La leader del Partito Popolare invoca una sollevazione popolare contro Musharraf dopo lo stato d’emergenza
"Esorto il popolo a farsi avanti, siamo sotto attacco". E invita a camminare con lei il 13 novembre
Bhutto chiede proteste di massa
"Marcia da Lahore a Rawalpindi"
Londra al presidente: "fissi una data certa per le elezioni politiche" *
ISLAMABAD - Benazir Bhutto guiderà una marcia di protesta da Lahore a Rawalpindi se il presidente Musharraf non si dimetterà da capo delle forze armate. L’ex premier e capo dell’opposizione, rientrata da poco nel Paese dopo diversi anni di esilio volontario, ha fissato la data della marcia per il 13 novembre.
E da Londra, il ministro degli Esteri britannico ha chiesto al presidente di fissare una data precisa per le elezioni politiche nel Paese, previste per gennaio ma considerate ora in forse dopo gli ultimi eventi nel Paese. Il ministro Miliband, parlando ai Comuni, ha anche chiesto che Musharraf abbandoni la carica di capo dell’esercito entro il 15 novembre.
La leader del Partito Popolare, la più importante formazione politica del Pakistan, ha chiesto una sollevazione di massa contro il presidente per la sua imposizione dello stato d’emergenza. ’’Esorto il popolo pachistano a farsi avanti. Siamo sotto attacco’’, ha detto Bhutto in una conferenza stampa dopo aver incontrato altri leader dell’opposizione a Islamabad.
Bhutto ha assicurato che parteciperà venerdì a una manifestazione a Rawalpindi nonostante le minacce della polizia di una repressione, e poi ha detto che guiderà la lunga marcia indetta per il 13 novembre.
Il presidente Musharraf ha dichiarato lo stato di emergenza nel Paese, abolito la Costituzione e arrestato diverse centinaia di oppositori. Proprio nei prossimi giorni la Corte Suprema avrebbe dovuto pronunciarsi sulla legittimità della sua rielezione, il 6 ottobre scorso. La gente si è mobilitata, è scesa in piazza per protestare ed è in corso un duro braccio di ferro con la magistratura, dopo la destituzione da parte del presidente del giudice in capo, Iftikhar Chaudhry.
* la Repubblica, 7 novembre 2007.