All’origine, DUE SOLI: il sole e la luna furono creati uguali, solo dopo la luna venne diminuita... Lezione di HAIM BAHARIER
E il maestro spiegò la Bibbia alla figlia
Haim Baharier, studioso di ermeneutica ebraica, spiega la Genesi attraverso le domande della ventenne Avigail
di Riccardo Maccioni (Avvenire, 23.09.2006)
Sul palcoscenico del teatro gremito, solo lui e la figlia, mentre la grande sala lievemente in penombra partecipa assorta. Lui, Haim Baharier, maestro di ermeneutica ebraica, a sminuzzare il testo, dando voce ora all’esegeta e ora al padre, consapevole che i due ruoli non possono essere divisi. Lei, Avigail, la figlia ventenne, a leggere i versetti biblici e a interrogare il padre-maestro. Nelle domeniche della scorsa primavera, questo singolare dialogo, ha riempito il Teatro Dal Verme di Milano, risultando uno degli appuntamenti culturali più originali della stagione. Ora da quegli incontri è nato un agile libro: La Genesi spiegata da mia figlia. Si, non «a» ma «da» mia figlia, a sottolineare che nel pensiero ebraico le interpretazioni non sono mai definitive e porre le domande è importante almeno quanto cercare le risposte.
Ma la scelta editoriale tradisce anche un di più, che interpella l’uomo oltre che lo studioso. È l’omaggio del padre ad Avigail, la figlia affetta da sindrome di Down, ma non per questo meno intelligente e felice, che incarna l’idea della debolezza, filo conduttore degli studi biblici di Baharier. «Ci pensai anche quel giorno in ostetricia, nell’ospedale dove nacque mia figlia - scrive l’autore -. Il dottore mi prese per un braccio, mi disse che quel "più" che aspettavo sarebbe stato un "meno". E lì, non so come, con quella fredda passione che piace all’editore, avevo risposto che tanto, tanto più mi sarebbe venuto da quel meno». Molto della riflessione di Baharier del resto riguarda il concetto di identità claudicante che è insieme carenza e ricchezza. Non un handicap su cui piangere ma la coscienza della propria finitezza e quindi una strada maestra, privilegiata, per orientarsi nella via dello spirito. Baharier la percorre con profondità e leggerezza facendosi guidare dal testo biblico. Pochi versetti per volta, miscelando sapienza ebraica e umana saggezza. Così il midrash sul sole e la luna che furono creati uguali e solo dopo la luna venne diminuita, serve a Baharier per spiegare il rapporto dell’identità ebraica verso le altre identità, verso le altre civiltà. E il racconto dell’uccisione di Abele da parte di Caino supera i confini del buono e del cattivo, del debole e del forte, per diventare una riflessione sull’accoglienza, sul senso di colpa che nasce dal non sapere custodire la fratellanza. Cioè il compito che Dio affida all’omicida. La narrazione non assume mai il tono cattedratico, non è mai lezione in senso tradizionale. Baharier guida il lettore al recupero di qualcosa che ha dentro anche se crede di non conoscerlo. Secondo una leggenda midrashica infatti «un angelo insegna tutta la Torà alla creatura che attende di nascere. Poi al momento del parto, l’angelo sfiora con un dito il bambino, tra la base del naso e la bocca e cancella tutto il suo sapere. Il bambino nasce puro e ignaro, recando però il segno di quel tocco: il leggero solco in mezzo al labbro superiore, il cosiddetto "filtro"». Su iniziativa del Franco Parenti, Haim Baharier terrà un nuovo ciclo di conferenze al teatro Dal Verme di Milano, a partire dal gennaio prossimo.
Haim Baharier La Genesi spiegata da mia figlia Garzanti. Pagine 98. Euro 10