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Uno scintillio di mille colori ...

Allo scrittore turco, Orhan PAMUK, il premio Nobel per la Letteratura. Una "analisi" di Barbara Spinelli, e una recensione di Pietro Citati

«È perché le nostre menti moderne sono così precarie, scivolose, che la libertà d’espressione diventa così importante: ne abbiamo bisogno per capire noi stessi, i nostri umbratili, contraddittori, più intimi pensieri; la fierezza e la vergogna che ci abitano»
domenica 15 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] Il mio nome è rosso, che Orhan Pamuk compose nel 1998 (ora in edizione tascabile: Einaudi, traduzione di Marta Bertocchi e Semsa Gezgin, pagg. 456, euro 11,80) è probabilmente il più bel romanzo apparso negli ultimi anni in qualsiasi lingua. è un robusto romanzo realistico: una favola a cui sia l’ Oriente sia l’ Occidente prendono parte: un colorato testo shakespeariano come quelli di Dickens: una nera storia di delitti notturni: una superba architettura intellettuale; un libro di (...)

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> Allo scrittore turco, Orhan PAMUK, il premio Nobel per la Letteratura. Una "analisi" di Barbara Spinelli, e una recensione di Pietro Citati

venerdì 2 febbraio 2007

La notizia è stata data dal direttore del quotidiano "Sabah". "E’ partito in segreto per gli Usa. Era preoccupato per le minacce"

"Il premio Nobel Pamuk è fuggito. Ha deciso di lasciare la Turchia" *

ANKARA - Lo scrittore Orhan Pamuk, Nobel per la letteratura 2006, ieri è partito in gran segreto per gli Stati Uniti. Ma non si tratta di un viaggio qualunque, bensì di una vera e propria fuga: "E’ scappato per un lungo tempo dalla Turchia", portando con sè i suoi averi, scrive il direttore del quotidiano turco Sabah, Fatih Altayli, aggiungendo che ieri pur avendo avuto la notizia in anticipo non l’ha pubblicata "per evitare che all’aeroporto di Istanbul vi fossero proteste contro Pamuk".

"L’altro ieri, abbiamo ricevuto una notizia molto interessante: Pamuk era molto preoccupato per gli ultimi avvenimenti in Turchia, ed aveva deciso di andarsene definitivamente dal paese" - scrive Altayli con riferimento all’omicidio di Hrant Dink, alle minacce pronunciate dagli assassini contro lo stesso Pamuk e al rifiuto del governo turco di modificare l’articolo 301 del codice penale.

"Avevo anche saputo che Pamuk aveva ritirato dal suo conto 400 mila dollari e partiva dalla Turchia con l’intenzione di non ritornarci per un lungo periodo - aggiunge Altayli - Abbiamo anche accertato che Pamuk aveva prenotato un posto sull’aereo delle ore 11:20 e, in pratica che se ne andava definitivamente dalla Turchia".

"Eravamo combattuti tra il dovere giornalistico e le considerazioni umane. Abbiamo deciso di non scrivere la notizia e di non fornire tutti questi particolari della partenza perchè una tale notizia poteva suscitare proteste contro Pamuk all’aeroporto ed ostacolare la sua partenza" racconta il direttore di Sabah, che conclude invitando i lettori a "valutare da sé il danno che la partenza di Pamuk infligge all’immagine della Turchia".

Pamuk agli inizi della settimana aveva annullato un programma di conferenze e di festeggiamenti in suo onore in Germania e aveva fatto sapere di non essere in Turchia.

Uno degli uomini che hanno organizzato dell’omicidio di Hrant Dink, mentre veniva portato dal tribunale in prigione, dopo il suo rinvio a giudizio aveva urlato davanti alle telecamere: "Pamuk ora attento a te. Sii intelligente". Le forze di sicurezza turche avevano preso molto sul serio quella minaccia ed avevano messo sotto scorta Pamuk ed altri 17 scrittori e giornalisti turchi esposti per non essere allineati con le opinioni dei nazionalisti turchi.

* la Repubblica, 2 febbraio 2007


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