Ansa» 2008-04-19 14:47
7000 MORTI INFEZIONI OSPEDALE, ECCO DNA KILLER
ROMA - Il Dna di un batterio killer pericoloso, resistente agli antibiotici è stato sequenziato dai ricercatori del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Istituto di Biotecnologia del CNR di Milano e del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tre. Ora sarà possibile mettere a punto una terapia per sconfiggerlo. Il batterio ha già ucciso nelle corsie degli ospedali italiani ed europei ed ora, ha fatto sapere l’Istituto Superiore di Sanità, sarà possibile mettere a punto un arma farmacologica per fermarlo. Solo in Italia, infatti, le infezioni ospedaliere causate da agenti come questo, causano 7000 molti l’anno negli ospedali. I ricercatori sono riusciti a tracciare la mappa completa del suo genoma: si tratta del ceppo del batterio Acinetobacter baumanii, altamente virulento e resistente agli antibiotici. Questo ceppo ha causato numerose epidemie ed elevata mortalità in ospedali italiani ed europei e che è resistente alla terapia con diverse classi di farmaci antimicrobici. Oltre a rivelare quei critici fattori genetici che hanno reso il batterio così resistente agli antibiotici, il sequenziamento del genoma è fondamentale per la rapida messa a punto di metodi per fermarlo
Lo studio è pubblicato online su Antimicrobial Agents and Chemotherapy, una rivista dell’American Society of Microbiology. Solo in Italia, si stima che le infezione contratte nelle strutture sanitarie siano la causa principale o accessoria di morte per 4500-7000 persone ogni anno secondo i più recenti dati della Società italiana multidisciplinare per la prevenzione delle infezioni nelle organizzazioni sanitarie (Simpios). Si valuta che dal 5 all’8 per cento dei pazienti ricoverati (450.000-700.000 persone) nelle strutture ospedaliere pubbliche e in quelle private venga colpito da un’infezione ospedaliera, principalmente da quelle urinarie, della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi. L’impatto economico sul sistema sanitario nazionale è superiore a un miliardo di euro all’anno e l’onere maggiore è dovuto al prolungamento della degenza; le giornate di ricovero imputabili all’insorgenza di complicanze infettive variano, infatti, tra il 7,5 e il 10 per cento. Anche secondo i dati del ministero della Salute il numero di infezioni ospedaliere in Italia, è in linea con i dati registrati negli altri Paesi europei con un’incidenza media tra il 4,5 e il 7% dei ricoveri (pari a circa 450.000/700.000 casi, con una mortalità dell’1%) a fronte del 3,6% della Germania e del 13% della Svizzera. Tuttavia, spiegano gli esperti, è bene sottolineare che solo il 30% delle infezioni ospedaliere è facilmente evitabile con l’adozione di semplici regole igieniche che vanno dal lavaggio delle mani al rispetto di norme per la cura delle ferite e la pulizia del paziente durante l"assistenza. Mentre il restante 70% delle infezioni è legato alle condizioni cliniche del paziente e alla sempre maggiore incidenza di batteri resistenti agli antibiotici.