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"CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1Gv., 4, 1-8). "Se mi sbalio, mi coriggerete"(Giovanni Paolo II).

"Deus caritas est" (2006). Sul Vaticano, in Piazza san Pietro, il "Logo" del Grande Mercante!!! Caro BENEDETTO XVI ... Messa in latino? Ma quale latino?! Quello a "motu proprio"? "Sàpere aude!". Faccia come insegna CONFUCIO. Provveda a RETTIFICARE I NOMI. Segua FRANCESCO !!! E ri-mediti sulla ’sollecitazione’ (Un "Goj") di Luigi Pirandello ... a Benedetto XV.

Un tragico "lapsus" (Sigmund Freud) più che millenario .... contro lo spirito evangelico e la "divina commedia" (Dante Alighieri)!!!
domenica 27 gennaio 2008 di Federico La Sala
[...] Nell’anniversario del “Giorno della memoria”, il 27 gennaio, non poteva essere ‘lanciato’ nel ‘mondo’ un “Logo” ... più ‘bello’ e più ‘accattivante’, molto ‘ac-captivante’!!! [...]

FORZA “Deus caritas est”?!
Altro che la Chiesa di Maria... - e Giuseppe!?
Questa è la Chiesa ... del “latinorum”!!!
Caro BENEDETTO XVI ...
Corra, (...)

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> Caro BENEDETTO XVI ... faccia come insegna CONFUCIO: provveda a RETTIFICARE I NOMI. Segua FRANCESCO !!!

venerdì 13 ottobre 2006

Il Papa richiama all’identità cristiana e corregge un’espressione del testo. Il dialogo va proseguito ma ci vogliono «forza, chiarezza, coraggio»

Errata corrige. Stavolta Ratzinger è prudente e cancella la parola “provocazione”

di Fulvio Fania (www.liberazione.it, 12.10.2006)

Città del Vaticano.Una “provocazione” di meno. Papa Ratzinger ci ha ripensato e stavolta ha corretto il discorso prima di pronunciarlo. Dopo il gran frastuono provocato nel mondo musulmano dalla sua lezione all’università di Ratisbona, che ha imposto una defatigante serie di “rammarichi”, spiegazioni, rassicurazioni agli ambasciatori, note a margine e restiling del testo, non era il caso di rischiare altri “fraintendimenti”. E così Benedetto XVI durante l’udienza generale in piazza San Pietro ha limato la propria catechesi. Nelle pagine già consegnate alla stampa c’era scritto che l’identità cristiana richiede «la forza, la chiarezza e il coraggio della provocazione che sono propri della fede». Ma al momento di parlare davanti ai 35 mila fedeli, Benedetto XVI ha preferito tagliare la parola provocazione limitandosi ad osservare che l’identità cristiana «richiede forza, chiarezza e coraggio di fronte alle contraddizioni del mondo nel quale viviamo». Come ad ammettere che il coraggio delle idee non comporta necessariamente delle provocazioni, sia pure di carattere culturale. Puntualmente il sito on line del Vaticano ha aggiornato i testi mentre Radiovaticana ha trasmesso la registrazione dell’importante brano che, già di per sé, non era certo una predica scontata e all’acqua di rosa.

Al contrario si tratta di un cavallo di battaglia di papa Ratzinger, quel suo approccio “identitario” alle altre culture e religioni che sta rendendo più tormentato il suo pontificato. Per Benedetto XVI «la via dell’indulgenza e del dialogo che il Concilio Vaticano II ha felicemente intrapreso» è un’ottima cosa e «va sicuramente proseguita con ferma costanza», però - insiste il Papa - bisogna stare attenti a non smarrire la verità cristiana. «Non si deve dimenticare - ha ribadito infatti Ratzinger - il dovere di ripensare e di evidenziare con altrettanta forza le linee maestre e irrinunciabili della nostra identità cristiana».

Capita spesso che il Papa cambi i suoi discorsi aggiungendo frasi a braccio e saltandone altre. Ma in questi giorni naturalmente anche le virgole hanno un significato. Tanto più per il fatto che ancora una volta Ratzinger era alle prese con la storia, come gli era accaduto a Regensburg citando le antiche controversie dell’imperatore Manuele II Paleologo. In questo caso l’ambito era evangelico, riguardando l’apostolo Giuda Taddeo e le sue invettive contro chi «travia i fratelli con insegnamenti inaccettabili» e divide la Chiesa. «Empi, sobillatori pieni di acredine, angeli decaduti»: i dissidenti del tempo non avevano scampo secondo Taddeo e, di fronte a tanta virulenza, Ratzinger chiosa: «Oggi non siamo forse più abituati a usare un linguaggio così polemico» ma non per questo si può tacere ciò che è «incompatibile» con il cristianesimo.

Nei confronti di alcuni “eretici” tuttavia papa Benedetto si mostra morbido. E’ il caso dei tradizionalisti nostalgici della messa tridentina, preconciliare, quella celebrata in latino, anche se non è questa la differenza fondamentale perché il latino è consentito sempre ed anzi Ratzinger lo ha raccomandato. A distinguere la messa di Pio X è soprattutto la distanza tra celebranti e fedeli, tra rito e assemblea. Monsignor Lefebrvre ne fece la bandiera dello scisma contro il Concilio, Wojtyla concesse ai vescovi la facoltà di autorizzare su richiesta qualche messa vecchio stile. Ora invece Ratzinger sta per varare un “Motu proprio” per allargare decisamente le maglie. E’ un tentativo di recupero dei lefebvriani secondo una linea che il Vaticano sta particando da tempo: o si decidono a rientrare ufficialmente o rischiano di non trovare più argomenti per giustificare la separazione.


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