Le radici dell’Europa, viste dallo spazio...
SENZA ALCUNA ILLUSIONE.UNA NOTA SUL BIVIO DEL NOSTRO PRESENTE
di Federico La Sala *
Se vogliamo costruire b-e-n-e la ’casa’ europea e non perdere la nostra stessa memoria e identità di esseri umani, a mio parere, bisogna fare i conti ancora più di ieri con Platone e la Tecnica, e possibilmente ricominciare e riprendere il filo da Mileto (da Talete e Anassimandro) e da Elea (Parmenide e Zenone). Senza queste ’isole-di-democrazia’, senza queste ’repubbliche’ (ancor prima delle repubbliche della moderna storia europea), come ricorda Vico, "non sarebbono stati filosofi". Premesso questo, il problema è capire ancor di più e meglio di quanto abbiamo già fatto, e sciogliere, finalmente, il nodo Pericle-Platone! E questo non lo possiamo fare senza Marx: è la questione e la logica del Denaro (e del Capitale) che bisogna mettere in chiaro. E non possiamo farlo se non andando anche a fondo della logica del sapere tecnico-scientifico. Le due cose sono unite! E sono unite male!, dentro, fuori e sopra la nostra testa!
Per pensare bene l’Europa e l’intera Terra, oggi, penso che non possiamo non partire (a riguardo, mi sia consentito rinviare a: F. La Sala, La mente accogliente. Tracce per una svolta antropologica, Antonio Pellicani editore, Roma 1991, pp. 162-189; e, ancora, F. La Sala, L’enigma della sfinge e il segreto della piramide, Ripostes edizioni, Salerno-Roma 2001, pp. 7-49)) dalla Terra vista dallo spazio e dalla Luna. Da ’quel luogo’ dobbiamo ripartire, a mio parere, se vogliamo muovere verso un’ Europa nell’O.N.U. e non un’ Europa (che oggi si chiama U.S.A) sopra l’ O.N.U. (teniamo presente che Aldrin e Armstrong , quando posero piede nel Mare della Tranquillità, non piantarono la bandiera dell’ O.N.U e dell’intero genere umano, ma la bandiera a stelle e strisce).
Per una nuova Europa (in senso stretto e specifico) e per un nuovo U.N.O., non possiamo non ripensare Platone, la Tecnica, e noi stessi e noi stessi: di nuovo, e dal "principio" - a partire dal nostro presente storico, da CHI e come guarda - qui e ora - noi tutti e tutte, la Terra, dal di fuori, dallo spazio, dalla Luna, e dal Sole! Noi non avendo imparato a ben guardare ’dal di fuori’ né noi stessi e noi stesse e nemmeno gli altri esseri umani; e, ancora, non avendo più nemmeno "il coraggio di sapere" (Kant), continuiamo tutti e tutte, ben persuasi e persuase dal grande sofista (cioè, Platone) d’Occidente, ad avere fede nel Bene del suo Dio e ....a vivere eternamente nella sua caverna! Ora, con l’aiuto di Dio (della Filosofia, della Teologia, della Tecnica, della Politica e dell’Economia), siamo più che mai prossimi a realizzare il suo sogno! Quello annunciato e scritto a chiare lettere sulle banconote del dio-denaro, il dollaro: "Novus ordo seclorum", "E pluribus unum", "In God we trust". La piramide (con l’occhio divino-solare e la scritta "Annuit coeptis") è ricostruita e il faraone regna incontrastato - nessun Mosé turba più i suoi sogni....
Ricordatevi che siete essere umani e dimenticatevi tutto il resto, a questo ci esortava Albert Einstein, nel 1955, poco prima di morire - a ricordare, e a ricordare l’essenziale. La situazione planetaria oggi, e ormai, è di costante e quotidiano allarme generale e, unitamente ai centomila problemi indotti dal cosidetto progresso chiamato sviluppo, uno scontro di civiltà pende come una spada di Damocle sull’intera umanità. Ripensare tutto e ri-trovare "ciò che è comune" è la sfida che il nostro presente pone a tutti e a tutte: in particolare, rifondare la democrazia e trovare le radici comuni delle varie religioni sta diventando sempre più un passo non solo necessario ma urgentissimo.
