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Il Van - gélo di Costantino e dell’Oro, di "Mammona" (= Caritas)

IL CATTOLICESIMO CON LA CROCE UNCINATA. L’apertura degli archivi del vescovo filonazista Alois Hudal, rettore per decenni del Collegio pangermanico di Santa Maria dell’Anima a Roma ripropone la necessità di una analisi in profondità dei rapporti tra la gerarchia cattolica tedesca e l’ideologia hitleriana

venerdì 26 gennaio 2007 di Federico La Sala
[...] Ma da questo punto di vista è desolante constatare quanto superficiale sia stato finora, in generale, l’approccio analitico al fenomeno del consenso cattolico nei confronti dei regimi autoritari fioriti in mezza Europa tra le due guerre mondiali. Che non si sia compreso come il sostegno di Hudal al nazismo, lungi dal rappresentare il singolare esito patologico di una qualche deviazione individuale, riassuma in miniatura una intera stagione teologico-intellettuale, e forse persino (...)

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> IL CATTOLICESIMO CON LA CROCE UNCINATA. --- La pagina oscura di Lutero antisemita. Nel 1543, il monaco agostiniano scrisse un violento pamphlet.

mercoledì 27 ottobre 2010

La pagina oscura di Lutero antisemita

Nel 1543 l’ex monaco scrisse un violento pamphlet contro la «piaga» giudaica, che fu poi usato dai gerarchi della croce uncinata

di VITO PUNZI (Avvenire, 27.10.2010)

A l dosato battage orchestrato da Bompiani per far crescere l’attesa per il nuovo romanzo di Umberto Eco, Il cimitero di Praga, ha dato il proprio contributo anche la rivista

Pagine ebraiche , con un corposo dossier dedicato ai Protocolli dei savi anziani di Sion, il falso di cui periodicamente si torna a parlare. Il perché è presto detto: per quello che si sa, il Professore ha ambientato quest’ultimo libro nell’antico cimitero ebraico della città ceca, cioè nel luogo «dove alcuni grandi falsari dell’odio antiebraico hanno voluto immaginare si svolgessero le cospirazioni di ebrei intenzionati ad assumere il controllo del mondo» (così Guido Vitale, il direttore del mensile di cultura ebraica, nella presentazione del dossier).

L’idea di cogliere l’occasione del nuovo romanzo di Eco per ripercorrere la diffusione dell’antisemitismo nella cultura europea è certo lodevole. Ricordare l’odio antiebraico coltivato da autorevoli maestri del pensiero come Erasmo da Rotterdam, Schopenhauer, Kant, Hegel e Voltaire, come fa Donatella Di Cesare nel suo articolo «Quando il risentimento diventa filosofia», è semplicemente meritorio.

Così come è corretto rileggere i testi antisemiti dei citati umanisti e filosofi per tentare di comprendere l’humus nel quale ha potuto prendere forma la persecuzione sugli ebrei europei messa in atto nel secolo scorso dai nazisti. L’impressione, tuttavia, è che nel quadro generale disegnato da Di Cesare risulti minimizzato il ruolo antisemita svolto da Martin Lutero sul suolo tedesco. Già nel febbraio 2009 Giulio Busi, s’era avventurato nell’affermazione che i protestanti nei confronti degli ebrei «non hanno un corrispettivo tradizionalmente retrivo come quello cattolico». Lo studioso di giudaistica ignorò così, non si sa quanto coscientemente, il livoroso testo che Lutero scrisse nel 1543, Degli ebrei e delle loro menzogne , un libello di violenza inaudita nel quale, tra le altre nefandezze, si invitava a ripulire la Germania dalla «piaga» giudaica, dando «fuoco alle loro sinagoghe e alle loro scuole». Di Cesare da parte sua ricorda quel pamphlet,

indicandolo come «violento», e tuttavia evita di ricordare come solo le comunità protestanti attuali abbiano preso le distanze da quel testo. Gli stessi nazisti, più che negli scritti antisemiti di Hegel o di altri filosofi, trovarono materiale d’ispirazione per le proprie persecuzioni in quel terribile scritto luterano. Come non ricordare che la «notte dei cristalli», quando venne scatenato il pogrom in Germania, Austria e Cecoslovacchia, fu voluta proprio nel giorno che ricordava la nascita di Lutero? «Il 10 novembre 1938 - scriveva in quello stesso anno il vescovo evangelico-luterano di Eisenach, Martin Sasse, - bruciano in Germania le sinagoghe. Dal popolo tedesco viene finalmente distrutto il potere degli ebrei sulla nuova Germania e così viene finalmente incoronata la battaglia del Führer, benedetta da Dio, per la piena liberazione del nostro popolo». «In quest’ora - proseguiva Sasse - dev’essere ascoltata la voce dell’uomo che nel XVI secolo [Lutero, ndr ]

assunse il ruolo di profeta tedesco. Inizialmente come amico degli ebrei e tuttavia, spinto dalla propria coscienza, dall’esperienza e dalla realtà, sarebbe diventato il più grande antisemita del suo tempo, colui che lanciò al suo popolo l’allarme contro gli ebrei».

Come non ricordare poi che brani luterani trasudanti odio antiebraico vennero usati per manuali scolastici accanto a quelli di Hess, Göring, Goebbels e Hitler (vedi per esempio la parte settima di Hirts Deutsches Lesebuch, destinata alla classe 7, pubblicato nel 1940)? Il nazista Julius Streicher (giustamente citato da Di Cesare), a Norimberga, ebbe dunque un buon motivo per affermare che Lutero «oggi, sarebbe sicuramente al mio posto sul banco degli accusati».


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