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Ecumenismo, Paura ed ... Eu-angélo!!!

LO SPIRITO DI ASSISI ... E LO SPIRITO DI MONACO. All’ Incontro interreligioso di preghiera per la pace, voluto da Giovanni Paolo II (1986),tenutosi ad Assisi, Benedetto XVI non va - manda un messaggio ... ma poi, oggi - da Monaco di Baviera, ‘urla’ al mondo che sono gli Altri che hanno paura ... di un Occidente che oscura Dio! Dopo Wojtyla (Giovanni Paolo II a Casablanca - nel 1985 - baciò il Corano!), il Libro si è chiuso ... e il cielo si è oscurato

GESU’: "JE SUiS ... CHRETIEN" !!! Non ... "CRETIN"!!! Né "cattolico-romano"!!!
domenica 10 settembre 2006 di Federico La Sala

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> LO SPIRITO DI ASSISI ... E LO SPIRITO DI MONACO. All’ Incontro interreligioso di preghiera per la pace, voluto da Giovanni Paolo II (1986),tenutosi ad Assisi, Benedetto XVI non va - manda un messaggio ... ma poi, oggi - da Monaco di Baviera, ‘urla’ al mondo che sono gli Altri che hanno paura ... di un Occidente che oscura Dio! Dopo Wojtyla (Giovanni Paolo II a Casablanca - nel 1985 - baciò il Corano!), il Libro si è chiuso ... e il cielo si è oscurato

mercoledì 13 settembre 2006

Il Papa, il Corano, il jihad e la "guerra santa"

Piccardo (UCOII), errore del pontefice nella citazione del Corano *

PAPA: PICCARDO (UCOII), ERRORE DEL PONTEFICE NELLA CITAZIONE DEL CORANO = Imperia, 12 set. - (Adnkronos/Aki) - «La citazione di un versetto coranico fatta dal Papa Benedetto XVI a Ratisbona è sbagliata e la sua spiegazione ne deforma il significato»: è questo il rilievo avanzato oggi da Hamza Piccardo, portavoce dell’Ucoii, dopo aver analizzato con esattezza le parole contenute nel monito lanciato da Papa in Germania dove ha criticato «la guerra santa perchè contraria a Dio». «In merito a quanto affermato dal Papa - osserva Piccardo all’ADNKRONOS - quando ha detto «sicuramente l’imperatore sapeva che nella sura 2, 256 si legge: ’Nessuna costrizione nelle cose di fedè. È una delle sure del periodo iniziale in cui Maometto stesso era ancora senza potere e minacciato», è contenuto un errore storico e di analisi. Il versetto citato -spiega Piccardo - non appartiene al periodo meccano della rivelazione bensì a quello medinese, cioè alla seconda fase dell’attività profetica di Maometto e non potrà essere quindi giustificato da una supposta debolezza del Profeta Muhammad». Piccardo, che è noto tra i musulmani per aver tradotto il Corano in lingua italiana, spiega poi quali sono a suo avviso gli altri errori di esegesi del Corano contenuti nel discorso del Pontefice. «Inoltre è molto importante osservare il versetto coranico che lo precede - dice . Il brano precedente infatti è addirittura il celeberrimo versetto del Trono (ayay al kursy) che viene considerato una delle summe sintetiche del concetto di Dio nel Corano. Dopo di ciò abbiamo il versetto citato dal Benedetto XVI che nella traduzione dell’Ucoii è reso così: «Non c’è costrizione nella religione. La retta via ben si distingue dall’errore». Secondo Piccardo quindi il riconoscimento della libertà di coscienza, posto immediatamente dopo quello che esalta la magnificenza della potenza e della sapienza divina è di straordinaria valenza. «Il prosieguo del testo sembra indicare chiaramente che nell’intelletto (e nel cuore) dell’uomo - conclude Piccardo - ci sono sufficienti risorse per distinguere la «retta via dall’errore» quindi, in questo senso non abbiamo ragione di non concordare con il Papa, se è questo che ha voluto intendere dicendo che «non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio». Sulla natura divina, islamicamente, solo Dio Stesso può esprimersi ma è certo che la ragione è uno degli strumenti della relazione con Lui e con il creato e non utilizzarla correttamente sarebbe un segno di ingratitudine». (Ham/Pn/Adnkronos) 12-SET-06 21:13 NNN

hamza R. Piccardo, interpellato da APCOM su alcune affermazioni del papa in merito alla "guerra santa", nel corso di un suo discorso all’Università di Ratisbona.

