Approvato (con 220 voti contro 207) anche il pacchetto di modifiche Sconfitti i repubblicani che cercheranno la rivincita nelle elezioni di midterm
Usa, via libera definitivo alla Camera
per la riforma sanitaria di Obama *
WASHINGTON - Il Congresso americano, dopo avere approvato domenica la storica riforma sanitaria, ha dato luce verde giovedì sera anche al pacchetto di modifiche, completando il trionfo dei democratici e dell’amministrazione Obama. La Camera ha approvato infatti per 220 voti a 207 (quattro più del minimo) le norme che, poche ore prima, avevano avuto il "sì" del Senato per 56 voti a 43.
I repubblicani, sconfitti domenica col passaggio della riforma della sanità, avevano cercato una rivincita tentando di bloccare il passaggio delle modifiche con una raffica di emendamenti al Senato (tutti sconfitti). Il pacchetto era già stato approvato dalla Camera domenica, ma poichè il testo nella lunga battaglia al Senato aveva subito un cambiamento ’tecnico’ (una alterazione di sedici righe su 153 pagine) il testo è tornato giovedì sera alla Camera per il voto definitivo.
La strategia in due fasi, prima la legge e poi le modifiche, era stata ideata dalla Casa Bianca e dai democratici per aggirare la perdita della maggioranza blindata di 60 voti al Senato subita dai democratici con la sconfitta in Massachusetts sul seggio occupato per quasi mezzo secolo da Ted Kennedy e passato ai repubblicani dopo la sua morte.
I repubblicani, che hanno votato in massa contro la riforma, hanno promesso ai democratici di trasformare la campagna elettorale per il voto di midterm di novembre in un referendum sulla riforma mettendo sotto accusa i democratici che l’hanno approvata.
Ma il presidente Barack Obama, che ha conseguito con la riforma un successo sfuggito per un secolo a numerosi altri inquilini della Casa Bianca, ha raccolto la sfida dicendosi certo che gli americani, una volta assaporati nei prossimi mesi i benefici della nuova legge, premieranno alle prossime elezioni il partito che ha sostenuto la storica riforma.
Il dibattito sulla riforma, durato oltre un anno negli Usa, ha lasciato strascichi pesanti: alcuni deputati democratici hanno ricevuto questa settimana minacce di morte (e lanci di mattoni negli uffici) per avere approvato la nuova legge.
* la Repubblica, 26 marzo 2010