Pregiudizi e religione
Le donne e quella sacra violenza
di Enzo Mazzi (l’Unità, 26.11.2009)
Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si è svolta ieri si sono sprecate analisi, denunce, propositi, programmi. Ma la violenza è stata declinata per lo più in termini fisici. Le ferite del corpo sono gravissime ma non sono le sole. Poche le analisi e le denunce e i progetti per eliminare la violenza che si annida negli snodi profondi delle culture, nei modelli consueti di comportamento quotidiani, delle strutture ideologiche rituali simboliche delle religioni compresa quella cristiana e cattolica.
Quasi un tabù è ad esempio la violenza del “sacro” contro le donne. Talvolta viene allo scoperto come quando si accusano le donne che abortiscono di essere assassine e si scomunicano e si torna a chiedere per loro il carcere. Ma più spesso è sottile, pervasiva e strisciante. I roghi delle streghe si sono spenti ma non si è spento il progetto politico che c’era dietro e cioè l’annullamento della soggettività femminile come soluzione finale per il dominio moderno sulla natura e sulle coscienze.
La donna che ha potere sulla vita è in sé una concorrente pericolosa di ogni sistema di dominio, non soltanto di quello religioso.
Non solo l’Inquisizione cattolica ha acceso i roghi. I rappresentanti della nuova scienza medica contribuirono sistematicamente con la loro consulenza specifica al controllo del limite di tollerabilità biologica delle torture delle streghe. Lo fecero per danaro, ma anche per strategia politica: volevano mani libere nella loro sperimentazione e puntavano al monopolio della medicina e al controllo sulla sua organizzazione, sulla teoria e sulla pratica, sui profitti e sul prestigio. Il rapporto con la natura di cui erano portatrici le streghe fu annullato dai roghi e non è stato più recuperato. La modernità ha così percorso la sua strada di divaricazione dal naturalismo femminile fino a giungere all’attuale dominio aggressivo e violento dell’individuo verso il resto del mondo, in una guerra di tutti contro tutti regolata e paradossalmente moderata dal ricatto atomico.
È indispensabile una vera e propria riparazione storica in tutte le culture e religioni, in tutti gli ambiti di vita, per i misfatti compiuti contro le coscienze femminili fin dalla più tenera età, contro la loro dignità, i loro saperi, le loro anime e i loro corpi, la loro capacità generativa e creativa, allora e solo allora sarà possibile una vera pacificazione del mondo. Sono ancora troppo poche le realtà che come le comunità di base mirano a scoprire, sradicare e combattere la violenza contro le donne che si annida negli snodi profondi della società, della cultura e della vita e in particolare nelle strutture del sacro.❖