Inviare un messaggio

In risposta a:
UNA CATTOLICA, UNIVERSALE, ALLEANZA "EDIPICA"!!! IL MAGGIORASCATO: L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE, L’ALLEANZA DELLA MADRE [GIOCASTA] CON IL FIGLIO [EDIPO], REGNA ANCORA COME IN TERRA COSI’ IN CIELO

DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". Dalla democrazia della "volontà generale" alla democrazia della "volontà di genere". L’importanza della lezione dei "PROMESSI SPOSI", oggi. Una nota di Federico La Sala

IL MAGGIORASCATO. La crisi epocale dell’ordine simbolico di "mammasantissima" ("patriarcato": alleanza Madre-Figlio).
martedì 8 gennaio 2013 di Federico La Sala
Foto. Frontespizio dell’opera di Thomas Hobbes Leviatano.
[...] l’esame della vicenda della monaca di Monza “alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue” una società basata sulla proprietà e sul maggiorasco e mostra di essere, senza alcun dubbio, un contributo critico di altissimo livello, degno di stare a fianco del Discorso sull’origine della disuguaglianza di Rousseau e della cosiddetta “accumulazione originaria” del Capitale di Marx (ma anche, se si (...)

In risposta a:

> DONNE, UOMINI E VIOLENZA --- Il prete e le donne: «Violenza? Se la cercano». Don Corsi insiste: ho scritto quello che penso. .

giovedì 27 dicembre 2012


-  Il prete e le donne: «Violenza? Se la cercano»
-  A Lerici affigge volantino shock sul femminicidio. Poi dà del «frocio» a un cronista. Il foglio viene «ritirato» dopo le polemiche. Ma la vergogna resta

-  di Jolanda Bufalini (l’Unità, 27.12.2012)

ROMA Come possa una donna uccisa dal marito o fidanzato fare autocritica non si capisce, ma la logica non è il punto forte don Piero Corsi, parroco di San Terenzio a Lerici. Il parroco è autore di uno scritto appiccato alla porta della chiesa della bella cittadina della riviera di Levante. L’ardita tesi sostenuta è che le donne vittima di violenza devono fare autocritica perché «provocano». Le donne che portano «abiti succinti», che «si sentono indipendenti», che non cucinano, non accudiscono i figli, che si comportano «con arroganza», secondo il parroco, devono fare «un sano esame di coscienza» perché, magari, se «la sono andata a cercare». Don Piero, che dovrebbe fare il pastore di anime, nella confusa riflessione, mette tutto insieme, la violenza sessuale e l’uccisione della donna in quanto tale, quella che vuole lasciare il fidanzato o separarsi, che accudisce i figli, spesso vittime anche loro di uomini violenti. E, per additare le donne piuttosto che chi le aggredisce usa l’argomento più trito che si conosca, la «provocazione», l’abito «succinto».

Forse Don Piero è in cerca di una facile visibilità mediatica, perché non è nuovo all’espressione di punti di vista eclatanti quanto grossolani e razzisti. Qualche mese fa ha messo in bacheca le vignette contro i mussulmani che hanno provocato le rivolte nei paesi arabi. In un’altra occasione se l’è presa con un clochard. Ieri, interpellato da un giornalista che gli ha telefonato per conoscere il motivo di quel volantino esposto alla vigilia di Natale, se l’è presa anche con gli omosessuali: «Come reagisci tu di fronte a una donna nuda? O sei fr..?».

Queste idee il parroco di Lerici se le è fatte frequentando un sito che non nasconde, dietro la facciata, la propria simpatia per tutte le tematiche fasciste e razziste, che si chiama «Pontifex», noto per le prese di posizione omofobe e per la lettura delle tragedie come «castigo di Dio». Su Pontifex era stato pubblicato un commento alla lettera apostolica «Mulieres dignitatem» di cui, infatti, il volantino esposto in bacheca, è un estratto. E ieri il sito ha preso le difese del parroco: se ci sono i femminicidi o tutti gli uomini sono impazziti oppure la colpa è nel comportamento delle donne.

La violenza di questa presa di posizione contro le donne, l’uso della bacheca di una chiesa, ha fatto indignare la presidente di «telefono rosa», Maria Gabriella Carnieri Moscatelli: «Chiediamo alle massime autorità civili e religiose che si attivino perchè venga immediatamente rimosso il manifesto affisso dal parroco che riteniamo una gravissima offesa alla dignità delle donne».

Ha protestato anche Mara Carfagna, ex ministro nel governo Berlusconi alle pari opportunità: «Ancora una volta qualcuno si è permesso di attribuire alle donne la responsabilità della violenza che troppo spesso gli uomini commettono su di loro. Ciò che più mi rattrista, e lo dico da cattolica, è che, questa volta, si sia provato a far risalire questa assurda teoria alla dottrina della Chiesa. Niente di più falso». Considerazioni diverse sono venute da Silvio Viale, presidente dei radicali italiani: «Bisogna rompere la convinzione diffusa che le azioni violente contro le donne siano reazioni a provocazioni, inevitabilmente determinate da una crescente emancipazione e da una maggiore libertà di costume». Secondo il radicale questo non è vero nemmeno delle pubblicità definite «offensive» contro cui si fanno delle campagne: «Il problema è quello di una corretta informazione».

