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Per l’inizio del dialogo, quello vero (B. Spinelli)

ITALIA E PAKISTAN: LA DIVINA COMMEDIA (Dante Alighieri) E IL POEMA CELESTE (Muhammad Iqbal). Ri-leggiamo insieme... le due opere e i due Autori! Un’ipotesi di rilettura di DANTE .... e un appello per un convegno e per il Pakistan!!!

DANTE PER LA PACE, PER LA PACE TRA LE RELIGIONI E TUTTI I POPOLI.
venerdì 9 novembre 2007 di Federico La Sala
[...] W O ITALY ... Dopo di lui, in Vaticano, è tornata la confusione, la paura, e la volontà di potenza e di dominio. Un delirio grande, al di qua e al di là del Tevere, ma La Legge dei nostri ‘Padri’ e delle nostre ‘Madri’ Costituenti è sana e robusta ... Dante è riascoltato a Firenze, come in tutta Italia - e nel mondo. Anche nel Pakistan - memori del “Poema Celeste” (Muhammad Iqbal) - la Commedia non è stata dimenticata!!! [...]
PENSARE UN ALTRO ABRAMO: GUARIRE LA NOSTRA (...)

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> ITALIA E PAKISTAN: LA DIVINA COMMEDIA (Dante Alighieri) E IL POEMA CELESTE (Muhammad Iqbal). ----"Impeachment per Musharaff". Accordo tra Zardari, vedovo di Bhutto e leader dell’alleanza e Nawaz Sharif per destituire l’ex generale e presidente che replica: "Non mi dimetto".

venerdì 8 agosto 2008


-  Accordo tra Zardari, vedovo di Bhutto e leader dell’alleanza e Nawaz Sharif
-  per destituire l’ex generale e presidente che replica: "Non mi dimetto"

-  Pakistan, la coalizione di governo
-  "Impeachment per Musharaff"

-  Il Paese rischia ora di sprofondare nuovamente in un periodo di instabilità politica

ISLAMBAD - Richiesta immediata di impeachment contro il presidente pachistano Pervez Musharraf. Dopo due giorni di colloqui c’è l’accordo tra il leader del Partito del Popolo e vedovo di Benazir Bhutto, Asif Ali Zardari, e Nawaz Sharif, ex primo ministro e leader del partito Lega Musulmana Pachistana-N, secondo maggiore partito della coalizione. "Non mi dimetterò ma affronterò l’impeachment" ha reagito il presidente.

L’annuncio. "Abbiamo delle buone notizie per la democrazia" ha detto esultante Asif Ali Zardari, leader della coalizione di governo. "Pensiamo che sia un imperativo avviare una procedura di destituzione contro il generale Musharraf" ha aggiunto il vedovo dell’ex premier assassinata nel dicembre scorso durante una manifestazione elettorale.

"Subito dopo l’impeachment - ha continuato Zardari - restaureremo i giudici rimossi da Musharraf". Se così fosse, in via teorica la Corte suprema, riesaminando la controversa rielezione alla presidenza di Musharaff dell’anno scorso, potrebbe stabilirne la deposizione.

Zardari, vedovo di Benazir Bhutto, è succeduto alla moglie alla guida del Partito del popolo pachistano ed è leader della coalizione di governo. Zardari ha dichiarato che l’ex generale Musharaff ha portato il Pakistan a una situazione economica e politica difficile e con le elezioni del 18 febbraio "il popolo pachistano ha dato un chiaro segnale contro Musharraf". Dal voto è uscita vincente la coalizione civile guidata dal partito di Benazir Bhutto e nel nuovo Parlamento Musharraf non ha la maggioranza.

L’ammonimento. Asif Ali Zardari, ha ammonito il presidente Musharraf: non tentasse di sciogliere il Parlamento dopo l’annuncio della procedura di impeachment. "Se lo dovesse fare, sarebbe l’ultimo verdetto contro il popolo, contro il mandato del popolo e contro il Pakistan", ha detto il vedovo di Benazir Bhutto.

I rischi. Il Pakistan rischia ora di sprofondare nuovamente in un periodo di instabilità politica, a meno che Musharraf, ex capo dell’esercito salito al potere nove anni fa con un colpo di stato, accetti di farsi da parte senza sollevare tensioni. Il generale aveva dichiarato in passato che si sarebbe dimesso piuttosto che subire l’impeachment.

Secondo la costituzione pachistana, il Parlamento può destituire il presidente, se passa l’impeachment con la maggioranza dei due terzi. Musharraf sarebbe il primo presidente a perdere la carica per una procedura di questo genere.

Sempre oggi, il ministero degli Esteri ha annunciato che il primo ministro pachistano, Yousaf Raza Gilani, andrà alle Olimpiadi di Pechino al posto del capo dello Stato.

* la Repubblica, 7 agosto 2008


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