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Per l’inizio del dialogo, quello vero (B. Spinelli)

ITALIA E PAKISTAN: LA DIVINA COMMEDIA (Dante Alighieri) E IL POEMA CELESTE (Muhammad Iqbal). Ri-leggiamo insieme... le due opere e i due Autori! Un’ipotesi di rilettura di DANTE .... e un appello per un convegno e per il Pakistan!!!

DANTE PER LA PACE, PER LA PACE TRA LE RELIGIONI E TUTTI I POPOLI.
venerdì 9 novembre 2007 di Federico La Sala
[...] W O ITALY ... Dopo di lui, in Vaticano, è tornata la confusione, la paura, e la volontà di potenza e di dominio. Un delirio grande, al di qua e al di là del Tevere, ma La Legge dei nostri ‘Padri’ e delle nostre ‘Madri’ Costituenti è sana e robusta ... Dante è riascoltato a Firenze, come in tutta Italia - e nel mondo. Anche nel Pakistan - memori del “Poema Celeste” (Muhammad Iqbal) - la Commedia non è stata dimenticata!!! [...]
PENSARE UN ALTRO ABRAMO: GUARIRE LA NOSTRA (...)

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> ITALIA E PAKISTAN: LA DIVINA COMMEDIA (Dante Alighieri) E IL POEMA CELESTE (Muhammad Iqbal). ---Massignon alla ricerca delle fonti di Dante.L’autore della «Commedia» influenzato o no dalla lettura di un testo arabo? (di Bianca Garavelli).

sabato 7 giugno 2008

Massignon alla ricerca delle fonti di Dante

L’autore della «Commedia» influenzato o no dalla lettura di un testo arabo?

DI BIANCA GARAVELLI (Avvenire, 07.06.2008).

Quasi un secolo fa l’im­portante studioso spa­gnolo di letteratura ara­ba Miguel Asìn Palacios pubblicò un ponderoso saggio sull’influenza esercitata sulla Commedia di Dante da imma­gini, situazioni, paesaggi di un altro libro che racconta un illu­stre viaggio nell’aldilà: il Libro della Scala, in cui Maometto guidato dall’arcangelo Gabrie­le varca le soglie di Paradiso e Inferno. Questo saggio, L’esca­tologia musulmana nella Divi­na Commedia, suscitò molta impressione e molte discussio­ni: ora abbiamo conferma di quanto il tema sia attuale gra­zie a questo libro di Louis Mas­signon, Il soffio dell’Islam, che a quella discussione fra studio­si partecipò.

Il saggio di Pala­cios uscì nel 1919 e Massignon rispose subito do­po, concludendo che i ’prestiti let­terali’ elencati puntualmente non rappresenta­no una prova, perché le due cul­ture, cristiana e musulmana, po­ste di fronte alla sfida di rappre­sentare le regioni che prima o poi visiteremo dopo la morte, avreb­bero reagito in modi simili, e con inevitabili somi­glianze.

E co­munque cultura musulmana e cri­stiana, per la co­mune provenien­za da quella greco-ellenistica, hanno similitudini ben più an­tiche e radicate. Massignon è anche scettico su come fosse possibile per Dante, anche ipo­tizzando una mediazione del suo maestro Brunetto Latini, leggere il viaggio soprannatu­rale di Maometto. Oggi, dopo le scoperte di Enrico Cerulli (1949) e gli studi di Maria Corti (1993), abbiamo nuove impor­tanti tessere per il mosaico: l’intuizione di Palacios era giu­sta, Brunetto Latini ricevette in dono dal re di Castiglia Alfonso il Savio, presso il quale aveva guidato un’ambasceria di Fi­renze, una traduzione in latino del Libro della Scala e almeno la possibilità concreta che Dante lo prendesse in mano dunque c’è. Lo stesso Massi­gnon, in un saggio del 1956, a sua volta tradotto qui, ne dà notizia. Resta da chiedersi quanto questa lettura possa es­sere stata risolutiva per la Commedia. Ricordando sem­pre che è molto difficile distri­care la matassa degli intrecci culturali e delle suggestioni in­crociate, c’è indubbiamente u­na somiglianza in molte ’tro­vate’ specialmente nell’Inferno che possono far pensare a una lettura diretta del testo arabo, come la disputa fra angelo e diavolo per la collocazione di un’anima, il ghiaccio in cui è immerso Lucifero. Tuttavia quel che conta è che l’intenzio­ne fondamentale dell’autore della Commedia era ben lonta­na da quella dell’anonimo au­tore del Libro della Scala e che questa lettura non può aver scalfito la rocciosa cattedrale gotica del pensiero dantesco.

Tuttavia questo complesso li­bro, ottimamente curato dal giovane studioso di Letteratura e cultura araba Andrea Celli, non contiene so­lo questo: molte altre sono le stra­de per cui il ’sof­fio dell’Islam’ può aver lambito le regioni occi­dentali. Per e­sempio, la misti­ca di Giovanni della Croce, o ad­dirittura Gérard de Nerval, attrat­to dall’arte isla­mica di leggere i sogni, pur restan­do cristiano. Così come un grande cristiano, San Francesco, ha la­sciato la sua trac­cia in un testo musulmano che parla del suo in­contro col Sultano a Damietta, esaltando le qualità mistiche del santo. Il punto di vista di Massignon, nato nel 1883 e nella giovinezza amico di Huy­smans, come nell’età matura di Maritain e La Pira, da sem­pre aperto alla cultura musul­mana che conobbe diretta­mente fin dagli anni del colo­nialismo francese, è di totale attenzione alle qualità profon­de della scrittura, che non dev’essere asservita a fini com­merciali, perché in essa risiede la possibilità suprema di rag­giungere il Reale. È in questo che mistica musulmana e mi­stica cristiana sono sempre, as­solutamente vicine.

-  Louis Massignon
-  IL SOFFIO DELL’ISLAM
-  La mistica araba e la letteratura occidentale
-  Medusa. Pagine 224. Euro 22,00


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