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Eu-angélo e UmaNITA’. In principio era l’amore pieno di grazia ("charitas"), non pieno di interesse ’mammonico’ ("caritas")!!!

Gesù di Nazaret e il "Padre Nostro". Fox non è Lutero e Ratzinger ... non ha sbagliato (ma nemmeno fatto bene)!!! 95 TESI? FORSE NE BASTA UNA SOLA! Per un nuovo CONCILIO, la ’sollecitazione’ di una ’vecchia’ riflessione - di Federico La Sala

mercoledì 18 aprile 2007

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> Fox non è Lutero e Ratzinger ... non ha sbagliato!!! 95 TESI? FORSE NE BASTA UNA SOLA! Per un nuovo CONCILIO, la ’sollecitazione’ di una ’vecchia’ riflessione.

sabato 14 aprile 2007


-  Presentato Gesu’ di Nazaret , il libro di Benedetto XVI.
-  "Non è un atto magisteriale ma una mia libera ricerca storica"

-  Il Papa ai lettori: "Liberi di contraddirmi"
-  La fatica letteraria del professor Ratzinger

-  In dieci capitoli la storia della vita di Gesù. Rinviata l’infanzia
-  "Gesù è ebreo ma è andato oltre l’ebraismo"

ROMA - Correggetemi, se volete. Assomiglia a Wojtyla quando appena nominato Pontefice disse: "Se sbaglio mi corigerete" , l’affermazione di Benedetto XVI contenuta nella prefazione del suo libro che uscirà il 16 aprile, giorno del suo ottantesimo compleanno, e che è stato presentato oggi a Roma: "Siete liberi di contraddirmi". Il libro s’intitola Gesù di Nazaret, che, precisa il Pontefice, si scrive senza acca.

"Questo libro non è in alcun modo un atto magisteriale ma è unicamente l’espressione della mia ricerca personale del volto di Cristo" si legge nella premessa. "Perciò ognuno è libero di contraddirmi. Chiedo solo alle lettrici e ai lettori quell’anticipo di simpatia senza il quale non c’è alcuna comprensione".

Benedetto XVI lo ha sempre detto: il volume potrà essere discusso liberamente da chiunque "perché non vincola all’infallibilità pontificia, non trattandosi di un testo inserito nel Magistero Papale nè in atti ufficiali del Mandato Petrino".

Il libro - Il Papa ha dedicato alla stesura del libro "tutti i momenti liberi" fino al settembre 2006, data in cui ha completato le bozze. Si tratta di un volume diviso in 10 capitoli dedicati alla figura umana di Gesù, dal battesimo fino alla trasfigurazione. La parte relativa all’infanzia è stata "rimandata" dal Pontefice alla seconda parte del libro di cui però non è ancora nota la data di uscita. Per ora, il Papa teologo ha preferito quindi concentrarsi sull’attività "pubblica" di Cristo. Il libro, soprattutto, pur affrontando tutte le questioni più spinose, a cominciare dalla stesura dei Vangeli, archivia tutte le immagini fantasiose su Gesù di cui pullula la letteratura degli ultimi anni.

"Gesù non è mito ma storia" - Tutta la storia del Dio che muore e che risorge "è accaduta realmente". "Gesù non è un mito, è un uomo fatto di carne e sangue, una presenza tutta reale nella storia". E’ uno dei passaggi più delicati e importanti del libro di Benedetto XVI. "Possiamo visitare i luoghi e seguire le vie che Egli ha percorso - scrive Ratzinger nella sezione dedicata alle Grandi immagini del Vangelo di Giovanni -. Possiamo, per il tramite dei testimoni, udire le sue parole. Egli è morto ed è risorto".

