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UNA CATTOLICA, UNIVERSALE, ALLEANZA "EDIPICA"!!! IL MAGGIORASCATO: L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE, L’ALLEANZA DELLA MADRE [GIOCASTA] CON IL FIGLIO [EDIPO], REGNA ANCORA COME IN TERRA COSI’ IN CIELO

DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". Dalla democrazia della "volontà generale" alla democrazia della "volontà di genere". L’importanza della lezione dei "PROMESSI SPOSI", oggi. Una nota di Federico La Sala

IL MAGGIORASCATO. La crisi epocale dell’ordine simbolico di "mammasantissima" ("patriarcato": alleanza Madre-Figlio).
martedì 8 gennaio 2013 di Federico La Sala
Foto. Frontespizio dell’opera di Thomas Hobbes Leviatano.
[...] l’esame della vicenda della monaca di Monza “alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue” una società basata sulla proprietà e sul maggiorasco e mostra di essere, senza alcun dubbio, un contributo critico di altissimo livello, degno di stare a fianco del Discorso sull’origine della disuguaglianza di Rousseau e della cosiddetta “accumulazione originaria” del Capitale di Marx (ma anche, se si (...)

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> DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". ---- 25 NOVEMBRE: SCIOPERO DELLE DONNE. ECCO COME. Scegliamo il Rosso. Per protestare

venerdì 8 novembre 2013

SCIOPERIAMO. ECCO COME

di www.scioperodelledonne.it (01 Ottobre 2013) *

Car@ amic@

dopo aver lanciato il nostro appello, il 14 giugno scorso, abbiamo raccolto tutte le idee e i suggerimenti che ci avete inviato. Grazie a tutte voi ora abbiamo deciso la data su quando promuovere la nostra azione: il 25 novembre, proclamata dall’Onu giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e ormai riconosciuta da tutte le organizzazioni sociali e politiche nel mondo. Una data storica, scelta dal movimento internazionale delle donne latino-americane nel 1981 a Bogotà in onore delle tre sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana, assassinate il 25 novembre 1961 perché si opponevano al regime dittatoriale del loro paese. Una memoria che non può non ricordarci quanto la politica - sul corpo, sul lavoro, sulla vita delle donne - sia così importante.

Per quanto riguarda le modalità, abbiamo pensato di organizzare lo "Sciopero" su tre azioni congiunte e/o separate (l’una non esclude le altre tenendo conto che a fine settembre contiamo di fare il punto su come procedere con le varie organizzazioni e le associazioni che hanno aderito).

1. Lenzuola e/o pezzi di stoffa rossi esposti dai balconi e/o dalle finestre

2. 15 minuti di silenzio, in piedi, interrompendo qualunque attività di lavoro si stia svolgendo

3. Manifestazioni territoriali di piazza organizzate localmente (con eventuale corteo)

L’idea è quella di stare dentro il 25 novembre - che quest’anno cadrà di lunedì - ma in un modo completamente diverso dal solito. Diciamo in un modo più "militante", attivo e visibile come "scioperanti": primo, per non far cadere l’attenzione sul femminicidio (ormai diventato trafiletto da ultima pagina nei quotidiani); secondo, per allontanare da noi l’immagine di vittimismo che il tema, purtroppo, sottintende.

Non a caso abbiamo scelto la parola "Sciopero", e cioè una forma di protesta altamente sociale e politica di autotutela con l’obiettivo di esercitare pressioni sulla "controparte".

Insomma, noi riteniamo che le donne non debbano più essere uccise, maltrattate, offese perché libere e padrone della loro vita, né in Italia né altrove, e che occorrano azioni forti e congiunte come questo "Sciopero" che parla non solo di violenza sulle donne, non solo delle nostre sempre più precarie condizioni di lavoro, ma pone il legame tra le due cose. Per essere più chiare, lo "Sciopero" rappresenta per noi solo l’inizio di un’azione non occasionale ma duratura nel tempo, a vari livelli.

Politico, per liberarci di vent’anni di ulteriori danni causati dal berlusconismo (e relativi consensi), forte di un sessismo arcaico e strutturale che, grazie ad un indottrinamento mediatico, ha contribuito ad una visione della donna sempre più merce, piacevole ornamento o semplice complemento delle fatiche maschili;

Economico, per rimettere al centro le lavoratrici come motore della stragrande maggioranza delle attività produttive di questo paese;

Sociale, perché venga riconosciuta l’importanza del ruolo che la donna svolge nell’immenso lavoro di educazione, di assistenza, di cura;

Culturale, perché i diritti delle persone non sono un optional ma un aspetto fondante della società civile, e perché è proprio dal cambiamento della nostra Cultura - patriarcale e maschilista - che potremo consegnare un mondo più rispettoso delle donne - e dunque più giusto - alle nuove generazioni.