La mia convinzione è che, sulla strada (di Einstein e) di Freud, riprendendo il suo discorso sull’edipo (e ricollocando tale incrocio di relazioni a prima dello strutturarsi dello stesso narcisimo), sia non solo possibile fare luce (soprattutto) sulla figura di Giuseppe (e Maria e Gesù) e giungere a ritrovare la vivente-pietra della "relazione pura" della donna con l’uomo, e dell’uno e dell’altro con il figlio o la figlia, e dell’intero genere umano con la Terra e con il Tempo ... ma anche riportare serenità e pace all’interno dell’intera famiglia umana. Ripartendo dalla relazione di uomini e donne in carne ed ossa, e dalla nascita di ognuno e di ognuna di noi stessi e di noi stesse e dalla relazione (al di là di un biologismo e naturalismo accecato e accecante ) dei nostri stessi padri e delle nostre stesse madri, è possibile finalmente comprendere che ogni essere u-ma-no nasce dall’unione, dall’ alleanza, dal rapporto sociale e culturale di due esseri umani, non dal caso o da un ’incidente’ biologico o tecnico ... e riequilibrare il campo delle relazioni!
Significa finalmente capire, cioè, che la famosa ’rivelazione’ della dea parmenidea che l’Essere è, e che il non-essere non è, riposa su una chiarificazione essenziale - a partire dal nostro proprio presente storico - di natura logica ed etica: in principio era il Logos.... E di qui, a quel ’comandamento’ Ama il prossimo tuo come te stesso che non dice altro che la stessa cosa e che è prima di tutto e soprattutto una scoperta, un’ acquisizione culturale, e una verità antropologica, e non un’invenzione di preti e di sacerdoti! A partire da se stessi e da se stesse, si tratta di rimettere insieme tutti i ’pezzi’ dell’intera drammatica storia della nostra (planetaria) cultura e iniziare un nuovo cammino:
1) Fuori del tutto non c’è Dio (Dio è morto e noi l’abbiamo ucciso: è un punto cruciale della riflessione di Nietzsche e il punto d’approdo dell’ intera filosofia contemporanea);
2) Non c’è Dio se non Dio (è l’affermazione fondamentale della religione islamica);
3) Non c’è Dio, se non il Dio dei nostri padri (è l’affermazione fondamentale della religione ebraica);
4) Non c’è Dio, se non il Dio delle nostre madri (è l’affermazione fondamentale della religione cristiana e cattolica).
Se non ora, quando? Bisogna ripartire dalle radici, da qui - dalla relazione e dalla nascita di noi stessi e noi stesse. E’ l’ antropologia che insegna alla politica... e alla teologia: fuori del tutto non c’è nessun dio, se non il dio dei nostri padri e delle nostre madri. Da qui ripartire, dall’essere, tutti e tutte, figli e figlie della relazione di uomini e donne, da questo fatto - culturale attuale, e da questa consapevolezza - senza riduzionismi e senza fondamentalismi, per fare verità e riconciliazione: non ci sono altre strade. Oggi non abbiamo più altra via per proseguire, se non quella della verità e della vita.... Un grande concilio, in terra!, tra tutti gli uomini e tutte le donne di buona volontà di tutta la Terra, come quello immaginato in cielo nel Quattrocento da Nicola Cusano, "per placare la follia dell’ira e di aiutare la verità a manifestarsi", in "La pace della fede", penso che sia da mettere all’ordine del giorno dei lavori. Un O.N.U. rinnovato, un UNO della filosofia, della politica, e delle religioni. Al più presto: ora, non domani!
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www.ildialogo.org/filosofia, Lunedì, 04 ottobre 2004