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Attenzione alla tigre con le spalle al muro (I. Wallerstein)

U.S.A.: GEORGE BUSH SI PREPARA ALLA TERZA GUERRA !!! L’appello di Dave Lindorff: FERMIAMOLO !!!!!

lunedì 2 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...]Il problema è che Bush, il quale ha fatto spazzatura della Costituzione al punto che essa viene ora considerata poco più di un manufatto storico, non ha bisogno dell’approvazione delle Nazioni Unite o del Congresso per imbarcarsi in un’altra guerra sanguinosa ed immorale.
Secondo l’accreditato criminale che siede alla Casa Bianca (e lo dico perché Bush è stato riconosciuto colpevole dalla Corte Suprema statunitense di violazione degli Statuti sui crimini di guerra, e da una Corte (...)

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> U.S.A.: GEORGE BUSH SI PREPARA ALLA TERZA GUERRA !!! L’appello di Dave Lindorff: FERMIAMOLO !!!!!

domenica 1 ottobre 2006

ALZATE LA TESTA

di CINDY SHEEHAN (trad. di Maria G. Di Rienzo)

"Io non posso insegnarvi la violenza, perche’ io stesso non credo in essa. Io posso solo insegnarvi a non piegare la testa davanti a nessuno, persino a prezzo della vostra vita" (Mohandas Gandhi)

"Per assicurare tali diritti, governi sono istituiti fra gli uomini, governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati. Qualora ogni forma di governo divenisse distruttiva rispetto a tali fini, e’ diritto del popolo alterarla od abolirla, e stabilire un nuovo governo che abbia la sua fondazione su detti principi e in detta forma, di modo che al popolo esso appaia piu’ incline a rendere effettive la sua sicurezza e felicita’" (Dichiarazione di Indipendenza)

Quattro attivisti pacifisti arrestati nell’ufficio del senatore Charles Grassley nello Iowa.

Soldato "assente senza permesso" si consegna alla base dell’esercito.

Venticinque arresti di fronte alle Nazioni Unite.

Una dozzina di arrestati nell’ufficio del senatore Santorum. Qui sopra ci sono recenti titoli di giornali che mostrano come i nordamericani, cittadini degli Usa, ne abbiamo abbastanza di piegare le loro teste davanti ai criminali "du jour" che infestano la Casa Bianca.

E’ sempre stato nostro diritto dalla nascita, ed un imperativo assoluto, protestare pacificamente contro il nostro governo e mantenerlo nella responsabilita’ di rappresentarci nel modo in cui vogliamo essere rappresentati. Negli anni di Clinton, quando ci sembrava di essere pacifici e prosperi, siamo stati cullati in una confortevole compiacenza. Dall’11 settembre in poi, siamo stati bersagli del bullismo affinche’ avessimo paura del babau.

Chi di noi parlava contro George Bush e la sua guerra veniva emarginato e demonizzato. Giornalisti licenziati o forzati a ritirarsi, vili accuse contro gli ispettori delle Nazioni Unite che osavano dire che Saddam Hussein non aveva armi di distruzione di massa, eccetera. Infine, chi non era d’accordo sull’imminente invasione era spaventato al punto di non dire nulla.

Ora sembra che la gente non sia piu’ spaventata ad impegnarsi per la pace e la giustizia. Sono orgogliosa dell’America che non si e’ bevuta la sciocchezza che se ti opponi all’occupazione illegale dell’Iraq sei un "simpatizzante nazista". Mi rende orgogliosa di essere un’americana, perche’ stiamo usando i nostri corpi per la pace. Adesso e’ ora di alzarci, di contarci e di dire a questo nostro governo fuori controllo che noi gli sottraiamo il consenso ad essere governati.

La nostra cara gioventu’, che ha fatto il terribile errore di arruolarsi nel nostro esercito, viene continuamente abusata dai politici vigliacchi che la comandano: ora hanno prolungato i loro tempi di permanenza in Iraq, mentre non dovrebbero neppure trovarsi la’.

Alla nostra Guardia Nazionale viene chiesto di compiere azioni che nulla hanno a che vedere con la sua natura ed i suoi scopi, e la si tiene ostaggio dell’Halliburton in Iraq.

La gente dell’Iraq viene uccisa perche’ ha la terribile colpa di essere nata e di vivere dove la Esso vuole il petrolio.

