mahfuz fu minacciato dai jihadisti proprio per le sue idee e addirittura i suoi romanzi sono state censurati in alcuni paesi per blasfemia.Uno dei suoi primi lavori "I figli di Gebelawi" del 1959 gli guadagnò una fatwa per apostasia da Omar Abdul-Rahman.Come risultato , 1994, Mahfouz venne attaccato e pugnalato al collo da due estremisti fuori dalla sua casa al Cairo, all’età di 83 anni. È vissuto altri 12 anni, fino al 30 agosto scorso, sempre sotto scorta, in particolare fino a quando con la la fatwa contro Salman Rushdie, fu lo scrittore indiano a diventare al centro dello scandalo e degli attacchi dei fondamentalisti. Purtroppo contro la scuola bilingue di via Ventura pesa il precedente della scuola di via Quaranta, legata a filo doppio a una moschea fondamentalista, chiusa un anno fa dal Comune per ragioni igieniche e di sicurezza. Anche se i dirigenti dell’istituto Mahfuz abbiano chiarito che ogni insegnante di lingua araba sarà affiancato da un docente italiano, che la religione musulmana non avrà più spazio di quanto ne abbia quella cattolica nelle scuole italiane, che a fine anno gli scolari saranno poi esaminati da privatisti affrontando gli esami presso le scuole pubbliche.

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www.unita.it, Pubblicato il: 15.10.06 Modificato il: 15.10.06 alle ore 14.39


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