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DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". Dalla democrazia della "volontà generale" alla democrazia della "volontà di genere". L’importanza della lezione dei "PROMESSI SPOSI", oggi. Una nota di Federico La Sala

IL MAGGIORASCATO. La crisi epocale dell’ordine simbolico di "mammasantissima" ("patriarcato": alleanza Madre-Figlio).
martedì 8 gennaio 2013 di Federico La Sala
Foto. Frontespizio dell’opera di Thomas Hobbes Leviatano.
[...] l’esame della vicenda della monaca di Monza “alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue” una società basata sulla proprietà e sul maggiorasco e mostra di essere, senza alcun dubbio, un contributo critico di altissimo livello, degno di stare a fianco del Discorso sull’origine della disuguaglianza di Rousseau e della cosiddetta “accumulazione originaria” del Capitale di Marx (ma anche, se si (...)

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> DONNE, UOMINI E VIOLENZA ---- «Cittadine anche fra le mura domestiche». Le donne di «Se non ora quando» e la legge contro la violenza

lunedì 21 ottobre 2013

Le donne di «Se non ora quando» e la legge contro la violenza

«Cittadine anche fra le mura domestiche»*

Caro direttore,

con l’approvazione della legge contro la violenza sulle donne è accaduto un piccolo grande rivoluzionamento nella cultura del nostro Paese. Finalmente, attraverso l’introduzione di nuove norme, si definiscono per la prima volta e si puniscono con più severità le violenze compiute entro le mura domestiche da chi ha vincoli familiari o affettivi con la vittima. Basterebbe questo risultato a considerare questa legge una vittoria importante non solo delle donne ma della coscienza civile del Paese.

Vogliamo ricordare a quanti sembrano dimenticarlo o sottovalutarlo che considerare reati e per di più gravi le violenze compiute da mariti, amanti, fidanzati spazza via il vergognoso alibi dell’amore e rende chiaro a tutti il vero significato di questi atti: sono intimidazioni, ritorsioni, vendette compiute da uomini che non riescono a sopportare abbandoni e rifiuti, che non riescono ad accettare la libertà di donne che dicono «non sono una tua proprietà».

Finora le donne non avevano alcuna certezza che la loro libertà sarebbe stata garantita dalle istituzioni dello Stato democratico, che la loro dignità di cittadine sarebbe stata assicurata anche nell’ambito delle relazioni familiari e affettive. Troppe le resistenze che si opponevano a farvi entrare il diritto.

Ora le donne vedono riconosciuta la loro cittadinanza anche dentro casa. Hanno una sicurezza in più. E proprio perché l’impianto della legge ha a suo fondamento la difesa della libera volontà ad essa si accompagna il dovere della responsabilità: la irrevocabilità della querela (per situazioni particolarmente gravi) discende direttamente dal fatto che, nella legge, la vittima è vista come un soggetto libero e pienamente responsabile delle proprie azioni. E questo sarebbe paternalismo, negazione della libertà femminile, manifestazione di una logica securitaria? Si può argomentare che la legge è paternalistica, che pretende di tutelare le donne deboli, ecc., a condizione di condividere una visione antistituzionale, o radicalmente liberale, secondo la quale le donne sono fuori o sopra o di fianco, ma comunque estranee alla legge e la loro libertà non ha nulla a che vedere con la polis. È una posizione legittima, anche se abbiamo dovuto prendere atto che non ha portato risultati positivi per le donne italiane. Ma volere tante donne nelle istituzioni e poi combattere aspramente un provvedimento che reca comunque la loro impronta - come testimonia il largo numero di donne di ogni orientamento che insieme a tanti uomini si sono battute per migliorarlo e approvarlo - è segno di incomprensione o di pregiudizio ideologico.

A questo riguardo conviene ricordare che tutte le leggi che hanno cambiato la vita delle donne italiane (dal divorzio al nuovo diritto di famiglia all’aborto) sono state varate con l’accordo formale o informale di donne e uomini appartenenti a schieramenti politici e a culture diverse. Per rendere efficace una legge, cioè tradurla nella concretezza della quotidianità, occorre infatti che ci sia condivisione e largo consenso in tutti i soggetti che devono applicarla, ad esempio, per quanto riguarda la 1079, dai poliziotti ai giudici, da chi gestisce i centri ai media.

*

-  Se non ora quando-Libere
-  (Antonella Anselmo, Anna Carabetta, Rita Cavallari, Cristina Comencini, Licia Conte, Antonella Crescenzi, Ilenia De Bernardis, Fabrizia Giuliani, Francesca Izzo, Donatina Persichetti, Fabiana Pierbattista, Annamaria Riviello, Simonetta Robiony, Serena Sapegno, Sara Ventroni)

* Corriere della Sera, 21.10.2013


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