Scheda del libro: Amore e violenza, di Lea Melandri
In un saggio di Lea Melandri una nuova ipotesi sulle cause della violenza maschile.
Perché gli uomini ci odiano
di Stefania Rossini (l’Espresso, 11.02.2011)
Perché le donne, pur vivendo in uno spazio pubblico che si è andato sempre più femminilizzando, hanno dimenticato il conflitto? Perché si piegano a sorreggere la conciliazione tra la casa e la polis, il corpo e il pensiero, la femminilità e la durezza virile, gli affetti e la complessità della vita sociale? I corpi che vediamo in scena, compresi quelli di veline ed escort che scambiano sesso con carriere, sono di donne che si sono appropriate della loro vita o di schiave volontarie che si illudono di usare a proprio vantaggio la loro storica minorità sociale e politica?
Bisogna aver molto osservato e pensato la contemporaneità per rispondere a queste domande scrivendo un saggio su un tema abusato come quello della violenza maschile sulle donne, e dicendo cose nuove e convincenti. Ma Lea Melandri il pensiero sul mondo e sul suo mutamento lo ha coltivato fin da quando, negli anni Settanta, accompagnò Elvio Fachinelli nella creazione della rivista "L’erba voglio", affinandolo poi nell’esperienza femminista e nella competenza psicologica. È per questo che il libro che uscirà il 3 marzo per Bollati Boringhieri con il titolo "Amore e violenza. Il fattore molesto della civiltà" propone risposte scomode. Il protagonismo delle donne nella vita pubblica che ha fatto immaginare il tramonto del patriarcato potrebbe segnare invece il trionfo di un modello femminile che mostra, più che nel passato, una duplice funzione del corpo: il "corpo erotico", cioè la seduzione, e il "corpo materno", inteso non solo come desiderio di maternità ma come valorizzazione delle "doti femminili". Nella riduzione delle donne in questo doppio, l’uomo fonda il suo potere ma segna la sua condanna alla dipendenza filiale e quindi alla fragilità. E in quella che la Melandri chiama "l’inermità armata dell’uomo figlio" irrompe la violenza e il trionfo dell’odio sull’amore.