Il vangelo di Giovanni - Parlando della questione giovannea, cioè di chi sia effettivamente l’autore del Vangelo di Giovanni, Benedetto XVI sostiene che "il quarto Vangelo poggia su conoscenze straordinariamente precise dei luoghi e dei tempi, e pertanto può solo essere opera di qualcuno che aveva grande familiarità con la Palestina dei tempi di Gesù". "Il testo - prosegue - ci guida verso la figura di Giovanni di Zebedeo, ma non procede esplicitamente a questa identificazione". E se L’Apocalisse "nomina espressamente Giovanni come suo autore", "rimane aperta la domanda se l’autore sia il medesimo". Ratzinger ricorda che "dai tempi di Ireneo di Lione (morto nel 202 circa), la tradizione della Chiesa riconosce all’unanimità Giovanni di Zebedeo come il discepolo prediletto e l’autore del Vangelo". Tuttavia "in epoca moderna sono sorti dubbi sempre più forti riguardo a questa identificazione".

"Allo stato attuale della ricerca - aggiunge - è senz’altro possibile scorgere in Giovanni di Zebedeo quel testimone che difende solennemente la sua testimonianza oculare", ma "la complessità nella redazione del testo solleva tuttavia ulteriori domande". Benedetto XVI afferma che "dietro il testo vi è, ultimamente, un testimone oculare, e anche la redazione concreta è avvenuta nella vivace cerchia dei suoi discepoli e con l’apporto determinante di un discepolo a lui familiare".

"La vera pretesa del Vangelo - spiega - è quella di aver trasmesso correttamente il contenuto dei discorsi, l’autotestimonianza di Gesù nei grandi confronti svoltisi a Gerusalemme, affinchè il lettore incontri davvero i contenuti decisivi di questo messaggio e in esso l’autentica figura di Gesù".

"Gesù dà la vita" - E’ uno dei concetti-chiave dell’insegnamento di Benedetto XVI: "Questa è la grande promessa di Gesù: dare la vita in abbondanza". E tramite questo Gesù dà all’uomo "l’unica cosa di cui ha bisogno".

Il Papa ne parla a partire dalle "grandi immagini" del Vangelo di Giovanni (l’acqua, la vite e il vino, il pane, il pastore), da cui nel libro Ratzinger fa discendere la sua interpretazione del mistero dell’Eucaristia. "Gesù - spiega - promette di mostrare alle pecore il ’pascolo’, ciò di cui vivono, di condurle davvero alle sorgenti della vita".

Ampia e profonda la visione teologica in cui il Pontefice dispiega la sua esegesi degli episodi evangelici, dalla simbologia dell’acqua al miracolo di Cana passando del pane.

"La nuova bontà di Dio non è acqua zuccherata"- Il cristianesimo non è buonismo e non è una morale. E anche se oblio di Dio e mito del successo hanno trasformato la "giusta laicità" in un profano laicismo, la ricerca della verità di Dio resta un "segnavia" per la ragione dell’uomo. La verita di Dio va cercata "nella comunione con Gesù".

"Gesù è ebreo ma è andato oltre il giudaismo" - Pur essendo stato "un vero israelita", Gesù "è andato oltre il giudaismo". Questa distinzione ricorre più volte nel libro testo, dove Ratzinger si inserisce esplicitamente nel dibattito tra Cristo e il rabbino di cui parla Jacob Neusner in A Rabbi talk with Jesus.

"Dio non è madre" - Lo scrive Benedetto XVI: "Nonostante le grandi metafore dell’amore materno, madre non e’ un titolo di Dio, non e’ un appellativo con cui rivolgersi a Dio’’. Il papa si pone la domanda se ’’Dio non è anche madre’’ visto che ’’il paragone dell’amore di Dio con l’amore di una madre esiste’’ e appare già nell’antico Testamento e nella tradizione ebraica. Ma aggiunge subito il papa ’’resta per noi normativo il linguaggio della preghiera di tutta la Bibbia’’ dove ’’l’immagine del padre era ed è adatta a esprimere l’alterità tra Creatore e creatura, la sovranità del suo atto creativo’’.

* la Repubblica, 13 aprile 2007


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