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Per una buona economia - domestica....

GOVERNO-PRODI : UNA FINANZIARIA PER L’ITALIA E PER L’EUROPA. Un "segnale" (piccolo, ma segnale): il premier e i ministri si sono ridotti del 30% le loro indennità.

domenica 1 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] Il premier ha parlato della "più grande redistribuzione di risorse mai fatta da un governo: i poveri - ha spiegato - diventeranno un po’ meno poveri. Il contrario di quello che stava accadendo. Aiuteremo chi ha meno". Padoa Schioppa l’ha spiegata, più tecnicamente, così: "Abbiamo puntato su tre obiettivi: portare i conti dello Stato fuori dalla zona di pericolo, ridistribuire risorse e aprire una prospettiva di sviluppo. Le mani nelle tasche degli italiani? Non è vero: c’è una (...)

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giovedì 19 ottobre 2006

Finanziaria, declassata l’Italia Prodi: «Perciò serve il rigore»

Padoa Schioppa: possibile la fiducia *

Declassati, finiti dietro la lavagna. I conti pubblici italiani ancora non passano l’esame delle agenzie internazionali di valutazione del debito. Neanche con la correzione della Finanziaria. La manovra che gli italiani hanno giudicato troppo gravosa per le agenzie di rating è troppo leggera e colabrodo. La prima e la più attesa valutazione in questo senso viene dalla Fitch, che declassa il debito italiano da AA a AA-. Niente di non atteso, nessuna sorpresa ribatte immediatamente da Palazzo Chigi il primo ministro Romano Prodi.

Per la verità il giudizio di Fitch, anticipato già da alcuni quotidiani e agenzie di stampa economiche britanniche, non è malvagissimo sulla politica finanziaria impostata dal governo di centrosinistra. Il "Professore" si sforza, questo è riconosciuto, solo che non passa la sufficienza. Pochi attimi dopo arriva anche il declassamento della Standard and Poor’s, più cattiva, che passa da un outlook stabile a negativo, cioè da AA- a A+. Per la Standard and Poor’s, la Finanziaria targata Prodi non farà altro che aumentare la spesa pubblica in percentuale sul Pil, «la causa di fondo degli squilibri di bilancio italiani».

L’agenzia Fitch riconosce l’impegno dei leaders del governo Prodi per un «bilancio responsabile»’ , ma ritiene che «sarà difficile che riesca ad attuare le forti riforme di bilancio necessarie per riportare l’avanzo primario al 3,5% del Pil nel breve o nel medio termine, come sarebbe necessario per riportare fermamente il debito pubblico su un percorso di discesa nei confronti del Pil». «Il deterioramento della finanza pubblica e la netta riduzione dell’avanzo primario hanno aumentato la vulnerabilità del Paese agli shock» spiega in una nota Brian Coulton, responsabile Global Economics del gruppo sui rating sovrani di Fitch a Londra. «Ma grazie a migliori prospettive macroeconomiche a breve, a una risposta di politica fiscale in via di attuazione e ai bassi tassi d’interesse reali, le dinamiche del debito pubblico non sono eccessivamente sfavorevoli, e sostengono l’outlook stabile».

Le preoccupazioni circa l’alto livello del debito pubblico fino a tempi relativamente recenti sono state mitigate dalla tendenza in calo del debito. Tuttavia, a causa di un aumento della spesa primaria pari al 2% del Pil tra il 2002 e il 2005 e della crescita economica debole, il profilo di riduzione del debito si è progressivamente indebolito dopo il 2002, e nel 2005 si è verificato un suo aumento al 106,4% del Pil, il primo aumento in dieci anni.

Nel 2005 Fitch aveva affermato che un aumento temporaneo del rapporto debito/Pil che fosse stato rapidamente riassorbito sarebbe stato compatibile con il rating di AA assegnato allora all’Italia. Tuttavia secondo l’agenzia è ora probabile che la riduzione del debito sarà modesta nel corso del tempo. Questa convinzione, spiega Fitch, rispecchia in parte la valutazione sul potenziale di crescita economica dell’Italia.L’economia italiana ha sofferto un forte calo di competitività negli ultimi anni. Le rigidità del mercato dei prodotti sembrano essere un forte vincolo alla capacità dell’economia di trasferire risorse. L’attuale governo ha messo tra le sue priorità una riforma del mercato dei prodotti, ma anche assumendo una prosecuzione del calo della disoccupazione è difficile prevedere una crescita potenziale molto superiore all’1% nel medio termine. Troppo bassa. Inoltre Fitch ritiene che il governo, il cui impegno alla responsabilità sul piano dei conti pubblici non è in discussione, avrà difficoltà ad attuare le importanti riforme fiscali necessarie per riportare l’avanzo primario al 3,5% del Pil nel breve-medio termine, un livello necessario per riportare verso un trend di netto calo il debito.

Che l’Italia sia un malato grave, da rianimazione, lo conferma il Centro studi di Banca d’Italia. E anche dalle parole di Salvatore Rossi, tra i collaboratori di Draghi, si capisce che il problema non è solo della classe politica ma dell’intero modello Italia. «L’economia italiana attraversa una delicata crisi di crescita: non sarà la ripresa congiunturale in atto a risolvere il problema. Il male dell’economia italiana è che cresce meno di quanto potrebbe e dei partner». Insomma, «c’è una crisi di produttività delle imprese e di competitività. La politica economica - dice ancora Rossi - è chiamata ad uno sforzo straordinario per correggere la deriva italiana, che va corretta dalla politica pubblica con buone regole prima che con soldi pubblici». Altrimenti se l’Italia - dice Rossi - non avviata a un declino ineluttabile ma «in una deriva pericolosa», sì.

Seri e un po’ tristi i commenti da Palazzo Chigi. Secondo il sottosegretario Alfiero Grandi il declassamento del debito è frutto di un giudizio ingiusto, immeritato.

*

www.unita.it, Pubblicato il: 19.10.06 Modificato il: 19.10.06 alle ore 14.13


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