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KOYAANISQATSI. LA VITA SENZA EQUILIBRIO. Life out of Balance ...

ITALIA. ALLARME MALA-SANITA’: 90 MORTI AL GIORNO PER ERRORI DEI MEDICI O CATTIVA ORGANIZZAZIONE

lunedì 23 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] secondo Venturini, si sta affacciando un nuovo tipo di errore, imputabile questo ai recenti cambiamenti del sistema, che tende a risparmiare nelle spese: "E’ quello che gli anglosassoni chiamano ’quicker and sicker’, cioé il dimettere precocemente il paziente (troppo velocemente, quicker), quando é ancora non stabilizzato (più sofferente, sicker)". Altri errori - secondo un elenco del Tribunale dei diritti del malato - sono provocati dalla somministrazione di farmaci sbagliati per la (...)

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> ITALIA. ALLARME MALA-SANITA’: 7000 MORTI INFEZIONI OSPEDALE, ECCO DNA KILLER. Il batterio ha già ucciso nelle corsie degli ospedali italiani ed europei ed ora, ha fatto sapere l’Istituto Superiore di Sanità, sarà possibile mettere a punto un arma farmacologica per fermarlo. Solo in Italia, infatti, le infezioni ospedaliere causate da agenti come questo, causano 7000 molti l’anno negli ospedali (Ansa).

sabato 19 aprile 2008

Ansa» 2008-04-19 14:47

7000 MORTI INFEZIONI OSPEDALE, ECCO DNA KILLER

ROMA - Il Dna di un batterio killer pericoloso, resistente agli antibiotici è stato sequenziato dai ricercatori del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Istituto di Biotecnologia del CNR di Milano e del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tre. Ora sarà possibile mettere a punto una terapia per sconfiggerlo. Il batterio ha già ucciso nelle corsie degli ospedali italiani ed europei ed ora, ha fatto sapere l’Istituto Superiore di Sanità, sarà possibile mettere a punto un arma farmacologica per fermarlo. Solo in Italia, infatti, le infezioni ospedaliere causate da agenti come questo, causano 7000 molti l’anno negli ospedali. I ricercatori sono riusciti a tracciare la mappa completa del suo genoma: si tratta del ceppo del batterio Acinetobacter baumanii, altamente virulento e resistente agli antibiotici. Questo ceppo ha causato numerose epidemie ed elevata mortalità in ospedali italiani ed europei e che è resistente alla terapia con diverse classi di farmaci antimicrobici. Oltre a rivelare quei critici fattori genetici che hanno reso il batterio così resistente agli antibiotici, il sequenziamento del genoma è fondamentale per la rapida messa a punto di metodi per fermarlo

Lo studio è pubblicato online su Antimicrobial Agents and Chemotherapy, una rivista dell’American Society of Microbiology. Solo in Italia, si stima che le infezione contratte nelle strutture sanitarie siano la causa principale o accessoria di morte per 4500-7000 persone ogni anno secondo i più recenti dati della Società italiana multidisciplinare per la prevenzione delle infezioni nelle organizzazioni sanitarie (Simpios). Si valuta che dal 5 all’8 per cento dei pazienti ricoverati (450.000-700.000 persone) nelle strutture ospedaliere pubbliche e in quelle private venga colpito da un’infezione ospedaliera, principalmente da quelle urinarie, della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi. L’impatto economico sul sistema sanitario nazionale è superiore a un miliardo di euro all’anno e l’onere maggiore è dovuto al prolungamento della degenza; le giornate di ricovero imputabili all’insorgenza di complicanze infettive variano, infatti, tra il 7,5 e il 10 per cento. Anche secondo i dati del ministero della Salute il numero di infezioni ospedaliere in Italia, è in linea con i dati registrati negli altri Paesi europei con un’incidenza media tra il 4,5 e il 7% dei ricoveri (pari a circa 450.000/700.000 casi, con una mortalità dell’1%) a fronte del 3,6% della Germania e del 13% della Svizzera. Tuttavia, spiegano gli esperti, è bene sottolineare che solo il 30% delle infezioni ospedaliere è facilmente evitabile con l’adozione di semplici regole igieniche che vanno dal lavaggio delle mani al rispetto di norme per la cura delle ferite e la pulizia del paziente durante l"assistenza. Mentre il restante 70% delle infezioni è legato alle condizioni cliniche del paziente e alla sempre maggiore incidenza di batteri resistenti agli antibiotici.


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