LA SPARIZIONE DALLA BACHECA

Ieri mattina il volantino era sparito dalla bacheca e, in serata, il vescovo di La Spezia, Luigi Ernesto Palletti, ha spiegato: «Appena appresa la notizia dell’affissione della locandina contenente le affermazioni che conducono a dare un’errata lettura dei drammatici fatti di violenza sulle donne, ho subito dato disposizione che la stessa fosse prontamente rimossa. In nessun modo infatti può essere messo in diretta correlazione qualunque deprecabile fenomeno di violenza sulle donne con qualsivoglia altra motivazione, nè tantomeno tentare di darne una inconsistente motivazione». «A tal proposito continua il vescovo ritengo doveroso cogliere l’occasione per invitare tutti a prendere sempre più coscienza di questo inaccettabile fenomeno perchè non si debbano più ripetere fatti di violenza sulla donna come quelli che nell’anno ormai trascorso hanno drammaticamente segnato la vita del nostro Paese».

Resta lo shock per una parrocchia affidata a un personaggio che, solo dopo le parole del vescovo, ha chiesto scusa. Alessandra Servidori, Consigliera nazionale di parità del ministero del Lavoro: «Anziché chiedere scusa delle farneticanti parole contro le donne, il parroco di Lerici insiste nella sua crociata inquisitoria più degna di un coatto da bar che di un pastore della Chiesa. Mi auguro che non solo l’opinione pubblica ma anche le autorità ecclesiastiche sappiano e vogliano tutelare la dignità e la libertà della donna la cui avvenenza non è certo una provocazione ma un dono di Dio».


Don Corsi insiste: ho scritto quello che penso, le ragazze in abiti discinti scatenano i nostri istinti

“I maschi sono violenti per natura sta alle donne non provocarli”

di Marco Preve (la Repubblica, 27.12.2012)

LERICI - «Non volevo offendere nessuno ma finiamola con questa ipocrisia. Si sa che il maschio è violento e la donna non deve provocare».

Don Piero Corsi è un marcantonio che l’abito talare rende ancor più imponente. Ha appena aperto il cancello elettrico di villa Carafatti, la casa di riposo per anziani di Lerici dove ha l’alloggio di servizio, e sta salendo sulla sua Fiat Multipla blu scuro.

Don Piero buongiorno, possiamo parlare un momento del volantino?

«Voi giornalisti siete bugiardi e strumentalizzate ogni cosa, altro che galera ci vorrebbe la pena di morte».

Molte donne, si sono sentite offese dalle sue parole.

«Siete voi che avete strumentalizzato le mie opinioni, ed è l’ennesima volta».

Guardi che nessun giornalista controlla la sua bacheca, sono le sue parrocchiane che hanno telefonato ai giornali.

«Allora diciamo le cose come stanno - don Piero lascia acceso il motore della Multipla ed esce dall’abitacolo - . La mia era soltanto un’opinione, non stavo svolgendo il mio compito leggendo o interpretando il vangelo, invece, come spesso faccio, ho voluto commentare un tema molto discusso in questi tempi».

Lei però non è uno al bar, è il parroco del paese, una delle istituzioni delle nostre comunità.

«E allora? Vuol dire che non ho diritto a esternare il mio pensiero?».

Appunto il suo pensiero, proprio in un periodo in cui molte donne sono vittime di violenze da parte degli uomini.

«Intanto bisogna leggere tutto il testo che ho scritto dove ho detto che gli uomini violenti vanno puniti eccome, messi in galera, ma il discorso è un altro... ».

Quale?

«Quando vedo, quando vediamo tutti noi donne o ragazzine in abiti discinti, è la dignità delle nostre madri e sorelle che viene maltrattata, umiliata».

Ma lei non parlava solo di dignità, ha messo in correlazione questo tema con le violenze.

«Senta un po’, lei è eterosessuale o gay?».

Ma cosa c’entra?

«Mettiamo che lei veda un donna nuda davanti a lei, che cosa prova? Me lo dica, vuol dirmi che non sente qualcosa, che l’istinto non abbia la meglio?».

C’è il desiderio, ma il buon dio ci ha dato il raziocinio e i freni inibitori.

«Sì va bene, tutto vero, ma la prego, per questa volta pensi e risponda... ecco risponda con i coglioni!».

Don, sembra di essere in caserma, tra l’altro dicono in paese che lei sia un ex militare.

«Macchè militare, non è vero. La verità, invece, è che l’uomo, il maschio, è da sempre violento, non sa trattenere l’istinto, e quindi se la donna lo provoca lui, o almeno molti, tanti, non si sanno controllare».

Ma allora vale per tutto, basta non sapere resistere alla provocazione e giù botte.

