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Lager ... e Società !!! “Quali sono le strutture gerarchiche di un sistema autoritario e quali le tecniche per annientare la personalità di un individuo? Quali rapporti si creano tra oppressori e oppressi?” (Primo Levi, "I sommersi e i salvati").

Modi di dire. La «ZONA GRIGIA» fu introdotta vent’anni fa da PRIMO LEVI. Una nota di Marco Belpoliti

mercoledì 27 settembre 2006 di Federico La Sala
[...] tutte quelle situazioni e luoghi dove si trovano a convivere centinaia o migliaia di persone, dalle caserme agli uffici, dagli ospedali alle fabbriche, là dove si produce quella dialettica di potere tra un vertice che comanda e un una base che ubbidisce.
In mezzo c’è appunto la zona grigia, quella di coloro che in vario modo e a vario titolo e responsabilità collaborano al funzionamento della macchina di potere. Levi voleva far capire che questa zona possiede «una struttura interna (...)

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>La «ZONA GRIGIA» - Le leggi razziali e il genocidio. Una firma che non si cancella: la corresponsabilità dei Savoia col fascismo.

martedì 16 gennaio 2018

Antisemitismo

Il Giorno del Memoria occasione per sottolineare la corresponsabilità dei Savoia col fascismo

Una firma che non si cancella

Le leggi razziali e il genocidio

di Paolo Conti (Corriere della Sera, 16.01.2018)

«L’ indifferenza è il male maggiore. Non provare più sdegno perché la tragedia della Shoah si allontana nel tempo è un primo segno di debolezza. Di fronte a episodi molto gravi che hanno visto protagonisti alcuni nostri concittadini, il dovere della memoria è ancora più attuale». La sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, presenta il vasto calendario di iniziative del Comitato di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah, patrocinate da Palazzo Chigi per il Giorno della Memoria, che si celebra ogni anno il 27 gennaio in ricordo dell’apertura dei cancelli di Auschwitz nel 1945.

Boschi insiste più volte sull’espressione «vergogna delle leggi razziali» perché il 2018 rappresenta un tragico anniversario che coinvolge la storia passata delle nostre istituzioni statali: gli ottant’anni dall’entrata in vigore delle leggi razziali (molti intellettuali ebrei vorrebbero adottare ufficialmente il termine «razziste») volute nel 1938 dal regime fascista su imitazione delle feroci persecuzioni naziste allora già cominciate, e sottoscritte per la promulgazione da re Vittorio Emanuele III. Una ferita atroce e indelebile nella storia di questo nostro Paese.

Del penultimo sovrano di casa Savoia, che affidò a Mussolini l’incarico di formare il governo dopo la marcia su Roma nell’ottobre 1922, scegliendo di non proclamare lo stato d’assedio, si è discusso recentemente: poco prima di Natale la sua salma e quella di sua moglie, la regina Elena, sono rientrate in Italia e sono state sepolte nel santuario di Vicoforte, in provincia di Cuneo.

Il mondo ebraico ha protestato duramente, sottolineando la coincidenza con l’anniversario. Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), ieri ha annunciato che la parola chiave degli appuntamenti del 2018 «sarà la “corresponsabilità”. Quel che accade era tutto perfettamente legale e corrispondente al formalismo del principio della legalità, ma contrario al diritto naturale».

Nel segno di questa «corresponsabilità» delle istituzioni nell’indegno capitolo delle leggi razziali, Vittorio Emanuele III sarà formalmente processato dopodomani, giovedì 18 gennaio, per quella sua firma durante una rappresentazione teatrale nella sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica.

«Il Processo», un progetto di Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese, per la regia di Angelo Bucarelli, con la voce narrante di Marco Baliani e a cura di Elisa Greco, prevede un vero dibattimento. Re Vittorio Emanuele III sarà interpretato dall’avvocato Umberto Ambrosoli, il procuratore militare Marco De Paolis sarà il pubblico ministero, l’avvocato Giorgio Sacerdoti incarnerà la parte civile, la Corte sarà composta dall’ex ministro Paola Severino, oggi rettore della Luiss, dal componente togato del Consiglio superiore della magistratura Rosario Spina e dal magistrato Giuseppe Ayala. E poi i testimoni: Piera Levi Montalcini, Federico Carli, Annita Garibaldi, Carla Perugi a Della Rocca, Lorenzo Del Boca, Enrico Giovannini, Matias Manco, Giovanni Rucellai, e il direttore de «La Stampa» Maurizio Molinari.

Sarà insomma un processo a quella parte della società civile italiana che prima emarginò i cittadini ebrei e poi favorì la loro deportazione e morte nei campi di sterminio. «Il Processo» comincerà con la prima mondiale della Ballata di Mario Castelnuovo Tedesco, costretto a emigrare negli Usa per le leggi razziali, interpretata dalla violinista Francesca Dego e dalla pianista Francesca Leonardi. «Il Processo» ha avuto il contributo del gruppo Salini-Impregilo, di Acea, della Fondazione Gariwo e del Cidim.

Tra gli altri appuntamenti del Giorno della Memoria, la mostra sulla persecuzione degli ebrei in Italia alla Camera di commercio di Napoli, i due appuntamenti - a Roma e a Milano - sul negazionismo dalla Shoah a Internet, la rappresentazione al conservatorio «Giuseppe Verdi» di Milano dello spettacolo Destinatario sconosciuto per la regia di Rosario Tedesco, la Corsa per la Memoria a Bologna il 28 gennaio. Il calendario completo si trova sul sito ucei.it.


Sul tema, nel sito, si cfr.:

LA STORIA DEL FASCISMO E RENZO DE FELICE: LA NECESSITÀ DI RICOMINCIARE DA "CAPO"!
-  I. BENITO MUSSOLINI E MARGHERITA SARFATTI - II. ARNALDO MUSSOLINI E MADDALENA SANTORO.

FASCISMO E LEGGI PER LA DIFESA DELLA RAZZA (1938).

"Meditate che questo è stato" (Primo Levi)
-  SHOAH - STERMINIO DEL POPOLO EBRAICO. 27 GENNAIO: GIORNO DELLA MEMORIA - LEGGE 20 luglio 2000, n. 211, DELLA REPUBBLICA ITALIANA


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