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Per l’inizio del dialogo, quello vero (B. Spinelli)

ITALIA E PAKISTAN: LA DIVINA COMMEDIA (Dante Alighieri) E IL POEMA CELESTE (Muhammad Iqbal). Ri-leggiamo insieme... le due opere e i due Autori! Un’ipotesi di rilettura di DANTE .... e un appello per un convegno e per il Pakistan!!!

DANTE PER LA PACE, PER LA PACE TRA LE RELIGIONI E TUTTI I POPOLI.
venerdì 9 novembre 2007 di Federico La Sala
[...] W O ITALY ... Dopo di lui, in Vaticano, è tornata la confusione, la paura, e la volontà di potenza e di dominio. Un delirio grande, al di qua e al di là del Tevere, ma La Legge dei nostri ‘Padri’ e delle nostre ‘Madri’ Costituenti è sana e robusta ... Dante è riascoltato a Firenze, come in tutta Italia - e nel mondo. Anche nel Pakistan - memori del “Poema Celeste” (Muhammad Iqbal) - la Commedia non è stata dimenticata!!! [...]
PENSARE UN ALTRO ABRAMO: GUARIRE LA NOSTRA (...)

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> ITALIA E PAKISTAN: LA DIVINA COMMEDIA (Dante Alighieri) E IL POEMA CELESTE (Muhammad Iqbal). --- PAKISTAN, MUSHARRAF SI DIMETTE ’’NELL’INTERESSE DEL PAESE’’. Con queste parole Pervez Musharraf a sorpresa getta la spugna. Dopo nove anni di governo e settimane di speculazioni sul suo futuro politico, il presidente del Pakistan annuncia le sue dimissioni in un discorso tv alla nazione.

lunedì 18 agosto 2008

Ansa» 2008-08-18 17:19

PAKISTAN, MUSHARRAF SI DIMETTE ’’NELL’INTERESSE DEL PAESE’’

ROMA - ’Mi dimetto nell’interesse del Paese’. Con queste parole Pervez Musharraf a sorpresa getta la spugna. Dopo nove anni di governo e settimane di speculazioni sul suo futuro politico, il presidente del Pakistan annuncia le sue dimissioni in un discorso tv alla nazione. Lo fa nel giorno in cui i partiti di governo erano pronti a presentare in parlamento il dossier che avrebbe supportato la procedura del suo impeachment. Musharraf esce di scena per non essere incolpato di accuse gravi contro la nazione e la Costituzione e per ottenere una via d’uscita onorevole, che lo portera’ secondo indiscrezioni captate dalla stampa indiana a un esilio dorato in Arabia Saudita. L’ex generale era salito al potere con un golpe incruento nel ’99. I due partiti d’opposizione non ne riconoscevano pero’ la legittimita’ perche’ eletto quando era ancora capo delle forze armate. Rieletto presidente a novembre, Musharraf aveva imposto lo stato d’emergenza, sospeso la costituzione, liquidato i giudici a lui ostili e fatto imprigionare migliaia di oppositori. Per l’opposizione tutti reati gravissimi, per i quali si preparava a votare la procedura d’impeachment.

MUSHARRAF IN DIRETTA TV GETTA LA SPUGNA

NEW DELHI - Pervez Musharraf getta la spugna. Dopo nove anni di governo e settimane di speculazioni sul suo futuro politico, il presidente del Pakistan ha annunciato in un discorso televisivo alla nazione le sue dimissioni. Lo ha fatto respingendo tutte le accuse nei suoi confronti nel giorno in cui i partiti di governo erano pronti a presentare in parlamento il copioso dossier che avrebbe supportato la procedura del suo impeachment. Musharraf esce di scena per non essere incolpato di accuse gravi contro la nazione e la costituzione e per ottenere una via d’ uscita onorevole, che lo porterà, secondo indiscrezioni captate dalla stampa indiana, a un esilio dorato a Jedda in Arabia Saudita.

"Mi dimetto nell’interesse del Paese", ha detto, aggiungendo che presenterà oggi stesso la lettera al presidente dell’Assemblea nazionale, il parlamento. Ma l’ex generale, salito al potere con un golpe incruento nell’ottobre 1999, respinge tutte le accuse dei suoi oppositori, Asif Ali Zardari e Nawaz Sharif in testa, bollandole come "false e senza fondamento". Il presidente ex generale ha avocato a sé i successi del Pakistan, che, ha detto, sarebbe cresciuto economicamente e democraticamente, ha combattuto il terrorismo e fatto cambiare di fronte al mondo l’immagine di Paese sponsor del terrorismo. Musharraf ha anche detto che la sua decisione di dimettersi prescinde dall’impeachment, le cui accuse non lo avrebbero colpito. "Non una sola accusa contro di me potrebbe essere provata perché non ho fatto nulla per me, ma tutto per il Pakistan".

