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MAMMASANTISSIMA. Il grande ordine simbolico del "Che-rùbino" ... tutti e tutto!!!

lL "LOGO" DELLA SAPIENZA, L’UMANITA’, E L’ACQUA. PAESE IMPAZZITO: FORZA "CHE RùBINO" TUTTO E TUTTI !!! PER IL "logo" della "SAPIENZA" DI ROMA, UN APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA!!! Una nota, con articoli - a cura di Federico La Sala

sabato 12 luglio 2008
[...] Affinché il "cherubino" non diventi "un diavoletto"... che ha trovato una pietra "cara" e "preziosa" ed esclami: "che - rubìno!" ... Qui non capiscono il valore di un’"ACCA" - H, lo prendo Io: lo venderò a "caro-prezzo" ("caritas"); e fonderò un ’nuovo’ partito, una ’nuova’ chiesa [...]
ITALIA: LA NOSTRA PATRIA E’ LA LINGUA, NON LA TERRA NON IL SANGUE. Dante e Saussure insegnano.
EMERGENZA EDUCATIVA: TRADIMENTO DEGLI INTELLETTUALI.
 (...)

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> lL "LOGO" DELLA SAPIENZA, L’UMANITA’, E... --- CAOS SAPIENZA. IL MAGNIFICO Frati, non fa una piega. L’assalto degli studenti alla casta del rettore

sabato 14 dicembre 2013


-  Caos Sapienza
-  L’assalto degli studenti alla casta del rettore
-  I ragazzi in corteo dopo le cariche di giovedì: “Frati si dimetta”
-  Lui, sotto indagine per la nomina del figlio: “resto un altro anno”

-  di Luca De Carolis e Tommaso Rodano (il Fatto, 14.12.2013)

C’è una nuova, grande scritta rossa ad accogliere il rettore della Sapienza all’ingresso dell’ateneo: “Frati vattene”. Gli studenti ieri l’hanno verniciata quasi dappertutto. Accanto alla porta del rettorato dove giovedì sono stati caricati dalla polizia, di fronte al dormitorio occupato di via De Lollis e su una delle fontane di marmo bianco all’entrata della città universitaria. “Erano diciassette anni che le forze dell’ordine non mettevano piede qui dentro - spiega uno dei ragazzi, Fabio - l’altro giorno il rettore li ha fatti entrare, permettendogli di colpirci alle spalle. Ora si assuma le sue responsabilità e se ne vada”.

Giovedì gli studenti della Sapienza protestavano contro un convegno sulla green economy, al quale avrebbero dovuto partecipare anche Enrico Letta e il presidente della Repubblica (che hanno preferito rinunciare). Sono volate uova, fumogeni e bombe carta. L’intervento della polizia è stato tutt’altro che morbido. Durante le due cariche sono stati fermati due studenti, poi rilasciati con una denuncia a piede libero. Dopo gli scontri, gli universitari sono tornati a manifestare. Nella notte hanno occupato le facoltà di Scienze Politiche e Igiene.

Ieri mattina si sono dati appuntamento a mezzogiorno, di fronte a Lettere. Un centinaio di ragazzi si è diretto verso l’Aula magna, mentre un’altra cinquantina ha occupato i corridoi del rettorato per alcune ore. Dopo un’assemblea congiunta, sono usciti di nuovo in corteo. Per tutto il percorso hanno scandito slogan contro Luigi Frati, chiedendone le dimissioni. Non solo per le cariche dell’altro ieri, ma soprattutto per la gestione del potere in cinque anni da rettore della più grande università d’Europa: “Se non se ne va da solo - scandiva un ragazzo al megafono - lo cacceremo noi”.

IL MAGNIFICO Frati, non fa una piega. L’ex preside di Medicina se ne rimarrà sulla sua poltrona, per il suo ultimo anno da rettore. In pensione come professore dal 1° novembre, rimarrà in carica sino al 31 ottobre 2014. “Rimango un altro anno perché lo prevede la legge Gelmini” dice Frati al Fatto, rivendicando: “Avevo diritto a una proroga di due anni, ma ho scelto la pensione per liberare risorse per colleghi più giovani”. Gli studenti lo accusano di aver chiamato la polizia. Ma lui nega: “Giovedì mi trovavo nell’aula della conferenza, da dove si sentivano botti e bombe carta: la polizia c’era già quando sono arrivato e avrà fatto opera di contenimento. Figuriamoci se ho dato ordine di caricare gli studenti, io stavo dentro”. Ma della protesta degli studenti che ne pensa? “Hanno mille ragioni, ma devono protestare in modo non violento”.

Frati insomma tira dritto, nella Sapienza stipata dei suoi cari. La moglie, Luciana Rita Angeletti, insegna Storia della medicina, la figlia Paola, Medicina legale, proprio nell’ex facoltà del babbo. E sempre a Medicina insegna il cardiochirurgo Giacomo Frati, diventato professore associato a 31 anni, ora ordinario. Come raccontò Report, il figlio del rettore discusse la prova orale sui trapianti cardiaci davanti a una commissione composta da due professori di Igiene e tre odontoiatri. E proprio i rapporti familiari riemergono nelle carte giudiziarie.

Pochi giorni fa, è arrivata la notizia della chiusura delle indagini (spesso il preludio al rinvio a giudizio) della Procura di Roma sul rettore. Secondo l’accusa dei pm Frati, assieme ad altre tre persone, avrebbe creato nel 2011 un’unità programmatica autonoma rispetto a Cardiochirurgia, mettendovi alla direzione il figlio Giacomo. Il rettore risponde così: “La notizia della chiusura delle indagini è assolutamente vera, ma io non sono stato mai interrogato. Quando verrò chiamato chiarirò tutto, non ho mai firmato nulla per mio figlio”.


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