E’ venuta l’ora di alzare le teste e di rifiutarsi di piegarle davanti ai criminali di guerra. Subito.

Ho una storia da condividere con voi. Quando mi trovavo in Giordania con la "squadra di pace" ad incontrare i parlamentari iracheni, abbiamo udito la testimonianza di uno sceicco, un uomo molto rispettato in Iraq. Ci ha detto come membri dell’esercito Usa irruppero nella sua casa, violarono sua moglie, lo picchiarono e lo portarono in prigione, dove fu torturato in applicazione delle politiche barbariche e crudeli di George Bush. Tutto cio’ accadde sotto gli occhi del suo figlio adolescente.

A sentirlo raccontare le violenze e l’orribile trattamento che aveva ricevuto dal mio paese mi sono scusata con lui, piangendo. Nessun essere umano dovrebbe trattarne un altro in modo cosi’ inumano. Lui mi ascolto’, e poi disse: "Il sogno di mio figlio e’ di procurarsi un fucile, salire su un tetto e assassinare americani. Ma io gli diro’ che ci sono americani come lei, e lo incoraggero’ a non farlo".

Ora, immaginate di stare seduti a casa, con la vostra famiglia. Diciamo che state guardando la tv. Invasori stranieri irrompono in casa vostra, stuprano mamma e si portano via papa’. Come si sentirebbe vostro figlio? Come vi sentireste voi? La vostra famiglia sarebbe giustificata nell’opporsi alla violenza e alla repressione? O pieghereste la testa e direste: "Sia ringraziato Dio per la liberta’ e la democrazia che questa brava gente mi sta donando"?

Mi domando quanti soldi siano stati spesi per la guerra di terrore di Bush che - come attesta il recente rapporto della Cia - ha causato un aumento del jihadismo islamico. Chiunque sia in grado di pensare sa che commettere atrocita’ su esseri umani non fa che alimentare odio e rabbia, e non grati sentimenti d’amore e simpatia per il proprio oppressore.

Noi siamo stati colpiti da aeroplani guidati contro edifici l’11 settembre che hanno ucciso i nostri cari e distrutto il nostro senso di sicurezza, ma non erano guidati da bambini iracheni e afgani. Dov’e’ la differenza tra guidare aerei a schiantarsi su edifici per causare la morte di innocenti, e lanciare bombe dagli aerei sugli edifici per causare la morte di innocenti? E’ ora di smetterla di ripagare l’odio con l’odio e la violenza con la violenza.

Sono cosi’ felice che sempre piu’ gente stia alzando la testa contro la repressione e la violenza del nostro governo. Ma c’e’ bisogno di tutti noi: ci deve essere uno sforzo congiunto da parte di ognuno di noi per mettere fine al ciclo delle morti infinite.

Vi prego di sostenere l’azione parlamentare del deputato Jim McGovern, che sta chiedendo di smettere immediatamente il finanziamento degli omicidi in Iraq. E vi prego di unirvi a Gold Star Families for Peace e all’Istituto di pace di Camp Casey nel venire a Washington il giorno delle elezioni, per mostrare a Bush e compagnia che stiamo sottraendo il nostro consenso ad essere governati da torturatori ed assassini.

Ne abbiamo abbastanza. Vogliamo che il nostro paese ci venga restituito.

*

Cindy Sheehan ha perso il figlio Casey nella guerra in Iraq; per tutto il successivo mese di agosto e’ stata accampata a Crawford, fuori dal ranch in cui George Bush stava trascorrendo le vacanze, con l’intenzione di parlargli per chiedergli conto della morte di suo figlio; intorno alla sua figura e alla sua testimonianza si e’ risvegliato negli Stati Uniti un ampio movimento contro la guerra; e’ stato recentemente pubblicato il suo libro Not One More Mother’s Child (Non un altro figlio di madre), disponibile nel sito www.koabooks.com; sta per uscire il suo secondo libro: Peace Mom: One Mom’s Journey from Heartache to Activism, per Atria Books.

Maria G. Di Rienzo e’ una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell’Universita’ di Sydney (Australia); e’ impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta’ e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell’islam contro l’integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005.


LA NONVIOLENZA E’ IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini.

Numero 1435 del primo ottobre 2006


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