Musharraf ha parlato di traditori che si stanno accanendo contro di lui e contro il Paese, alludendo al fatto di aver favorito, con leggi speciali, il ritorno di Sharif e di Zardari, insieme alla moglie Benazir Bhutto uccisa a dicembre. Sia Zardari che Sharif hanno parlato di "vittoria del popolo", mentre per il primo ministro, Yusuf Raza Gilani, è stata una "decisione realistica". Si profila ora incerto sia il futuro di Musharraf che del suo Paese. Secondo fonti di stampa pachistana, dovrebbe andare a Jedda nella stessa casa che ospitò Nawaz Sharif quando fu mandato in esilio dallo stesso Musharraf. Poco fa un leader della Lega Pachistana Musulmana-Q, partito vicino al presidente, ha detto che Musharraf invece resterà in Pakistan. E per la sua successione a Musharraf, si fa insistente proprio il nome di Sharif.

MUSHARRAF, TENACE ALLEATO USA E DISCUSSO LEADER Il presidente del Pakistan, Pervez Musharraf, che oggi ha annunciato in un discorso alla nazione le proprie dimissioni, alla vigilia di una procedura di impeachment, era salito al potere con un incruento colpo di stato nel 1999 ed è stato poi eletto per un secondo mandato l’ anno scorso dopo aver rinunciato alla divisa militare. Nato nel 1943 a New Delhi in una modesta famiglia e approdato nel neo-costituito Pakistan quattro anni dopo, Musharraf si è formato in una scuola cattolica, è vissuto sette anni in Turchia prima di entrare nell’Accademia militare, dove a 18 anni ha indossato la divisa che considera una "seconda pellé. Nel 2001, due anni dopo la sua presa del potere, quando George W. Bush lancia la guerra globale al terrorismo sulla scia degli attentati dell’11 settembre, Musharraf diventa alleato di Washington, che ricompensa il Pakistan con 12 miliardi di dollari, risollevandone l’economia. Presentatosi spesso come il salvatore della patria e persino del mondo intero contro al Qaida, Musharraf si trova spesso in difficoltà sul piano interno per le accuse di essere al servizio degli interessi Usa e nel fronteggiare diverse ondate di estremismo islamico. Ed è criticato dal vicino Afghanistan - e, più velatamente, dagli Usa -, che gli imputa di non fare abbastanza per combattere i Taleban pachistani e al Qaida nei territori tribali, dove i Taleban afghani trovano rifugio e sostegno. Il terrorismo islamico si intensifica, specie nelle regioni tribali, dopo l’assalto delle forze di sicurezza alla Moschea Rossa di Islamabad, centro dell’estremismo filo- talebano, che costò la vita a 105 persone. Ma le difficoltà maggiori per lui erano cominciate in marzo 2007, quando rimosse il popolare presidente della Corte suprema, giudice Iftikhar Chaudhry, campione dei diritti umani, scatenando un’ondata di proteste in tutto il Paese, tanto da essere costretto a reinsediarlo pochi mesi dopo. Quella mossa errata ha fatto degli avvocati e dei magistrati la principale forza di opposizione della società civile. Lo scorso 6 ottobre in una controversa elezione diviene presidente per un secondo mandato. Ma pochi giorni prima che la Corte suprema si riunisse per decidere se confermare o invalidare l’elezione, il 3 novembre 2007 sospende nuovamente la costituzione e impone lo stato d’emergenza per sei settimane. Segue una nuova ondata di arresti. Il 27 dicembre la principale leader dell’opposizione, l’ex premier Benazir Bhutto, rientrata da poche settimane da un lungo esilio, viene uccisa a Rawalpindi in un attentato mentre faceva la sua campagna elettorale. L’opposizione, guidata dal Partito popolare pachistano (Ppp) della Bhutto, accusa per l’attentato i servizi segreti. Le elezioni vengono rinviate al febbraio. Il 18 febbraio 2008 vincono le elezioni i partiti di opposizione: il Ppp guidato da Asif Ali Zardari, vedovo della Bhutto, e la Lega musulmana dell’ex premier Sharif, allontanato dal potere da Musharraf nel ’99. Comincia il braccio di ferro fra Musharraf e il governo del premier Gilani, che l’8 agosto annuncia la procedura di impeachment. Il 18 agosto, pur respingendo le accuse dell’opposizione, Musharraf annuncia le sue dimissioni.


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