PICCARDO (UCOII): LA GUERRA SANTA LA STA FACENDO BUSH D’accordo con pontefice, ma termine che non appartiene all’Islam Roma, 12 set. (Apcom) - "La guerra santa la sta facendo Bush". Questo il secco commento di Hamza Piccardo, portavoce dell’Ucoii, al monito lanciato da Papa Benedetto XVI a Ratisbona dove ha criticato "la guerra santa perché contraria a Dio". "Il termine guerra santa - spiega Piccardo ad Apcom - non ci appartiene. E’ un concetto cristiano, inventato per le crociate. Tradurre ’jihad’ con ’guerra santa’ è una forzatura molto pesante. Ma se l’affermazione del Papa non si riferisce al jihad, allora sono d’accordo". "È chiaro - prosegue ancora il portavoce dell’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia - che se per guerra si intende un’aggressione contro gli altri, è sempre contro Dio. Santo è solo Dio e chi fa la guerra nascondendosi dietro questo aggettivo, la fa contro Dio stesso. Si combatte contro Dio e non contro l’uomo". Sul concetto di jihad, Piccardo fa notare che "significa sforzo" e ne "esistono di tre tipi: spirituale, che è quello più grande; sforzo contro la bugia, mistificazione e ipocrisia; e sforzo per la difesa". Tuttavia, precisa ancora Piccardo dell’Ucoii, "non c’è concetto di guerra santa nell’Islam. Solamente le circostanze storiche hanno fatto sì che qualcuno abbia utilizzato in maniera assolutamente impropria il termine contro i musulmani". Per Piccardo, infatti, se "l’Italia fosse aggredita, la difesa del Paese, della mia vita, del mio bene è legittima e sarebbe jihad". Il Papa ha sostenuto che "non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio": "Non assumo questo secondo concetto - risponde Piccardo - perché non lo capisco; secondo il mio punto di vista è una forzatura. Ma non agire secondo ragione significa un’autolimitazione dell’uomo, una forma di ingratitudine nei confronti di Dio". Sul conflitto in Libano, la linea dell’Ucoii resta una: "Non c’è matrice religiosa. Israele ha attaccato il Libano e i libanesi, per difendersi, stanno compiendo il jihad sulla via di Dio". Ssa 12-SET-06 17:36 NNNN

Testo del discorso del Papa

BOLLETTINO N. 0445 - 12.09.2006 8 [01245-05.02] [Originalsprache: Deutsch]

BENEDETTO XVI IN BAVIERA

La dura condanna del Papa

’La guerra santa è contro Dio’

Il Papa dall’Università di Ratisbona: ’La violenza è in contrasto con la natura di Dio e dell’anima’. E: ’Islam fondamentalista contraddice Maometto’ Ratisbona, 12 settembre 2006 - Benedetto XVI è tornato a condannare ogni forma di fondamentalismo religioso e lo ha fatto citando il Corano che recita: ’nessuna costrizione nelle cose di fede’. ’È una delle sure del periodo iniziale in cui Maometto stesso - ha ricordato il Papa nel discorso pronunciato questo pomeriggio nell’aula magna dell’Università di Ratisbona - era ancora senza potere e minacciato’.

Ratzinger non ha omesso di citare anche le altre ’disposizioni, sviluppate successivamente e fissate nel Corano, circa la guerra santà, ma ha puntato la sua attenzione proprio sulla contraddizione che esiste tra questa affermazione e la direttiva, pure attribuita a Maometto, ’di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava’. Occasione per quest’analisi delle due diverse concezioni dell’Islam è offerta al Papa da una pagina storica, il colloquio che ’il dotto imperatore bizantino Manuele II Paleologo, forse durante i quartieri d’inverno del 1391 presso Ankara, ebbe con un persiano colto su cristianesimo e islam e sulla verità di ambedue’.

’La violenza - scandisce il Pontefice citando Theodore Khoury, l’autore che ricostruì quel dialogo - è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell’anima. Dio non si compiace del sangue; non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio. La fede è frutto dell’anima, non del corpo. Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccià. Di quella ricostruzione, il Papa teologo ha riportato anche la conclusione: ’per convincere un’anima ragionevole non è necessario disporre nè del proprio braccio, nè di strumenti per colpire nè di qualunque altro mezzo con cui si possa minacciare una persona di mortè.

Secondo Ratzinger, ’l’affermazione decisiva in questa argomentazione contro la conversione mediante la violenza è: non agire secondo ragione è contrario alla natura di Diò. ’Per la dottrina musulmana - ha spiegato ancora il Papa - Dio è assolutamente trascendente, cioè la sua volontà non è legata a nessuna delle nostre categorie, fosse anche quella della ragionevolezzà. Ed è questo, pare di capire dal ragionamento del Pontefice, l’elemento che fa maggiormente problema nel dialogo con l’Islam, in quanto per questa visione teologica, ha concluso, ’Dio non sarebbe legato neanche dalla sua stessa parola e niente lo obbligherebbe a rivelare a noi la verità. Se fosse sua volontà, l’uomo dovrebbe praticare anche l’idolatrià.

’Credo che tutti sappiamo che anche all’interno dell’Islam ci sono molte posizioni differenti, ci sono posizioni non-violentè, ha commentato da parte sua il direttore della Sala Stampa e della radio vaticana padre Federico Lombardi, per il quale ’certamente il Papa non vuole dare una lettura di interpretazione dell’Islam nel senso violento, ma affermare che nel caso di una lettura violenta della religione siamo in contraddizione con la natura di Diò.’Anche questa mattina - ha ricordato - il Papa ha parlato della ragionevolezza del credere.

Riafferma sempre l’importanza della fede in Dio, ma precisa anche in quale Dio, il volto di Dio che ci ha rivelato in Cristo, il Dio amore, come recita la sua enciclica. È un discorso chiaro e linearè. Ai giornalisti che gli chiedevano se il discorso di oggi implichi un giudizio sull’Islam, padre Lombardi ha risposto che ’nell’Islam ci sono tendenze differentì. ’A me la cosa che sembra importante - ha sottolineato - sono le conclusioni del discorso, quando il Papa dice che a lui importa l’allargamento dell’uso della ragione e che non bisogna separare la fede dalla ragione, perchè è rischioso per l’uomo moderno, anche ad esempio dal punto di vista dei problemi di ordine morale. Il dialogo e la sintesi tra fede e ragione è fondamentalè.

* www.ildialogo.org, Mercoledì, 13 settembre 2006


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