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EUROPA: LA CRISI UNGHERESE E NOI. Per il dialogo. quello vero!!!

"Forza" ITALIA ... e "Forza" UNGHERIA!!! Il paradosso del politico mentitore. Una grande LEZIONE TEOLOGICO-POLITICA, all’altezza della nostra cultura e della nostra dignitŕ di cittadini-sovrani e di cittadine-sovrane. Un’analisi di BARBARA SPINELLI.

lunedì 25 settembre 2006 di Federico La Sala
[...] da tempo l’Ungheria vive nell’illusione e nella menzogna delle cifre. Quel che colpisce nel paradigma ungherese č la confusione degli animi e dei ruoli. I mentitori si contrabbandano come uomini veraci. L’uomo di veritŕ č quello che ammette d’aver mentito e che č giudicato persona non grata, fedifraga, o come dicono le destre ungheresi: «moralmente morto».
Siamo in pieno paradosso del mentitore, quale enunciato da Epimenide: «Tutti i cretesi mentono», pare abbia detto il filosofo (...)

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> "Forza" ITALIA ... e "Forza" UNGHERIA!!! Il paradosso del politico mentitore. --- Il neonazista che si scoprě ebreo. L’incredibile e vera storia dell’eurodeputato ungherese Csanád Szegedi (di Carla Reschia)

mercoledì 23 ottobre 2013

Il neonazista che si scoprě ebreo

L’incredibile e vera storia dell’eurodeputato ungherese Csanád Szegedi, dall’estrema destra alla sinagoga

di Carla Reschia (La Stampa, 22/10/2013)

In giro sulla rete si trovano ancora le sue foto da nipotino di Hitler, panciotto nero, braccio levato e sotto il podio, su bandiera tricolore, la scritta “Magyarorszag a magyaroke!”, ovvero l’Ungheria agli ungheresi. Ma Csanád Szegedi non č piů lui, ha lasciato il partito, si č pentito, č diventato ebreo quasi osservante.

Giovane eurodeputato, cofondatore della “Guardia ungherese”, promessa del partito di estrema destra Jobbik, secondo solo al leader Gábor Vona e ancora piů popolare di lui, Szegedi era fino a un anno fa, nel suo campo, una promessa: autore infuocato di severi diktat contro ebrei e rom e profeta del “complotto ebraico”. In un paese giŕ molto a destra, si collocava oltre il primo ministro Orban, in zona Alba Dorata, per capirci.

In questi giorni perň, il tedesco Die Welt, e molti siti ebraici dedicano molto spazio all’incredibile ma vera storia della sua conversione. Una conversione dettata, in un certo senso, da motivi di forza maggiore perché Szegedi ha scoperto di appartenere al popolo che piů odiava.

La vicenda covava da tempo, pare: in rete giravano voci sulla sua “scandalosa “ origine tanto che i suoi stessi colleghi di partito a un certo punto avevano iniziato a fare ricerche. Senza dover neppure andare troppo in lŕ nel tempo: la nonna di parte materna, Magdolna Klein, era scampata ad Auschwitz, nascita, il nonno, Imre Molnar, giŕ Meisels, era sopravvissuto ai campi di lavoro. Altri parenti erano stati meno fortunati.

Szegedi, allevato nella religione luterana e nell’antisemitismo ha allora chiesto conferma all’interessata, 94enne ma ancora lucida. “Non voleva ma alla fine mi ha raccontato tutto, di Auschwitz, di come la sua famiglia fosse stata sterminata. Uno shock, ho capito che l’Olocausto era accaduto davvero”, ha raccontato l’eurodeputato alla CBN. Da lě č iniziato, racconta, un percorso che l’ha avvicinato a un rabbino, Shlomo Köves, del movimento Lubavitch - contattato cautamente via SMS. Sono l’eurodeputato Csanád Szegedi. Desidero essere richiamato - e che per un certo periodo gli ha fatto vivere una vita schizofrenica, trattato come un “lebbroso” dai quasi ex compagni di partito, incerto sulla propria identitŕ umana e culturale.

Ora Szegedi siede ancora all’Europarlamento, ma come indipedente, č uscito dal partito che lo ha a sua volta rinnegato, prende lezioni di ebraico, frequenta la sinagoga e tenta di mangiare kosher dopo aver in altri tempi rivendicato il maiale e la panna acida come element indispensabili della vera cucina ungherese. Sospetto ai suoi nuovi correligionari dato il recente passato, disprezzato dagli ex commilitoni che hanno scoperto di essersi allevati una serpe in seno, ammette di aver vissuto per trent’anni secondo “valori sbagliati” e cerca di capire come sia potuto accadere.

Ma, giŕ, com’č potuto accadere? Die Welt racconta nei dettagli la lunga e complessa storia che č alla fine, la storia di una grande paura. Fu il nonno scampato allo sterminio - mentre la prima moglie e i suoi figli erano stati sterminati - a imporre alla seconda moglie, Magdolna, anche lei ebrea, sposata con tanto di rito ortodosso, e alla loro figlia, la madre di Csanád Szegedi, di non rivelare mai a nessuno il segreto di famiglia, nella convinzione che la persecuzione si sarebbe potuta ripetere.

Ma il padre di Csanád lo venne a sapere e ne trasse ulteriori motivi per il suo odio antisemita in cui allevň il figlio. Un odio che ha resistito al pentimento del figlio, che nella sua nuova vita ha cercato invano di proporgli un incontro pacificatore con il “suo” rabbino.

Adesso Szegedi ammonisce contro l’odio razzista e ricorda di aver avuto qualche segnale della veritŕ, che al momento aveva trascurato. La madre, a un certo punto, quando lui a 17 anni aveva iniziato a frequentare i gruppi neonazisti, aveva cercato di metterlo in guardia, “Immagina come ti sentiresti se l’ebreo fossi tu”. “Mi ero arrabbiato a morte con lei”, confessa. Ora lo sa.


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