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Per l’inizio del dialogo, quello vero (B. Spinelli)

ITALIA E PAKISTAN: LA DIVINA COMMEDIA (Dante Alighieri) E IL POEMA CELESTE (Muhammad Iqbal). Ri-leggiamo insieme... le due opere e i due Autori! Un’ipotesi di rilettura di DANTE .... e un appello per un convegno e per il Pakistan!!!

DANTE PER LA PACE, PER LA PACE TRA LE RELIGIONI E TUTTI I POPOLI.
venerdì 9 novembre 2007 di Federico La Sala
[...] W O ITALY ... Dopo di lui, in Vaticano, è tornata la confusione, la paura, e la volontà di potenza e di dominio. Un delirio grande, al di qua e al di là del Tevere, ma La Legge dei nostri ‘Padri’ e delle nostre ‘Madri’ Costituenti è sana e robusta ... Dante è riascoltato a Firenze, come in tutta Italia - e nel mondo. Anche nel Pakistan - memori del “Poema Celeste” (Muhammad Iqbal) - la Commedia non è stata dimenticata!!! [...]
PENSARE UN ALTRO ABRAMO: GUARIRE LA NOSTRA (...)

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> ITALIA E PAKISTAN: LA DIVINA COMMEDIA (Dante Alighieri) E IL POEMA CELESTE (Muhammad Iqbal). --- Visita lampo del ministro degli Esteri, Frattini, a Islamabad: «Un errore il tentativo di legittimare politicamente i guerriglieri»

martedì 21 ottobre 2008

Visita lampo del ministro degli Esteri a Islamabad: «Un errore il tentativo di legittimare politicamente i guerriglieri»

Frattini in Pakistan: «Non si tratta con i terroristi»

DA ISLAMABAD (Avvenire, 21.10.2008)

In un Afghanistan che continua a bruciare per le violenze ter­roristiche, la via maestra per domare il caos non passa né per la legittimazione politica dei taleban né attraverso un aumento delle truppe sul terreno, bensì per lo sra­dicamento di «povertà e dispera­zione », due dei combustibili più pe­ricolosi dell’estremismo fonda­mentalista.

Dalla sua missione lampo e a sor­presa in Pakistan di ieri, Franco Frattini è tornato a Roma con que­sta convinzione. Il titolare della Far­nesina, da Abu Dhabi, è volato nel­la capitale pachistana per portare il sostegno dell’Italia al processo di riforme democratiche avviato dal presidente Asif Ali Zardari e dal premier Yusuf Raza Gilan.

La stabilizzazione del Pakistan e dell’intera regione è strettamente legata alla traballante situazione nel confinante Afghanistan, dove ormai anche il contingente italia­no - oltre 2400 uomini tra Kabul e Herat - è quasi quotidianamente bersagliato dalla minaccia fonda­mentalista. Contrariamente alle a­perture del presidente Hamid Kar­zai e del segretario americano alla Difesa Robert Gates, il capo della diplomazia italiana è stato catego­rico nel bollare come «un errore» il tentativo di « legittimare politica­mente » i taleban. Con i terroristi «non si tratta», hanno scandito al­l’unisono Frattini e il collega pa­chistano Makhdum Qureishi. Cer­to, ha ipotizzato il titolare della Far­nesina, una strada percorribile po­trebbe essere quella di intavolare con i taleban colloqui indiretti, co­me l’Egitto sta facendo con Hamas, «ma non bisogna farne degli attori legittimi del dialogo politico». Tan­to più che i tentativi di dialogo por­tati avanti da Karzai non hanno prodotto finora «grandi risultati».

Insistendo sulla necessità di una risposta non solo militare, sulla scia del summit Nato di Bucarest, Frat­tini ha sottolineato come l’unica «strategia vincente» sia quella di debellare «povertà ed estremismo»: «Il nostro obiettivo politico - ha det­to il capo della diplomazia italiana escludendo un aumento del con­tingente italiano - è che la popola­zione locale sradichi dal suo inter­no estremismo e terrorismo». Con il «sostegno», certo, della comunità internazionale, che tra i suoi com­piti principali ha innanzitutto quel­lo di aiutare il Paese a risorgere con la costruzione di infrastrutture e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Anche a causa dell’escalation di at­tentati delle scorse settimane in­tanto, alla “Jirga” di pacificazione con i leader tribali afghani che si terrà ad Islamabad i prossimi 26 e 27 ottobre i taleban non sono stati invitati. Mentre Roma, ha spiegato Frattini ai suoi interlocutori, sta la­vorando per organizzare una con­ferenza internazionale per la stabi­lizzazione della regione durante la prossima presidenza del G8. La conferenza, nel 2009, dovrebbe es­sere a livello dei ministri degli Esteri e coinvolgere Pakistan, Afghani­stan, Cina, Emirati, Arabia saudita e India.


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