Lozano Barragan, ministro della Salute vaticano: "Noi sempre per la vita". MA CHI NON E’ SEMPRE PER LA VITA?!: EVITIAMO LE CROCIATE, E AFFRONTIAMO IL PROBLEMA - CON IL DIALOGO, NON CON I MONO-LOGHI DI MESSA A MORTE (DELL’ALTRO)!!!
Si accende la discussione dopo la lettera di Welby a Napolitano. Lozano Barragan, ministro della Salute vaticano: "Noi sempre per la vita"
Eutanasia, interviene il cardinale: "Per la Chiesa è un percorso di morte"
(www.repubblica.it, 25.09.2006)
CITTA’ DEL VATICANO - Si accende il dibattito dopo la lettera sul diritto all’eutanasia di Piergiorgio Welby al capo dello Stato. La discussione, trasversale agli schieramenti, si sposta in Parlamento dove si accelera l’iter dei numerosi disegni di legge giacenti.
Per la Chiesa, la posizione resta sempre la stessa: "L’eutanasia è e resta un percorso di morte" dice il cardinale Javier Lozano Barragan, ministro della Salute vaticano. Il prelato ribadisce che la Chiesa "è sempre per la vita" e, dunque, contro ogni ipotesi di dolce morte sia attiva che passiva. "Spetta ai parlamentari cattolici essere coerenti ed esprimere il pensiero cattolico dentro i Parlamenti, secondo le regole e le procedure democratiche".
Sul delicatissimo tema parla anche il vicepresidente della Camera, Pierluigi Castagnetti (Margherita): "La discussione si sviluppa su due presupposti assolutamente discutibili: che siamo di fronte a una nuova divisione laici-cattolici e che non si possa ignorare l’orientamento favorevole all’eutanasia della maggioranza degli italiani (almeno secondo i sondaggi)". "Contesto il primo assunto", dice Castagnetti. "Non è necessario essere cattolici per affermare la sacralità della vita e dunque la sua indisponibilità per chiunque a partire dal soggetto titolare sino ai medici e ancor meno lo Stato. E’ questo un principio laico illuminato dalla fede ma non necessariamente verità trascendente la ragione. Nè può essere condivisa l’idea che la vita appartiene a chi la possiede e che debba essere tutelata la sua libera determinazione al riguardo. In questo modo si arriverebbe non solo alla legittimazione di ogni forma di eutanasia anche in assenza di presupposti apparentemente oggettivi (sempre di impossibile definizione per via legislativa) ma anche alla legittimazione morale del suicidio".
E il ministro dell’Università e Ricerca, Fabio Mussi invita a riflettere sui "limiti": "Siamo continuamente alle prese con problemi creati dalla tecnica, non dalla natura - dice - la tecnica consente di salvare un’enorme quantità di vite che non avevano speranza; la tecnica consente di prolungare il dolore oltre ogni immaginazione. L’interrogativo sul limite, su quanto è nel potere della società e quanto nelle mani della persona, è ineludibile. Evitiamo crociate - ha concluso Mussi - ma affrontiamo il tema".
(25 settembre 2006)