Pakistan, l’opposizione vince. Musharraf: non lascio *
All’indomani del voto in Pakistan, la poltrona del presidente Pervez Musharraf comincia a vacillare: i due principali partiti d’opposizione hanno ottenuto infatti la maggioranza dei seggi in Parlamento. Lui però non vuole cedere il potere. «Non mi dimetto», annuncia a caldo tramite il suo portavoce. Collaborerà con qualsiasi forza per qualsiasi governo.
Gli Stati Uniti continuano ad appoggiarlo a quanto sembra, considerano le elezioni politiche svoltesi in Pakistan come «un passo verso il pieno ripristino della democrazia», ma sollecitano tutte le parti ad accettare i risultati e a lavorare insieme. Gli Usa auspicano che il Pakistan continui ad essere un partner di primo piano per Washington nella lotta «contro il terrorismo internazionale», è la definizione della portavoce della Casa Bianca Dana Perino.
I risultati definitivi non sono ancora arrivati, ma è ormai certo il verdetto: gli elettori pachistani - il 46 per cento degli 80 milioni registrati - hanno detto in maggioranza «no» a Musharraf. Il generale che detiene il potere da nove anni ha ammesso la sconfitta ma non accetta di andrasene.
Con 255 seggi sui 275 dell’assemblea assegnati, il Ppp della defunta Benazir Bhutto - assassinata il 27 dicembre in pre campagna elettorale - ne ha già assicurati 87, la lega Musulmana-N di Nawaz Sharif, al secondo posto, ne ha 66. La Lega musulmana di Musharraf (Pml-Q) ha ottenuto solo 38 seggi. Scarso il risultato dei partiti islamici riuniti nell’alleanza che ha sostenuto il presidente-generale, che ha subito così una seconda sconfitta, anche per quanto riguarda i suoi alleati.
Dopo una prima riunione tra i partiti che hanno vinto le elezioni pare però che si sta facendo strada l’idea di rifiutare la collaborazione "forzosa" con Musharraf. E c’è chi propende anche per chiedere alle truppe estere di lasciare il paese.
In una conferenza stampa, Sharif ha chiesto il reinsediamento dei giudici della Corte suprema perchè possano, come loro primo atto, giudicare la legittimità dell’elezione di Musharraf a presidente. I due maggiori partiti di opposizione - quello della Bhutto e quello di Sharif - dispongono di poco più di metà dei seggi dell’Assemblea nazionale e, se arriveranno a due terzi, potranno anche avviare l’impeachment di Musharraf.
Il Partito popolare pakistano ha fatto sapere che è pronto ad allearsi con tutte le forze democratiche. Asif Ali Zardari, leader del Ppp e vedovo della ex premier assassinata, ha escluso che nella nuova maggioranza possa entrare il partito di Musharraf: «Non siamo interessati a nessuno che abbia fatto parte del precedente governo». Il primo atto del nuovo governo sarà quello di richiedere all’Onu una commissione d’inchiesta sull’assassinio della Bhutto. L’ex premier Nawaz Sharif, che giovedì incontrerà Zardari. Sharif ha invitato le forze democratiche a unirsi per «mettere fine alla dittatura» di Pervez Musharraf.
* l’Unità, Pubblicato il: 18.02.08, Modificato il: 19.02.08 alle ore 19.34