EVE ENSLER: LE DONNE E IL POTERE *
Abbiamo rivendicato come donne le nostre storie e le nostre voci, ma non abbiamo ancora decostruito gli stimoli culturali alla violenza, e le cause della violenza. Non abbiamo ancora rivelato quella cornice concettuale che in ogni singola cultura permette la violenza, si aspetta la violenza, istiga alla violenza. Non abbiamo smesso di insegnare ai ragazzi la negazione del loro essere tristi, dubbiosi, addolorati, vulnerabili, teneri e compassionevoli. Non abbiamo eletto, ne’ siamo state elette noi stesse, leader che rifiutino la violenza e che mettano la sua fine al centro di tutto.
Non abbiamo ancora fatto della violenza contro le donne qualcosa di anormale, non ordinario, non accettabile. Se vogliamo che la violenza contro le donne finisca tutta la storia deve cambiare. L’unico motivo per avere potere che trovo sensato e’ fare in modo che altre persone scoprano il proprio. L’unico motivo per essere in una posizione di leadership che trovo sensato e’ ispirare gli altri.
La relazione fra donne e potere non puo’ essere lo scalare ad ogni costo l’attuale gerarchia patriarcale e burocratica, perche’ la questione e’: come possono donne che sono state finanziate dalle medesime corporazioni economiche, sostenute dallo stesso sistema di esclusione e corruzione, essere poi differenti nelle loro decisioni? Io ho un’altra visione, in cui le donne che diventano leader, deputate, eccetera, sono quelle per cui l’empatia e’ primaria ed essenziale quanto l’intelligenza, quelle che dicono il nucleare ne’ oggi ne’ mai, quelle che si occupano di contrastare il razzismo, di fermare il surriscaldamento globale, quelle che ritengono prioritarie l’educazione sessuale, la salute riproduttiva, il sostegno al lavoro di cura. Io credo che le donne possano e debbano mostrare questo nuovo tipo di potere.
* NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 802 del 26 aprile 2009
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59@libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente testo di Eve Ensler (su cui cfr. il sito www.vday.org]