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UNA CATTOLICA, UNIVERSALE, ALLEANZA "EDIPICA"!!! IL MAGGIORASCATO: L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE, L’ALLEANZA DELLA MADRE [GIOCASTA] CON IL FIGLIO [EDIPO], REGNA ANCORA COME IN TERRA COSI’ IN CIELO

DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". Dalla democrazia della "volontà generale" alla democrazia della "volontà di genere". L’importanza della lezione dei "PROMESSI SPOSI", oggi. Una nota di Federico La Sala

IL MAGGIORASCATO. La crisi epocale dell’ordine simbolico di "mammasantissima" ("patriarcato": alleanza Madre-Figlio).
martedì 8 gennaio 2013 di Federico La Sala
Foto. Frontespizio dell’opera di Thomas Hobbes Leviatano.
[...] l’esame della vicenda della monaca di Monza “alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue” una società basata sulla proprietà e sul maggiorasco e mostra di essere, senza alcun dubbio, un contributo critico di altissimo livello, degno di stare a fianco del Discorso sull’origine della disuguaglianza di Rousseau e della cosiddetta “accumulazione originaria” del Capitale di Marx (ma anche, se si (...)

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> DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". --- INDIA. Un’assistente dell’università di Nuova Delhi stuprata in ateneo dai colleghi si dà fuoco in piazza e muore.

lunedì 7 ottobre 2013

India, stuprata in ateneo dai colleghi si dà fuoco in piazza e muore

Un’assistente dell’università di Nuova Delhi è morta a causa delle ustioni riportate quando una settimana fa si è immolata davanti alla sede del Governo indiano. La donna era stata violentata dai suoi colleghi e dal capo, che l’ha poi costretta a licenziarsi. A nulla è servito denunciare l’accaduto alla polizia *

NEW DELHI - È morta dopo sette giorni di agonia Pavitra Bhardwaj, l’assistente universitaria indiana che si è data fuoco davanti al palazzo del Governo a causa di uno stupro e della conseguenrte perdita del posto di lavoro.

Pavitra Bhardwaj, 40 anni, assistente nel laboratorio di chimica del college Bhim Rao Ambedkar dell’Università di New Delhi, il 30 settembre si è immolata davanti alla sede del governo nella capitale, urlando di essere stata violentata dai colleghi tre anni fa. Ma oltre allo stupro, Pavitra ha subìto anche l’umiliazione di essere licenziata dopo aver dichiarato di voler denunciare i suoi aggressori.

È arrivata all’ospedale di Lok Nayak con il 90% del corpo ustionato: "Sapevamo che non ce l’avrebbe fatta", ha commentato un medico che si è occupato del caso. Secondo suo fratello Vinay, Pavitra aveva scelto di darsi fuoco come estremo atto di protesta: negli ultimi sette mesi aveva cercato invano di denunciare il caso alla polizia locale, al nucleo Crimini contro le donne, all’ufficio del capo di governo Sheila Dikshit, al vice-cancelliere dell’Università di Delhi. Nemmeno suo marito Dharmender Bhardwaj, che lavora come capo poliziotto a Delhi, è riuscito ad aiutarla. Nell’agonia, Pavitra ha riferito alla polizia di aver commesso il gesto perché "nessuno aveva ascoltato le sue grida d’aiuto in altri modi".

Pavitra è solo l’ultima vittima dell’ondata di violenza che colpisce ogni giorno le donne indiane. Dopo la morte della ragazza brutalmente satuprata in un autobus, molte sono state le proteste contro le leggi che in India non tutelano le donne vittime di violenza. Per la prima volta l’opinione pubblica è scesa in piazza. E dalla tv alla tecnologia sono arrivati i primi segnali di una cultura che lentamente, passo dopo passo, vuole cambiare.

* la Repubblica, 07 ottobre 2013


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