«Ma no, non è per tutto così, il problema è solo il richiamo sessuale, è sempre stato e sarà sempre così».

Le sue opinioni però hanno svuotato la chiesa e sono arrivati anche i carabinieri.

«Sono a Lerici da dieci anni, e so che c’è chi mi vuol male, chi mi vuole morto, ma anche tanta gente che mi apprezza. I carabinieri poi non è la prima volta, in un’altra occasione sono venuti in chiesa, mi hanno visto con la tonaca e hanno comunque voluto i miei documenti, come se non mi conoscessero».

Ha messo in difficoltà pure il suo vescovo che le ha fatto ritirare il volantino.

«E cosa voleva che facesse, poveretto? Ci siamo ritrovati tutti e due coinvolti in questo uragano, solo perché ho espresso delle opinioni».

Ma lei era già stato al centro di polemiche, perché lo ha fatto?

«Perché non sopporto quest’ipocrisia, e poi queste campagne recenti sul femminicidio mi sembrano abbiano nel mirino soltanto l’uomo, che vogliano colpirlo. Ma, invece, guarda caso nessuno parla della Cina».

Cosa c’entra la Cina?

«C’entra perché laggiù migliaia di donne muoiono per gli aborti ma a nessuno interessa, forse per ragioni politiche, invece qui da noi c’è questa insistenza sulle donne vittime senza mai interrogarsi sui comportamenti e sui valori della nostra società».


Ultrà cristiani

Campagna ispirata dai crociati di “Pontifex”

di Carlo Di Foggia (il Fatto, 27.12.2012)

Il femminicidio? “Un’assurda leggenda nera messa in giro da femministe senza scrupoli”. Basterebbe questo assioma per comprendere a pieno Pontifex. roma, “sito di apologetica cristiana” assurto più volte agli onori della cronaca per le infelici invettive dei suoi animatori. Uno su tutti, il fondatore e direttore, Bruno Volpe, barese classe 1961, “giornalista e fotoreporter” iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1983 (albo pubblicisti). Il volantino affisso da monsignor Piero Corsi è stato confezionato qui, e porta la firma dello stesso Volpe, ormai avvezzo a questo tipo di iniziative provocatorie. Ultima in ordine di tempo quella sul femminicidio. “Una storiella che non regge - si legge in un post pubblicato ieri sul sito -, e che fa acqua da tutte le parti. Riflettiamo: vero che alcuni uomini hanno perduto la testa e che nessuna legge al mondo può giustificare un delitto ma da parte delle donne ormai assistiamo a comportamenti arroganti, senza alcuna decenza, spesso libertini”.

La colpa, secondo Volpe, non sarebbe solo delle donne ma dei media che amplificano il fenomeno, trasformando episodi di cronaca nera in un un’emergenza nazionale. “Ricordo che l’Italia risulta essere il paese europeo più sicuro per le donne - continua l’articolo - mentre tantissime sono le donne killer o che si abbandonano a gesti inconsulti”. Un aspetto che secondo Volpe viene costantemente ignorato da tv e giornali: un’escalation di “violenza a ruoli invertiti, scarsamente analizzata e fortemente sottostimata”. Volpe cita anche un fantomatico Centro documentazione violenza donne”, un blog che raccoglie dati e notizie di cronaca su episodi di violenza commessi da esponenti del gentil sesso.

Se non fosse per le provocazioni del suo fondatore, “pontifex” sarebbe rimasto uno dei tanti blog (non è una testata registrata) che compongono la variegata galassia dei siti ultracattolici, persi nel mare magnum della rete. Nel dicembre 2011, Volpe si rese protagonista di una polemica a distanza con Fiorello, colpevole di aver incoraggiato l’uso del profilattico in uno spot con Jovanotti. Episodio che secondo il giornalista avrebbe provocato il crollo del palco costruito in occasione della tappa triestina del tour del rocker romano, causando la morte di un operaio. Nel giugno del 2011 era toccato a Michele Santoro subire gli strali di Pontifex, che non esitò a sporgere querela contro il giornalista, accusato di peculato, “per aver utilizzato la Rai, servizio pubblico, non per fini informativi, ma per interessi personali”.

Ma è nel novembre scorso che Volpe raggiunge l’apoteosi, con un articolo indirizzato alla mamma del quindicenne romano suicidatosi dopo aver subito gli sfottò di alcuni compagni di classe del liceo scientifico Cavour per il suo modo eccentrico di vestirsi. “Se quella mamma avesse per tempo capito l’inclinazione (presunta) del figlio che covava in lui il malessere della omosessualità - si legge nell’edioriale ancora online -, sarebbe intervenuta per tempo con adeguati ausili medici”. Una strategia mediatica pensata per uscire dall’anonimato con invettive studiate per far rimbalzare la testata sui siti d’informazione e farsi pubblicità. E, a giudicare dalle visite (tremila utenti connessi solo nella serata di ieri, stando al contatore del sito), vincente.


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: