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Per un’identità aperta e capace di dialogo: "il credente è membro della Chiesa cattolica e cittadino del mondo" (Tettamanzi),

VERONA 2006. RINASCITA DELLA CHIESA. IV Convegno della Chiesa - cattolica: "chiamata dunque a coinvolgere tutti, a raggiungere l’umanità intera" (Tettamanzi, Prolusione)!!! 39 SACERDOTI omosessuali HANNO GIA’ PRESO LA PAROLA ... E PARLATO IN UN NUOVO CONCILIO E IN UNA NUOVA CHIESA !!!

Coerenza: " [...] mettere in luce - con la parola e con la vita - la fondamentale e ineliminabile dimensione escatologica della fede cristiana" (Tettamanzi)..
mercoledì 18 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] La testimonianza, la “lettera aperta” dei 39 preti italiani, se ben vi riflettiamo, invita ad aprire le porte e le finestre del nostro presente storico, senza paura!!! E’ una indicazione e una premessa per modificare non solo la vecchia costituzione terrena della Istituzione Chiesa, ma anche la stessa vecchia costituzione celeste ... e aprire davvero a tutti gli esseri umani, nessuno escluso (l’art. 3 della nostra Costituzione, di chiara derivazione evangelica, è ben al (...)

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> VERONA 2006... 39 SACERDOTI HANNO GIA’ PRESO LA PAROLA --- USA: 111 PASTORI METODISTI FANNO COMING OUT. E CHIEDONO ALLA CHIESA MAGGIORI APERTURE (di I. Colanicchia).

martedì 17 maggio 2016

USA: 111 PASTORI METODISTI FANNO COMING OUT. E CHIEDONO ALLA CHIESA MAGGIORI APERTURE *

38554 PORTLAND-ADISTA. Con tutta probabilità la Conferenza generale della United Methodist Church, in corso a Portland (Oregon) dal 10 al 20 maggio, sarà ricordata come un momento chiave della vita di questa comunità.

Sugli 864 delegati provenienti da Stati Uniti, Europa, Africa e Filippine (in rappresentanza di 12 milioni di fedeli nel mondo) pende infatti la questione dell’accoglienza delle persone lgbtqi, sollevata, a ridosso dell’apertura dei lavori, da 111 membri del clero e candidati al ministero in una lettera aperta pubblicata sul portale Reconciling Ministries Network (il documento è stato cliccato talmente tante volte da mandare in crash il sito). I firmatari si dichiarano gay, lesbiche, bisessuali, transgender, queer e intersessuali (lgbtqi) e accusano la Chiesa metodista di averli costretti a nascondere la propria identità sessuale.

Con questo coming out, spiegano, «vogliamo dare speranza ai giovani lgbtqi che frequentano Chiese metodiste ostili»: «Questi giovani - scrivono - sono più a rischio di suicidio rispetto ai loro coetanei, anche a causa delle condanne che provengono dai pulpiti e dai banchi delle loro chiese». «Facciamo coming out per ricordare loro che l’amore di Dio è incommensurabile e che non li abbandonerà mai». «Facciamo coming out per invitarli ad ascoltare ancora Dio, piccola voce che parlerà nei luoghi tranquilli dei loro cuori, che li chiamerà a posizioni di leadership.

Cerchiamo di creare per loro un cammino di speranza nel ministero, anche se la Chiesa ha cercato di chiudere loro la porta in faccia, tollerando in maniera più o meno aperta la persecuzione delle persone lgbtqi».

«Ti vogliamo bene, cara Chiesa», proseguono i 111 firmatari: «Attraverso di te, posiamo i piedi su un terreno sacro e vediamo il volto di Dio in modo più chiaro. La nostra preghiera, per questo momento di discernimento della Conferenza generale, è che ci si ricordi che in tutto il mondo ci sono persone senza nome affamate di una parola di speranza e di guarigione». «La “questione lgbtqi” non può essere risolta attraverso una legislazione restrittiva - proseguono - ma riconoscendo che tutte le persone sono fatte a immagine di Dio e vanno accolte nella comunità di fede». «Cara Chiesa - è la conclusione - le nostre preghiere sono con voi, con tutti noi, per i prossimi giorni. Potremmo essere sorpresi dallo Spirito che continua a infondere nuova vita in modi inaspettati. In un mondo lacerato dalla paura e dalla diffidenza, potremmo offrire una potente testimonianza trovando unità nelle nostre differenze».

I firmatari rischiano parecchio considerato che il Book of Discipline della United Methodist Church statuisce che «la pratica dell’omosessualità è incompatibile con l’insegnamento cristiano» e che «pertanto chi si dichiara omosessuale praticante non può accedere al ministero ordinato».

Inoltre le prime battute di questa Conferenza generale (che si riunisce ogni quattro anni) non lasciano sperare nulla di buono. Vicki Flippin, pastora alla Church of the Village di New York, ha raccontato sul proprio profilo Facebook che le era stato chiesto di tenere un breve discorso di benvenuto durante un servizio di culto, a partire dal suo contesto di provenienza, contesto che, ha spiegato, «include molte persone lgbtq». «Avevo pianificato di dire: “Qualunque sia la vostra identità di genere, qualunque sia il vostro orientamento sessuale, la vostra razza o nazionalità, qualunque sia la vostra età, appartenete alla casa di Dio e vi saluto nel nome di Gesù Cristo”. Mi hanno detto che se avessi voluto partecipare, avrei dovuto omettere qualsiasi riferimento a persone lgbtqi».

«Stiamo cercando di rendere i nostri servizi di culto più inclusivi possibile - ha spiegato la pastora Laura Bartlett, a capo dei servizi di culto della Conferenza generale - ma abbiamo ritenuto che citare un gruppo particolare potesse dare a intendere che gli altri sono esclusi e volevamo evitarlo».

Flippin ha deciso quindi di non partecipare: «Non posso in coscienza prendere parte a un servizio di culto che non fa nemmeno finta di accogliere e includere i figli lgbtqi di Dio». (ingrid colanicchia)

*

• Adista/Notizie, N. 19, 21 MAGGIO 2016


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