[...] Oggi i patimenti assurgono a linguaggio pubblico della memoria [...] Tutto ciò emerge dalla crisi dei vecchi discorsi nazionali e dall’apertura delle memorie, memorie plurali che dovrebbero condurre alla critica delle vecchie categorie di analisi e della retorica della guerra. In realtà il riconoscimento della sofferenza si accompagna a un nuovo processo: il tentativo di un’élite politica di riunificare, conciliare le memorie riproponendo il linguaggio risorgimentale della nazione. (...)
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