Sull’organizzazione dettagliata delle varie iniziative, stiamo ragionando su varie ipotesi tenendo conto che:

1. sono previsti logo e magliette da indossare durante i 15 minuti di astensione dalle proprie attività lavorative;

2. flash-mob e sit-in locali, foto e video da girare e mettere in rete durante quella giornata.

3. prevediamo di diffondere in rete - sia su questo sito che su Facebook alla voce Lo sciopero delle donne - tutte le informazioni utili per organizzare al meglio la giornata, mettendo in comunicazione persone e/gruppi.

Informaci su piazze/spazi/luoghi dove le persone che desiderano lasciare il proprio lavoro/casa, possono incontrarsi e manifestare insieme, e metteremo tutte le info sul nostro sito (http://www.loscioperodelledonne.it). Con l’obiettivo di fare il punto a settembre, eventualmente in previsione anche di un incontro collettivo con eventuali "portavoce" regionali e/o cittadine.

Per aderire, se ancora non lo avessi fatto, inviaci una mail con nome, cognome e città di provenienza a scioperodonne2013@gmail.com

* http://www.scioperodelledonne.it/index.php/52-documenti/311-come-e-dove


Scegliamo il Rosso. Per protestare

di Adriana Terzo *

Rosso come la protesta, o come la Rivoluzione che stravolge lo stato presente delle cose. Per questo - e non per il martirio di Cristiana memoria - lo “Sciopero” delle donne sceglie il colore Rosso per manifestare il 25 novembre. Drappi e stoffe rosse fuori da balconi e finestre perché Rosso è il colore dell’energia, di chi non abbassa la testa, di chi grida forte il proprio dissenso.

Rosso di rivolta, ma soprattutto di quella Sinistra che ha fatto dell’eguaglianza il suo valore fondante, simbolo delle insurrezioni popolari contro l’autorità costituita, a partire dalla Rivoluzione francese. Rosso come le bandiere che, nel 1831, rafforzarono l’opposizione dei minatori nel Galles contro la polizia, pagata dai proprietari delle miniere. Rosso come la Rivoluzione del 1848, con centinaia di bandiere rosse al vento durante le proteste partite in Francia e poi dilagate in mezza Europa. Rosso come il colore del primo governo marxista alla Comune di Parigi, nel 1871: quello sarebbe stato il colore ufficiale della Comune, e rossa la sua bandiera (invece del tricolore francese). Rosso come il Biennio italiano, cruciale delle lotte sindacali e contadine del 1919-1920.

Rosso di contestazione, anche ai giorni nostri. Come le tuniche dei monaci tibetani contro la violenta politica cinese nel 2008. Come il quadratino disegnato sui cartelli e sulle vetrine dei negozi, cucito sulle magliette e tatuato sui corpi che ha segnato la rivolta studentesca dell’anno scorso a Montréal contro l’aumento delle tasse universitarie. Come gli abiti indossati dalle deputate qualche mese fa a Montecitorio, contro l’obiezione dei medici e per la piena applicazione della legge 194 sull’aborto. Rosso come il fuoco, che canta Bella Ciao al funerale di Franca Rame. Rosso come i vestiti delle donne turche che fermano gli idranti della polizia. Rosso come i fazzoletti ai funerali delle donne uccise per femminicidio.

E’ vero, nella simbologia il colore Rosso si presta a molteplici interpretazioni, ed è vero anche che per lungo tempo questo colore è stato usato dai governi per intimidire gli eserciti opposti, o per indicare emergenze o situazioni d’allarme. Ma a noi preme sottolineare che il Rosso, scelto per le manifestazioni del 25 Novembre, non è e non sarà in nome del sangue versato dalle nostre donne ammazzate, ma della ribellione ad ogni forma di violenza. Né in nome di un vittimismo che non ci appartiene. Abbiamo alzato la testa, e lo sguardo. Per questo, finalmente, “scioperiamo”.

* http://www.scioperodelledonne.it/index.php/52-documenti/335-scegliamo-il-rosso-per-protestare


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