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Per una buona economia - domestica....

GOVERNO-PRODI : UNA FINANZIARIA PER L’ITALIA E PER L’EUROPA. Un "segnale" (piccolo, ma segnale): il premier e i ministri si sono ridotti del 30% le loro indennità.

domenica 1 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] Il premier ha parlato della "più grande redistribuzione di risorse mai fatta da un governo: i poveri - ha spiegato - diventeranno un po’ meno poveri. Il contrario di quello che stava accadendo. Aiuteremo chi ha meno". Padoa Schioppa l’ha spiegata, più tecnicamente, così: "Abbiamo puntato su tre obiettivi: portare i conti dello Stato fuori dalla zona di pericolo, ridistribuire risorse e aprire una prospettiva di sviluppo. Le mani nelle tasche degli italiani? Non è vero: c’è una (...)

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giovedì 23 novembre 2006

Seduta dell’Aula rinviata a domani. Si voteranno altre 30 modifiche richieste dall’opposizione e poi l’intero dl

Decreto fiscale, l’Unione tiene al Senato bocciati 51 emendamenti della Cdl

Soddisfatta Anna Finocchiaro: "La maggioranza ha tenuto colpo su colpo". E sul Ponte di Messina la Lega ha votato con la maggioranza *

ROMA - L’Unione regge in Senato. La maggioranza, dunque, ha vinto la prova della compattezza sul decreto fiscale. Nonostante i numeri risicati, il centrosinistra è riuscito a procedere speditamente e senza il ricorso alla fiducia verso l’approvazione del provvedimento. E ha tenuto per cinquantuno votazioni.

Nel pomeriggio il confronto è stato a favore della maggioranza per trentotto volte: in ventisei occasioni l’Unione ha raggiunto centosessantadue voti, aggiungendo ai suoi centocinquantasei i cinque senatori a vita e il ’frontalista’ Luigi Pallaro. Ma non è riuscita nell’obiettivo di esaurire tutti gli emendamenti, perché l’opposizione ha dilatato i tempi della discussione, tenendo l’Aula occupata per più di un ora a discutere di un ordine del giorno sul Ponte sullo Stretto. Domani sarà un altro giorno difficile: comincerà subito con le votazioni e con l’incognita di avere da subito tutti i senatori inchiodati agli scranni.

Solo un brivido, in mattinata, con un emendamento della Cdl che è stato bocciato per un solo voto di scarto, ma per il resto l’Unione ha retto anche in votazioni ’complicate’ come quella sulla cancellazione dell’Ici sulla prima casa, o sulle norme sulle concessioni autostradali o ancora sul ponte sullo Stretto di Messina. "La maggioranza - ha osservato soddisfatta la presidente dei senatori dell’Ulivo, Anna Finocchiaro, in serata - ha tenuto colpo su colpo".

Dopo che ieri la Cdl aveva tentato un mini ’blitz’ ritirando tutti gli iscritti a parlare e cercando di ’costringere’ la maggioranza a uscire allo scoperto sulla fiducia, i capigruppo dell’Unione si sono riuniti nella prima mattinata. E la linea che è emersa dall’incontro è stata quella di tentare la carta della tenuta con i propri numeri contando sulla presenza di tutti i senatori e sul supporto di quelli a vita (quattro che votano con il centrosinistra: Rita Levi Montalcini, Francesco Cossiga, Emilio Colombo e Oscar Luigi Scalfaro).

Le votazioni sono partite a raffica. In Aula, il presidente del Senato Franco Marini ha diretto i lavori a ritmo sostenuto. Per tredici volte la maggioranza ha respinto tutti gli emendamenti che la Cdl aveva presentato al primo articolo del provvedimento. Sulle misure per la lotta all’evasione il voto è stato da cardiopalma: Franca Rame ha sbagliato a pigiare il tasto e la proposta di modifica è stata bocciata con un solo voto di scarto: 157 contrari e 156 favorevoli. Poco dopo, nel voto su un emendamento sugli scontrini fiscali, i senatori a vita sono stati fondamentali: 157 sono i voti della Cdl contro i 160 della maggioranza.

Alla sospensione dei lavori per il pranzo, comunque, il centrosinistra è riuscito a portare a casa indenne l’esame dell’articolo 1. "Abbiamo assunto una posizione che stiamo perseguendo con grande serenità - sottolinea Finocchiaro - e che tra l’altro ha rasserenato anche il clima".

Nella pausa, comunque, i capigruppo di maggioranza si sono rivisti, decidendo di mantenere la linea decisa in mattinata. "Andiamo avanti", hanno fatto sapere i presidenti dei senatori del centrosinistra escludendo il ricorso alla fiducia.

Alla ripresa dei lavori a dare man forte alla maggioranza è arrivato anche Carlo Azeglio Ciampi. Il centrodestra non ha mancato di polemizzare sul voto dei senatori a vita. "Il centrosinistra - ha attaccato attacca Francesco Storace (An) - non aveva bisogno di scomodare i fulgidi padri della patria...". Forza Italia ha annunciato addirittura una proposta di legge per impedire il loro voto.

Ma anche sui banchi della Cdl c’è qualche assenza: Egidio Sterpa, Marco Follini (che arriva nel tardo pomeriggio) e Paolo Guzzanti (assente a causa di un grave lutto). C’è stato qualche pianista in azione tanto che è stato chiesto più volte il voto elettronico in modo che tutto restasse agli atti. "C’è una scheda - ha osservato ad un certo punto sornione il presidente Marini - che vota da sola...".

Tra i ’frontalieri’ del centrosinistra, Luigi Pallaro ha votato sempre con la maggioranza, mentre Sergio De Gregorio era assente. L’Unione ha continuato comunque a rimanere compatta. Anzi, il gap con i voti dell’opposizione è aumentato rispetto alla mattina garantendo costantemente 162-163 voti. Il centrodestra, tra i 148 e i 154, è sceso scende fino a 141 quando è stato votato, senza la Lega, un emendamento sullo stretto di Messina. In quella stessa votazione, l’ex-direttore generale di Legambiente Francesco Ferrante, senatore dell’Ulivo, sbagliando ha votato a favore.

Il tour de force di votazioni si è chiuso bene per la maggioranza. E questo nonostante il cambio di ritmo nelle ultime due ore di confronto. Marini ha lasciato infatti la presidenza a Baccini che, per sua stessa ammissione, ha guardato con maggiore elasticità ai tempi. Anzi, su un ordine del giorno ha consentito l’intervento di numerosi senatori. Mugugni dalla maggioranza, che però si è accontentata del risultato ottenuto. E domani c’è il voto finale.

* la Repubblica, 22 novembre 2006


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