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EU-TANASIA: IL DIRITTO DI MORIRE. IL CORAGGIO DELLA PAROLA, NON LA TRAPPOLA DEL SILENZIO. Una nota di Claudia Mancina, e di Luigi Manconi - a c. di pfls

lunedì 25 settembre 2006
[...] Dobbiamo davvero augurarci che l’invito del capo dello Stato - si discuta di eutanasia «nelle sedi più idonee» - sia accolto. E proprio perché, come ha aggiunto Giorgio Napolitano, «il solo atteggiamento ingiustificato sarebbe il silenzio, la sospensione o l’elusione di ogni responsabilità». Questo avrebbe, innanzitutto, una conseguenza assai grave: la morte - resa evento ordinario fino alla banalizzazione e oggetto di consumo, serial televisivo e prodotto di mercato - resterebbe un (...)

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> EU-TANASIA: IL DIRITTO DI MORIRE. IL CORAGGIO DELLA PAROLA, NON LA TRAPPOLA DEL SILENZIO. ... Altra ingerenza del Vaticano sulle decisioni della giustizia italiana.

mercoledì 17 ottobre 2007

L’Osservatore Romano detta legge alla Cassazione *

Altra ingerenza del Vaticano sulle decisioni della giustizia italiana. «È inaccettabile il relativismo dei valori, soprattutto se questi riguardano la conservazione o meno della vita». Così l’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, commenta la sentenza della Cassazione che ieri ha deciso di consentire un nuovo processo sul distacco del sondino nasogastrico ad Eluana Englaro, la ragazza in stato vegetativo dal 1992 a seguito di un incidente stradale.

«Accettare, pure nel vuoto legislativo, una tale posizione - scrive il giornale vaticano -, significa orientare fatalmente il legislatore verso l’eutanasia. Di più: introdurre il concetto di pluralismo dei valori significa aprire una zona vuota dai confini non più tracciabili. Significherebbe attribuire appunto ad ognuno una potestà indeterminata sulla propria esistenza dalle conseguenze facilmente immaginabili, anche solo ragionando dal punto di vista etico».

L’Osservatore Romano ricorda le motivazioni della sentenza della Cassazione: il diritto all’autodeterminazione terapeutica del paziente, secondo la suprema corte, non incontra alcun «limite» anche nel caso in cui ne consegua «il sacrificio del bene della vita», poichè lo Stato italiano riconosce il pluralismo dei valori; lo stato di irreversibilità della sua condizione, «secondo standard scientifici internazionalmente riconosciuti».

«Premesse - sottolinea - che appaiono evidentemente confutabili. Nessun esperto potrebbe, allo stato attuale, dichiarare l’irreversibilità della condizione di stato vegetativo, se non in base ad una scelta puramente soggettiva. Sulla volontà di Eluana, poi, l’arbitrarietà appare palese. La dichiarazione di un momento non può evidentemente essere presa a parametro per presumere la volontà di una persona riguardo a scelte come quelle che riguardano la contrarietà o meno ad un trattamento che fra l’altro si pone al limite fra terapia e nutrizione».

«Dalla Cassazione una sentenza orientata al relativismo»: questo il titolo scelto dall’"Osservatore Romano" nell’articolo dedicato alla sentenza sul caso Eluana Englaro. Per il quotidiano d’Oltretevere le «premesse» della Suprema Corte «appaiono evidentemente confutabili». «Nessun esperto - chiosa il quotidiano vaticano - potrebbe, allo stato attuale, dichiarare l’irreversibilità della condizione di stato vegetativo, se non in base ad una scelta puramente soggettiva».

* l’Unità, Pubblicato il: 17.10.07, Modificato il: 17.10.07 alle ore 16.31


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