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UNA CATTOLICA, UNIVERSALE, ALLEANZA "EDIPICA"!!! IL MAGGIORASCATO: L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE, L’ALLEANZA DELLA MADRE [GIOCASTA] CON IL FIGLIO [EDIPO], REGNA ANCORA COME IN TERRA COSI’ IN CIELO

DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". Dalla democrazia della "volontà generale" alla democrazia della "volontà di genere". L’importanza della lezione dei "PROMESSI SPOSI", oggi. Una nota di Federico La Sala

IL MAGGIORASCATO. La crisi epocale dell’ordine simbolico di "mammasantissima" ("patriarcato": alleanza Madre-Figlio).
martedì 8 gennaio 2013 di Federico La Sala
Foto. Frontespizio dell’opera di Thomas Hobbes Leviatano.
[...] l’esame della vicenda della monaca di Monza “alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue” una società basata sulla proprietà e sul maggiorasco e mostra di essere, senza alcun dubbio, un contributo critico di altissimo livello, degno di stare a fianco del Discorso sull’origine della disuguaglianza di Rousseau e della cosiddetta “accumulazione originaria” del Capitale di Marx (ma anche, se si (...)

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> DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". --- Tra stupri e violenze, in India l’unica speranza è il coraggio delle donne (di Silvia Truzzi)

domenica 5 gennaio 2014

Tra stupri e violenze, in India l’unica speranza è il coraggio delle donne

di Silvia Truzzi (Il Fatto, 05.01.2014)

IN INDIA il 2014 è iniziato con la morte di una ragazzina di 12 anni stuprata una prima volta da sei uomini a Madhyagram, vicino a Calcutta, il 26 ottobre. La violenza si è ripetuta il giorno successivo, dopo che la ragazza aveva denunciato i fatti alla polizia. L’Hindustan Times ha scritto che la sua famiglia aveva ricevuto minacce perché la denuncia venisse ritirata, tanto da essere costretta a cambiare casa.

Ma non è stato sufficiente: il 23 dicembre due uomini l’hanno trovata e le hanno dato fuoco. È morta il primo dell’anno, era incinta: le persone accusate di averla violentata e uccisa sono in carcere. Due giorni fa è stato reso pubblico un altro caso: a Kanpur una donna è stata violentata due volte in 12 giorni da un branco. Secondo i media, la polizia le avrebbe offerto 5 mila rupie per non denunciare le aggressioni. Ieri è toccato a una turista polacca, violentata da un tassista che le aveva offerto un passaggio a Nuova Delhi.

Ma sono solo gli ultimi episodi: omicidi, stupri, aggressioni con l’acido contro le donne in India sono oltre l’emergenza. Le cronache raccontano che non sono risparmiate nemmeno le bambine: il 31 dicembre 2012 una bimba di sette anni fu violentata da un uomo a Bangalore. A metà gennaio, un’altra piccola di sette anni fu stuprata nel bagno della sua scuola nello Stato di Goa. Ad aprile fu trovato in una discarica a New Delhi il cadavere di una bimba di cinque anni violentata e strangolata.

Il 16 dicembre 2012, sempre a New Delhi, una ragazza di 23 anni venne stuprata, picchiata e seviziata su un autobus da un branco: morì pochi giorni dopo. Il caso ebbe un’eco mondiale per l’ondata di proteste che attraversò tutto il Paese. Per quella morte a metà settembre sono stati condannati alla pena capitale quattro uomini.

A seguito della sentenza, in una nota, Amnesty International aveva giustamente commentato: “La pena capitale non basterà a stroncare l’e n d e m i co problema della violenza contro le donne in India”. I due recentissimi episodi nel Paese di Gandhi lo dimostrano.

La Corte suprema indiana ha diffuso un rapporto: nei primi dieci mesi del 2013, a New Delhi si sono registrati 1330 stupri, il doppio rispetto ai 706 casi dell’intero anno precedente. Forse il numero dipende dal fatto che maggiori sono le denunce: comunque è un dato di cui tenere conto. Ovviamente lo stupro non è un reato che si consuma solo in India, anche se molti attivisti e commentatori di quel paese denunciano che questa violenza è frutto di una bassa e primitiva considerazione della donna.

ORA IL GOVERNO sta correndo ai ripari: in aprile è entrata in vigore una legge che punisce le molteplici forme di violenza sulle donne e pochi giorni fa è stato varato un programma per rendere più sicuri i mezzi pubblici, su cui verranno installati telecamere e sistemi d’allarme per chiedere aiuto. Ed è un bene: la ricetta non può essere dire alle donne “non prendete l’autobus”, “non camminate per strada da sole”, “non uscite la sera”. Le precauzioni non cambiano i costumi sociali, la paura non è una tutela. Ma qualcosa può cambiare: basta guardare le manifestazioni, le imponenti mobilitazioni delle associazioni, la sempre maggiore attenzione della stampa. In quest’orrore che suscita indicibili sentimenti verso gli aggressori, il coraggio delle donne che a migliaia scendono nelle piazze e rompono il silenzio è il più grande segnale di speranza.


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