Il bene originario della nuova teologia cattolica
di Filippo Gentiloni (il manifesto, 13 marzo 2011)
Qualche cosa si muove,oltre agli scritti del papa, nella teologia cattolica. È uscito anche in italiano un volume che ha già raggiunto nel mondo tirature enormi, analoghe a quelle pontificie, il testo di Matthew Fox «In principio era la gioia» (Fazi Editore), con introduzione di Vito Mancuso, che spiega la interessante novità del testo. Mentre la teologia cattolica tradizionale parte dal peccato («originale», appunto) e sul male si basa, la nuova teologia di Fox si basa, invece, sul bene: annunciato, proclamato, diffuso. Una impostazione che nel cattolicesimo non è nuova, anche se è stata troppo minoritaria. Fox cita alcuni grandi autori troppo dimenticati: tra gli altri Ildegarda di Bingen, Francesco di Assisi, Tommaso d’Aquino, Meister Eckhart, Giuliana di Norwich, Matilde di Magdeburgo, Nicola Cusano, Pierre Teilhard de Chardin, Thomas Merton, papa Giovanni XXIII ed altri grandi.
Fox vuole modificare il tradizionale percorso cattolico verso Dio che ha inizio dal peccato, come si può vedere dall’inizio della messa e anche del rito del battesimo.
La visione cattolica ufficiale si caratterizza come riparazione di qualcosa che si era rotto, come restaurazione di qualche cosa di originario che era andato perduto, come liberazione da un carcere nel quale si sarebbe stati chiusi. A essere originario, invece, grida Fox è il bene e il cristianesimo deve tornare ad essere benedizione: teoria e pratica che dice il bene. Il titolo dell’opera in inglese è, infatti, «Original blessing».
La benedizione e non il peccato, la gioia e non il dolore: una nuova pedagogia di cui la società e il cristianesimo hanno estremo bisogno. Positività, mistica. Non a caso Ratzinger, qualche anno fa, aveva condannato le posizioni troppo nuove di Fox che oggi arrivano anche in Italia. Vedremo se si diffonderanno.