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ITALIA. ALLARME MALA-SANITA’: 90 MORTI AL GIORNO PER ERRORI DEI MEDICI O CATTIVA ORGANIZZAZIONE

lunedì 23 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] secondo Venturini, si sta affacciando un nuovo tipo di errore, imputabile questo ai recenti cambiamenti del sistema, che tende a risparmiare nelle spese: "E’ quello che gli anglosassoni chiamano ’quicker and sicker’, cioé il dimettere precocemente il paziente (troppo velocemente, quicker), quando é ancora non stabilizzato (più sofferente, sicker)". Altri errori - secondo un elenco del Tribunale dei diritti del malato - sono provocati dalla somministrazione di farmaci sbagliati per la (...)

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martedì 31 ottobre 2006

LA COMMISSIONE SANITÀ DELLA CAMERA CONTRO L’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI ONCOLOGIA MEDICA: FONTI LETTE SUPERFICIALMENTE

«Una bufala la denuncia sui morti di malasanità»

L’autore: confusi decessi e denunce, chiedo scusa ai colleghi

di Grazia Longo (www.lastampa.it,31/10/2006)

Che i disastri della malasanità siano una spina nel fianco, ce lo ricordava già quarant’anni fa la satira dell’indimenticabile dottor Tersilli interpretato da Alberto Sordi. Ma quei 90 morti al giorno per errori medici sbandierati una settimana fa dall’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) sono suonati strani a più d’uno. Parlamentari compresi, che ieri hanno denunciato l’errore - pardon, lo strafalcione - commesso.

«Sono numeri di fantasia, un artificio senza fondamento scientifico: un puro esercizio teorico su dati estrapolati da fonti lette superficialmente e diffusi con molta approssimazione» taglia corto Ignazio Marino (Ulivo), presidente della Commissione d’Igiene e Sanità del Senato. La giustificazione dell’Aiom non tarda ad arrivare ed è a dir poco disarmante. I numeri dei morti sono stati gonfiati per un errore di interpretazione: la quantità dei decessi è stata confusa con le denunce presentate. Un imbarazzatissimo Emilio Bajetta - presidente dell’Aiom - è costretto a confessare che sì «il pasticcio è legato all’erronea estrapolazione dei dati esaminati. Quando in ospedale c’è un sinistro mortale, i denunciati possono essere anche 7-8, anche di più, dal primario alla caposala, ed è stato invertito questo dato con quello dei decessi».

Il professor Bajetta però non vuol sentir parlare di scivolone, di maldestro abbaglio. Preferisce definirlo «un’impropria valutazione di metodo», ma un attimo dopo però è pronto a chiedere scusa. Anzi, di più. «Perché le scuse da sole non bastano, occorre spiegare come siamo giunti a un incidente del genere. Domani (oggi per chi legge, ndr) riunirò la segreteria dell’Aiom e concorderemo un comunicato stampa per ribadire che ci dispiace per quanto è accaduto». Dopo la diffusione di cifre allarmanti sui decessi causati in Italia dagli sbagli dei camici bianchi, la Commissione del Senato ha chiesto all’Aiom spiegazioni e fonti da cui i dati sono stati presi. Il presidente Marino è irremovibile: «A fronte di dati privi di fondamento scientifico come questi, sono necessari una responsabilizzazione delle società scientifiche, che per essere credibili devono comunicare in modo serio; maggior controllo e vigilanza da parte degli Ordini professionali dei medici e anche dei giornalisti, e la creazione di una banca dati anche a disposizione di chi fa informazione».

Si pensa perciò a un «provvedimento legislativo - spiega Marino - che faciliti la segnalazione spontanea degli errori in ogni dipartimento e direzione di un ospedale, garantendo la confidenzialità di questi dati, che non potranno essere usati in sede civile e penale». Il vicepresidente della Commissione, Cesare Cursi (Alleanza nazionale) rincara la dose: «È stata un’operazione commerciale. Magari serviva per stipulare qualche polizza assicurativa in più visto che tra le fonti utilizzate c’è un lavoro finanziato da un gruppo finanziario Zurich Consulting Risk Management, che appunto vende polizze assicurative». Per Enzo Ghigo, senatore di Forza Italia, «qualche procuratore dovrebbe interessarsene e aprire d’ufficio un’inchiesta. Il reato ipotizzabile è di procurato allarme». In ogni caso, secondo Cursi, «dati come questi, mandati in giro senza fondamento, colpiscono tanto quanto la malasanità». Per prevenire o ridurre gli errori in ospedale, «che nessuna nega», sono necessarie «linee guida nazionali, messe a punto dal ministero della Salute d’intesa con le Regioni, accompagnate da un programma di formazione di base e continua anche su questo tema». Il professor Emilio Bajetta incassa le critiche, ma replica che si «trattava, come tutti sanno, di elementi americani vecchi, noti dal 2002. La stima delle per errori, tra 14 mila e 50 mila l’anno, venne anche ripresa da Assinform e dall’Associazione degli Anestesisti e rianimatori ospedalieri. Ma nessuno ha scatenato tutto il polverone di oggi».

Non sarebbe stato più saggio evitare di ripetere l’errore? «Certamente sì, ma io durante la conferenza stampa dello scorso 23 ottobre, sono stato prudente e cauto». Il comunicato però titolava a caratteri cubitali «90 morti al giorno». Bajetta non può negarlo, ma rimbalza l’errore all’ufficio stampa, «sarebbe stato sufficiente mettere il punto intrerrogativo alla fine di quel 90». E però non l’avete fatto. «Abbiamo sbagliato. Ribadisco che ne siamo dispiaciuti».


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