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Per il dialogo, vero!

“Giustizia e Libertà” - e Verità! ONORE A ORIANA FALLACI ... ma non all’Imam Khomeini e nemmeno a Papa Benedetto XVI !!!

lunedì 18 settembre 2006 di Federico La Sala
[...] come al ’papa’ della religione islamica - così al papa della "libera" Chiesa cattolico-romana, la questione che pone il suo gesto di donna all’uno e di donna laica-cristiana all’altro è l’affermazione e la richiesta del riconoscimento della propria libertà e, tout court, all’uno e all’altro - sul piano umano e culturale, politico, giuridico e teologico - il diritto alla sovranità e al sacerdozio della donna - in tutti e due i campi - islamico e cattolico-romano!!! Opposti (...)

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> “Giustizia e Libertà” - e Verità! ONORE A ORIANA FALLACI ... Firenze riscopre la ’sua’ Oriana Fallaci, la giornalista e scrittrice nata nel capoluogo toscano nel 1929 e lì tornata per morire, nel settembre 2006, dopo una vita vissuta senza mai compromessi. Una sorta di ’riconciliazione’, quella di Firenze e della Toscana con la Fallaci, che negli ultimi anni aveva fatto discutere per le sue posizioni ferocemente non convenzionali (Ansa).

mercoledì 16 aprile 2008

Ansa» 2008-04-16 17:41

FIRENZE RISCOPRE LA ’SUA’ ORIANA FALLACI

FIRENZE - Civettuoli cappellini, occhiali, macchine da scrivere, fogli di carta zeppi di appunti, libri pubblicati in varie lingue, dipinti dove si riconoscono le strade bianche e le colline toscane, e poi tantissime fotografie, perché "Oriana era una persona schivissima, ma amava farsi fotografare". Firenze riscopre la ’sua’ Oriana Fallaci, la giornalista e scrittrice nata nel capoluogo toscano nel 1929 e lì tornata per morire, nel settembre 2006, dopo una vita vissuta senza mai compromessi. Una sorta di ’riconciliazione’, quella di Firenze e della Toscana con la Fallaci, che negli ultimi anni aveva fatto discutere per le sue posizioni ferocemente non convenzionali, a proposito dell’attacco alle Torri gemelle di New York, al Social forum, alla costruzione della moschea di Colle Val D’Elsa.

La città e la Regione scelgono di far pace a partire da una mostra multimediale che ripercorre le tappe di una ’fiorentina di razza’ (questo il titolo dell’esposizione): dopo un’anteprima a New York e poi tappe a Milano e Roma ora la mostra approda a Firenze. L’ esposizione, che si chiudera’ l’11 maggio, si compone di due parti: la prima a Palazzo Medici Riccardi, sede della Provincia, dove il visitatore si immerge nelle origini fiorentine di Oriana, nella sua storia familiare e personale, la giovinezza antifascista e i primi passi da giornalista. "Oriana - ha ricordato il nipote Edoardo Perazzi, curatore della mostra insieme ad Alessandro Nicosia - scrisse per 10 anni a Firenze e cominciò la sua carriera con un equivoco: voleva andare alla ’Nazione’, ma sbagliò piano del palazzo e capitò al ’Mattino dell’Italia centralé, dove rimase per 8 anni".

La seconda parte dell’esposizione è a Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale, dove l’esposizione si concentra sulla Oriana più matura, corrispondente di guerra e scrittrice. Tra gli oggetti in mostra il suo vecchio registratore a bobine, la sua intervista a Kissinger in versione audio, lo zaino mimetico che l’accompagnò in Vietnam con le indicazioni per il recupero della salma, la storia d’amore con Panagulis. L’ultima sala è dedicata alla Fallaci recente, con gli interventi sul Corriere della Sera dopo il 2001. "Una scelta oculata e non da fifoni - ha precisato Perazzi -: volevamo concentrarci di più sull’amore di Oriana per Firenze che non tanto sulle polemiche degli ultimi anni". Particolarmente soddisfatti della mostra il presidente della Provincia, Matteo Renzi, e quello del Consiglio regionale, Riccardo Nencini. "La mostra - ha affermato Renzi - è un gesto di riconoscenza del territorio verso la parte meno conosciuta della Fallaci". "Una persona - ha sottolineato Nencini - assolutamente deviante, spigolosa ma bella". Nencini ha anche annunciato che verrà a Firenze a visitare la mostra una delle giornaliste che la Fallaci amava di più, Christiane Amanpour, e che parte dei cimeli rimarrà in dote alla Fondazione del Consiglio regionale, e parte andrà al Fondo della Biblioteca lateranense a Roma.


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