Prodi governa contro il Paese
Ieri è stata una giornata nera per Prodi, l’ennesima. Al mattino il catastrofico sondaggio di Repubblica, con pesante editoriale di accompagnamento. A metà giornata la bastonata dalle agenzie di rating internazionale, che declassano l’Italia. Nel pomeriggio, a Verona, lo stadio del Papa che lo fischia.
Forse è vero che non si governa con i sondaggi, con gli applausi o con i giudizi delle agenzie di rating, ma nemmeno contro un intero Paese.
I giornali stanno dicendo che Prodi sta governando contro il Paese. Sta governando contro gli italiani. E gli italiani se ne sono accorti. I sondaggi non vengono fatti nel salotto buono della finanza italiana; ma fra la gente. E la gente è frastornata, confusa, delusa.
In questi giorni tutti si stanno facendo i conti su quante tasse pagheranno in più. Lo stanno facendo gli artigiani, i commercianti, i lavoratori dipendenti. E tutti hanno notato che, a differenza di quel che dice il governo, pagheranno più tasse; perderanno servizi; avranno meno libertà.
Questa finanziaria mette le mani nelle tasche dei cittadini. Il governo entra direttamente nei bilanci familiari di oggi, ed ipoteca quelli di domani.
Questa finanziaria è inemendabile. Pensare di intervenire in Parlamento per migliorarla non sarà facile.
Per tre motivi, tecnici e politici.
1) Motivo tecnico. Nemmeno più il Tesoro si orienta fra le misure che entrano ed escono dalla manovra. Emendarla vorrebbe dire mettere le mani su un materiale come il mercurio: non si ha mai certezza di dove finisce ed in quante parti si rompe. In più, l’opposizione dovrebbe farsi carico di trovare coperture finanziarie.
2) Motivo tecnico. Per mettere ordine nei conti dello Stato non serviva una finanziaria soufflè, che cresce di ammontare a seconda delle esigenze: 30 miliardi, 33,4 miliardi, 34,7 miliardi, 40 miliardi di euro. Per rispettare i parametri europei sarebbe servita - al massimo - una manovra da 10-12 miliardi di euro.
3) Motivo politico. La protesta che monta nel Paese contro la finanziaria innesca mal di pancia nella maggioranza. L’implosione potrebbe arrivare se il governo - come sembra - pone il voto di fiducia. Un voto di fiducia su questa manovra (decreto legge e finanziaria) sottrae al Parlamento il ruolo di controllo sull’operato del governo. Riduce i deputati ed i senatori della maggioranza a mere comparse di un film (la manovra) in cui tutti perdono. Li fa diventare co-partecipi di scelte già bocciate dal Paese. Ma senza voto di fiducia, questa finanziaria non passerebbe mai.
Il Paese si è reso contro che Prodi sta governando contro gli italiani. Lo dicono i sondaggi. Lo dicono i giornali. Lo dicono tutte le categorie, tutti i ceti sociali (dal metalmeccanico all’avvocato), tutti i gruppi rappresentativi. Insomma, tutto il Paese. E non si può governare contro un Paese, soprattutto se questo Paese, come l’Italia, fa parte del G-7.