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Omofobia diffusa e femminicidio!!!

"Troppo odio verso le donne: è la più lunga guerra che conosco"! ITALIA: BASTA CON IL SILENZIO !!! Un’interrogazione parlamentare (2006) di Titti De Simone, Franco Grillini, Wladimir Luxuria

sabato 21 luglio 2007 di Federico La Sala
ITALIA:BASTA CON IL SILENZIO !!! Un’interrogazione parlamentare di Titti De Simone, Franco Grillini, Wladimir Luxuria

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mercoledì 6 settembre 2006

Un crimine contro l’umanità. Una nota di commento di Alessandra Paganardi


L’allucinante episodio dello stupro di Torre del Lago, in questo triste dejà vu di orrori di mezza estate,ha aperto interrogativi inquietanti.

Lo stupro apre sempre interrogativi perturbanti, perchè è un delitto paradossale: esprime l’odio con le stesse modalità con cui si può esprimere l’amore. Rimaniamo sconvolti/e ad ogni notizia di stupro, perchè sentiamo che proprio lì bene e male possono pericolosamente toccarsi, fino a confondere i propri stessi confini, nel brutto marasma dell’irrazionale, dell’acting out . In questo senso lo stupro non è un reato come gli altri, ma apre falle emotive profonde, simili a quelle suscitate dalla notizia di una guerra.

Certamente non è un reato contro la morale, come vergognosamente recitava fino a non molto tempo fa il Codice Penale; ma non è neppure un semplice reato contro la persona, o in specifico contro la donna, come fin troppo spesso si dice oggi, da un’angolazione giusta ma parziale. E’ un reato contro la psiche e contro l’amore.

Questa volta qualunque segno è stato passato. Oltre alla persona, alla psiche e all’amore si è voluta punire quella che dovrebbe essere la compagna di strada di tutti i soggetti che ho nominato: la libertà.

Se ogni stupro è la figura di una guerra, lo stupro omofobo, per giunta contro un’inerme ragazza, è senza mezzi termini un atto di vile terrorismo: per la sua componente "razzista" (razzista in senso lato ma profondo, vorrei dire), ben identificata da questo documento, è anche un crimine contro l’umanità.

Spero che i miei figli, nell’evolversi così rapido del linguaggio e delle sue connotazioni, vedano un’epoca in cui gli aggettivi "omofobo" e "antisemita" susciteranno il medesimo, immediato e giusto disprezzo. Sarà forse il giorno in cui le vittime delle varie discriminazioni identificate dalla legge Mancino non giudicheranno più il proprio torto a senso unico, come forse a volte è umano troppo umano fare; dialogheranno finalmente fra loro, per farsi portavoce e figura della vera parte lesa universale: la libera umanità.

Alessandra Paganardi

(Milano, 05.09.2006)


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